L’appuntamento era per oggi alle ore 16 in via Oderisi da Gubbio, quartiere Marconi di Roma, al civico 18, dove Mario Brega ha vissuto per trent’anni: a ricordare l’attore, oltre all’amico Carlo Verdone, anche la nipote Francesca, alla presenza del sindaco di Roma Gualtieri, e dei fan della commedia italiana.

La nipote di Mario Brega

Francesca Brega è la nipote di Mario: “Buonasera a tutti leggerò queste poche righe perché l’emozione potrebbe giocarmi brutti scherzi. A fine febbraio sono stata contattata dalla segreteria del presidente Gianluca Lanzi che ringrazio dal profondo del cuore, per presenziare, rappresentare zio quale erede, insieme agli altri miei cugini, alla commemorazione del centenario della nascita. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e lusingata dell’invito, in quanto sta a significare che la memoria di zio è ancora viva e forte a Roma”.

“Zio Mario era un personaggio, nei suoi ruoli cinematografici ma anche nella vita. Tanto da risultare difficile, per chi non lo conoscesse intimamente, distinguere quale fosse il caratterista e quale l’interprete. Posso ben dire che zio Mario è una persona molto generosa, aggettivo che però non va relegato esclusivamente all’ambito economico. Ma anche e soprattutto a quello sociale. Ci sono tante testimonianze di persone che hanno in qualche modo beneficiato di questa sua generosità. Penso che questo lato di zio trasparisse in qualche modo anche dai personaggi che interpretava nei film.

Un viso da burbero ma gli occhi da buono. ‘Sta mano po’ esse ferro, o po’ esse piuma’, decantava in Bianco, rosso e Verdone. In quella frase è racchiusa l’essenza di Mario Brega, il principe del popolo. POsso dire con assoluta certezza che sarebbe stato profondamente lusingato di questo evento a lui dedicato. Sancito addirittura con la fusione di una targa commemorativa, sulla facciata del palazzo che lo ha accolto. Che è stata la sua casa e contemporaneamente lo scenario di gran parte della sua vita. Targa che preserverà il suo ricordo dall’oblio del tempo e magari susciterà la curiosità di chi non ha avuto modo di conoscerlo. Grazie a tutti”.

Il ricordo di Carlo Verdone

Carlo Verdone: “Innanzitutto grazie a tutti voi che siete tanti e avete aspettato per tanto tempo questo momento. È bello ricordare questo grande caratterista. Grandissimo caratterista romano, però amato in tutta Italia perché con quel film è entrato poi nell’immaginario collettivo. E le olive greche, so’ comunista così, e quante battute. Insomma, tanti lo ricordano. Io lo conobbi a casa di Sergio Leone. Stavo a casa sua per cercare di mettere a posto il casting di ‘Un sacco bello’. Mancava appunto il ruolo del padre di Ruggero. Quando a un certo punto entrò nel salotto quest’omone con gli occhiali, la grande croce d’oro, la camicia aperta.

‘Ah Sergio, so’ venuto dai Mercati Generali. Guarda che t’ho portato. Melanzane, carciofi, arance. T’ho portato tutto’.

Dico: ‘Ah Sergio, ma chi è questo?’.

E lui: ‘È n’amico mio, Brega, ha lavorato ai Mercati Generali, ha lavorato con me’.

E dico: ‘Me lo ricordo, ‘Per un pugno di dollari’, i film tuoi’. Dico: ‘Ma questo è perfetto pe’ fa il papà di Ruggero’.

E Sergio: ‘Ma che davvero? Stai a pensa’ a lui?’.

E io: ‘Sto a pensa’ a lui sì, dico un contrasto formidabile’.

Piano piano ho cercato di parlarci e mi sembrava un uomo senza paura, pronto a tutto. Io credo che come ha detto giustamente la nipote, non si capiva se recitava o era così nella vita. Lui era così nella vita. Lui ha portato sé stesso sul set. È una cosa difficilissima, ma era uno spavaldo, un coraggioso, era un pazzo. E quindi ha portato sé stesso. Ma ha portato tanta verità. Io infatti ritengo che sia Mario Brega, sia Elena Fabrizi, siano gli ultimi caratteristi veri che Roma ha avuto. E sono orgoglioso di averli avuti nei film con me. Da Bianco, rosso e Verdone a Un sacco bello, a Borotalco, Acqua e sapone.

Devo dire anche grazie a loro perché se questi film rimangono appunto così impressi nella mente di tutti, è anche per le loro interpretazioni. Io sono stato bravo come regista ma loro m’hanno dato però la loro anima vera. La loro sincerità. Sono stati straordinari, quindi un grazie anche a loro. Senza di loro questi film avrebbero perso molto, moltissimo. Quindi è un vero piacere essere qua con voi, grazie per l’accoglienza e diciamo una preghierina a Mario, insomma, che ci guarda dall’alto. Gli vorremo sempre bene. Ma il bello del cinema è questo: rende le persone immortali. E quindi lui sarà sempre immortale con i nostri film”.

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