Carlo Verdone stava cercando un volto da attribuire alla mamma di Mimmo in Bianco, rosso e Verdone e un amico gli consiglio la Sora Lella, al tempo punto di riferimento delle anime in pena delle “donne cornute”

Sora Lella aveva già preso parte nel mondo del cinema prima di conoscere Carlo Verdone, ma non era mai diventata popolare come dopo il film “Bianco, rosso e Verdone”: oggi ricordiamo il periodo antecedente al successo del 1981, quando la simpaticissima Elena Fabrizi era un punto di riferimento per le “donne cornute”, alle quali dava consigli d’amore, come ha ricordato l’attore romando raccontando gli aneddoti del provino. Sì, ma dove li dava questi consigli? Come ricorda Verdone, il tutto avveniva in radio: “Radio Lazio”. Fu un amico dell’attore a consigliare di sintonizzarsi “tutte le mattine” sulla frequenza regionale, visto che in quel periodo Verdone cercava un volto da attribuire alla nonna di Mimmo del film.

La risposta di Elena Fabrizi al tradimento: “Piglialo a pizze!”

“Ce sta ‘a Sora Lella de Fabrizi. Attacca alle 11, fa un programma per le donne. Tutte donne che c’hanno un sacco de problemi”. Si trattava di “tutte donne cornute che si rivolgevano a Sora Lella per avere un consiglio su come comportarsi col marito”. Quindi “ho scoperto un mondo”. E quelle storie “erano tutte uguali”. Le donne, affrante dal dolore del tradimento, in lacrime, chiedevano: “Lella, Lella mia”. Lei: “Dimme tesoro, ma che t’è successo?”. E l’ascoltatrice: “Me riconosci? So Ada der Prenestino?”.

“Sì, sì, dimme dimme”.

“Ma ‘o sai che stanotte è tornato alle 3 de notte? Sul colletto della camicia c’aveva er rossetto”.

“‘O sai che te dico? Je devi dà un calcio ar c**o!”.

I consigli della verace e spontanea Elena Fabrizi “erano tutti così” e le storie “erano tutte uguali”. Si andava dal “calcio al c**o” al “piglialo a pizze”, daje un calcio”. Insomma: “Era una consolatrice di anime”.

L’amore secondo la Sora Lella

Durante un’ospitata al Maurizio Costanzo Show, la simpaticissima attrice raccontava il modo in cui viveva l’amore ai suoi tempi”. Il conduttore scherzava: “Praticamente è come aprire un esercizio”. Lei: “Si usava così ai miei tempi”. E lui: “Te vuoi mette a fare l’amore con me? Cioè: ‘Vuoi vendere i filetti di baccalà’?”. Lei amava “un macellaio” che le chiese esplicitamente se avesse il desiderio “di fare l’amore”. Disse di “sì”, ma prima doveva ottenere il permesso del “padrone”, in riferimento al fratello Aldo Fabrizi, che negò categoricamente.

“E il macellaio?”. Elena: “E lui porello c’è rimasto male. Ogni tanto me viene in mente, dico: ‘Che fine avrà fatto?'”. Partì poi un simpatico siparietto con Costanzo, perché lei spiegava che quella domanda posta dall’uomo non alludeva al sesso ma “a un bacetto”. Maurizio disse: “Sì e che se Aldo avesse detto di ‘sì’ ti pare che annavate a raccoje le margherite?”. Sora Lella: “Adesso tutto questo non esiste più… Ma fanno bene, per l’amore de Dio. Brave, brave. Io je darebbe la medaglia d’oro a chi lo fa”.

Poi c’era un altro spasimante: “Quello del bar…”. Lei disse: “Era un amore platonico, se guardavamo, io lo guardavo. ‘Sti occhi celesti”. Costanzo provocava: “Qualcosa c’è stato”. Lei: “Ma io so’ sposata, e che je mettevo le corna a mi’ marito”. Il conduttore: “Però lui te le metteva le corna”. Sora Lella: “Eeeh, le metteva. Eeeh. Me ne ha messe quanto un canestro de lumache”.

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