L’attore romano si sfoga in un’intervista recente rilasciata al settimanale diretto da Alfonso Signorini: le parole di Alvaro Vitali, dimenticato dal cinema

Era il pioniere dei comici dalla battuta pronta, era il capogruppo dei “fancazzisti” dell’epoca: faceva ridere e teneva compagnia Alvaro Vitali prima di essere improvvisamente e repentinamente scordato dal cinema. Andava talmente forte che rifiutò ruoli che, col tempo, si sarebbero rivelati di grande prestigio, anche internazionale. Non che non lo fosse già, e proprio per questo si vedeva costretto a rifiutare le parti che gli proponevano. D’altronde, allora come oggi, il mercato lo fa chi porta cash. E lui, al botteghino, ha saputo far bene. Quando l’epoca è passata, però, e i successi sono terminati, Vitali è stato messo alla porta. E, a quanto pare, sarebbe stato abbandonato anche dagli amici/colleghi come Lino Banfi e Edwige Fenech.

Ci sono ricorrenti interviste e sfoghi in cui l’attore parla della sua situazione, anche se da qualche anno ha scelto la via dell’accettazione. “Non sputo sul mio personaggio, ma l’ho odiato”. Sono parole che ripete a distanza di tempo, la differenza è il suo approccio: oggi “non chiedo ingaggi neanche se mi uccidi, se vuoi mi chiami”. Lo ha detto nella recente intervista rilasciata al settimanale “Chi”. “Sto tranquillo – ha ribadito – vivo bene e non ho bisogno di niente”.

Chissà se dietro queste parole si celi anche della rassegnazione o un’ostentata serenità. D’altronde, il problema lo ha perseguitato e afflitto a lungo. Di recente ha spiegato di vivere con “soli” 1.200 euro di pensione al mese dopo aver vissuto l’apice, come ai tempi in cui “cambiavo auto ogni tre mesi”. I suoi film erano considerati di serie B, ma “facevano star bene” e “vendevano”.

L’aiuto della moglie Stefania

Non passa intervista in cui la moglie Stefania non venga citata. S’incontrarono la prima volta nel 1997, in una sala d’incisione. Si innamorarono con il tempo: lui la conquistò con l’inconfondibile simpatia. Lei gli è stata sempre accanto: durante la depressione, dopo l’ictus, durante i momenti di sconforto, “quando non volevo vedere nessuno”. Stefania ha avuto il merito di spronarlo a tornare a vivere: “Ha saputo starmi vicino”. Grazie a lei, usciva sempre di più e ha ritrovato il sorriso.

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