Conosciamo la sua voce radiofonica, ma c’è molto di più dietro Manuela Santanocita. Nata a Catania, ha assorbito l’energia dell’Etna, un vulcano che le ha donato un’anima vitale e determinata. Mamma, scrittrice, viaggiatrice, amante della vita: i suoi interessi sono tanti e le sue passioni contagiose. “Non è come sembra” è stato il suo primo libro, un viaggio introspettivo che ci svela un lato inaspettato di questa donna straordinaria. In un’intervista esclusiva, Manuela Santanocita, ha aperto il suo cuore, ripercorrendo la sua infanzia, l’amore per la scrittura che va di pari passo a quello della cucina. Un amore che si può definire ancestrale.

Intervista a Manuela Santanocita

Sei una speaker radiofonica, conduttrice e autrice. Com’è nata la passione per la scrittura?

La mia passione per la scrittura nasce fin da bambina. A scuola, per esempio, i temi di italiano erano per me un’opportunità per esprimere la mia creatività, anche in modo originale, ma sempre nel rispetto delle regole. Nutro una forte passione per la poesia, sia come lettrice sia come autrice, anche se le poesie, le scrivo soprattutto per me. L’amore per la scrittura dunque, mi ha accompagnato nel tempo, anche quando da più grande mi sono avvicinata al mondo della radio e della TV, dove oltre che occuparmi della parte “parlata”, ho curato molto la parte “scritta”, mettendo nero su bianco testi ironici e non solo, creati da me. Attribuisco in generale grande valore alle parole, siano esse scritte, dette o non dette. 

Tra i libri che hai scritto c’è “Non è come sembra” in cui sottolinei l’importanza dell’ironia e del gioco linguistico nel tuo approccio al viaggio. In che modo questi elementi possono arricchire l’esperienza di lettura e aiutarci a scoprire nuovi significati e prospettive? E come può la letteratura, attraverso l’uso creativo del linguaggio, contribuire a superare le barriere culturali e a favorire l’incontro tra diverse realtà?

L’ironia e la leggerezza arricchiscono qualunque tipo di esperienza: è un atteggiamento leggero di approcciarsi alla vita, che non vuole dire superficiale. Di certo è un modo per invitare il lettore ad un’interazione più attiva con il testo, stimolandone la curiosità. Per rispondere alla seconda parte della domanda, mi piacerebbe fare un tuffo nel passato a quando da bambina, mia nonna Rosa mi raccontava storie, canticchiava stornelli, proponeva indovinelli e filastrocche… Ecco, credo che la mia scrittura “musicale” derivi proprio da lì e che le barriere culturali si inizino a superare quando non ci sono, ovvero da bambini, grazie anche alla letteratura, che sviluppando molto l’empatia, ci mostra il mondo come arricchimento nella diversità.

Invece com’è nata l’idea di scrivere “Cocomeri d’inverno”. Un libro che mette d’accordo il buon cibo e i viaggi insieme all’ironia.

L’idea di “Cocomeri d’Inverno” così come “Non è come sembra”, nasce dalla radio e dalla TV: ho pensato infatti di mettere insieme alcuni dei “pezzi” più divertenti scritti per le trasmissioni televisive e radiofoniche, donando loro una nuova vita, quella dei libri per l’appunto. Ringrazio Agra Editore per aver sostenuto entrambi i progetti. “Cocomeri d’Inverno”, nello specifico, “viene fuori” è proprio il caso di dirlo, dall’amore per il buon cibo misto a curiosità e voglia di sperimentare, sempre con un tocco di ironia ed a proposito di ironia, ho messo ai fornelli anche lo sfizioso Pippo Palmieri de “Lo Zoo di 105” che ha arricchito il libro con una gustosissima ricetta in prefazione; mentre, per la postfazione, ho messo il grembiule al fragrante Dott. Salvatore Mazzarino, con lo scopo di un consiglio mirato per contenere i danni di qualche dolcetto di troppo. Entrambi simpatici e professionali, hanno donato “ai miei cocomeri”, quel tocco di pepe in più.

Com’è nata la tua passione per la cucina?

Anche in questo caso, bisognerebbe fare un salto all’infanzia. Il mio amore per la cucina nasce in famiglia dove da sempre, anche dalle pietanze “più povere”, le massaie di casa, pur avendo a volte pochi ingredienti a disposizione, proponevano piatti prelibati e succulenti. Ricordo ancora pranzi delle feste in cui si banchettava a suon di maccheroni al ragù, pollo ripieno, salumi e formaggi, leccornie di ogni tipo (tutto rigorosamente fatto a mano) e dove anche il pane, di casa, condito con un filo di olio assumeva (e lo assume tuttora) le sembianze di un pranzo delizioso. La cucina mette insieme i cuori, esaltando la personalità di ognuno. Le mie nonne, mia madre…Parlo davvero di ottime cuoche, da loro ho imparato a preparare non solo le basi, ma anche le ricette un po’ più complicate: articolata è di certo la lasagna, ma vuoi mettere la soddisfazione di saper tirare la sfoglia a mano o di saper preparare il roux per la besciamella?! Alla fine, in cucina è tutta questione di piacere.

Progetti futuri?

Il mio obiettivo presente e futuro è quello di creare contenuti che regalino un sorriso e come sempre spero di poterlo fare attraverso la radio, la tv o la scrittura. E chi lo sa, forse un nuovo libro è già in pentola.