“Farebbero meglio a star zitti e lasciare che i giovani facciano la propria strada” – il duro sfogo della cantante

Donatella Rettore ha attaccato duramente il collega Antonello Venditti, in seguito alle parole del cantante romano, che nei giorni scorsi aveva parlato così dei giovani talenti di oggi.
“Questi giovani sono bravi: io so fare quello che fanno loro, ma loro non sanno fare quello che faccio io. E prendi Annalisa: è una bravissima cantante, ma è stata costretta dal mercato a diventare altro da se stessa. Anche Angelina Mango“.
La critica alle nuove voci non è passata inosservata a Donatella Rettore che ha voluto replicare a modo suo. “Quello che ha detto ad Annalisa e Angelina? Devo essere onesta, non sapevo che avesse detto questo, ma ti fermo subito. Antonello Venditti ce l’ha e ce l’aveva pure con me. Se mi sono data una risposta? No. Dico solo che ci sono i grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica e va bene” – ha detto ai microfoni del Fatto Quotidiano.

Donatella Rettore contro Venditti: “Farebbe meglio a tacere”

“Questi stessi sono anche uomini che farebbero meglio a star zitti e lasciare che i giovani facciano la propria strada” – ha aggiunto la Rettore. “Ed è successo anche a me in passato. Gino Paoli si girava dall’altra parte ogni volta che mi vedeva. Ma sai cosa penso? Che solo il tempo dà ragione. Io sono ancora qua dopo 40 anni, ad esempio. Angelina Mango e Annalisa sono bravissime, sono delle ‘spugne’, fanno bene a non mettere paletti intorno e ad aprirsi. Cantano benissimo. Il tempo darà ragione a loro”.

Venditti prova a fare chiarezza: “Articolo creato per fare inutili paragoni”

Dopo numerosi attacchi a causa delle sue parole, Antonello Venditti ha cercato di spiegare meglio ciò che intendeva, tornando sui propri passi. “Io amo Annalisa, Angelina e Madame quindi tutto l’articolo è un’enorme forzatura solo per creare strani e inutili paragoni. Le ho sentite interpretare canzoni di grandi cantautori con grande maestria, ma evidentemente per il mercato di oggi non basta essere brave. Si pretende un look e una presunta sensualità imposta da un ulteriore presunto sound ormai globalizzato” – ha concluso il cantautore romano.

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