Senza peli sulla lingua, la conduttrice dal sorriso stampato in volto svela le sue carte: non sposa Vittorio Garrone. “I matrimoni portano sfiga”
Non parlatele di matrimonio, perché vi fulminerebbe seduta stante: Antonella Clerici ha deciso, non sposa Vittorio Garrone. “Quando ho compiuto 50 anni è stata una tragedia. Madonna come sono vecchia mi dicevo”. Ma non pensate che sia vecchia per un matrimonio, l'”anzianità” di cui parla è quella anagrafica, sa che non ci sono date per un evento così. Ormai ha capito che non è l’etichetta che conta, ma l’amore. Poi per carità, si farà “una festa” tra intimi.
Attenzione a pensare che non vi sia amore con e per Vittorio Garrone, anzi è proprio l’opposto. L’ha aiutata ad uscire dalla storia finita con Eddy, ma soprattutto ad affrontare una quotidianità che si fa sempre più complicata, a cominciare dagli acciacchi dell’età. Quella con Garrone, al contrario di ciò che si possa pensare, è una storia “bella, piena”. Poi a 52 anni “ho conosciuto Vittorio Garrone e ho ritrovato l’amore”.
L’intervista di Antonella Clerici: “Educate così i vostri figli”
La conduttrice a breve compirà 60 anni, un’età importante che si vuol godere con Vittorio, che l’aiuta a restare e, soprattutto, a sentirsi giovane. “Fisicamente reggo ancora, dai”, sottolinea lei. “E poi ho un uomo meraviglioso che mi vede sempre bellissima e il pubblico mi vuole bene”. Ma non lo sposa, perché? “A me il matrimonio un po’ mi porta sfiga. Magari faremo una festa per i nostri dieci anni…”. Non è un ‘no’, ma si coglie la palla al balzo per parlare di un tema caldo e delicato di questi tempi, gli uomini che non sanno accettare la fine della relazione imposta dalle loro partner. “Dobbiamo educare i ragazzi ai no, ai rifiuti. La crescita avviene anche attraverso le difficoltà”.
Il consiglio della conduttrice è quello di cominciare quando il “maschio” è ancora un ragazzo, quindi dall’educazione da impartire. La prima vera regola è quella che andrebbe in controtendenza con quanto vediamo quotidianamente: smetterla di essere iperprotettivi. “Vorremmo proteggere i nostri bambini, ma così gli facciamo male. Se Maelle – la figlia (ndr) – torna a casa con un 4, c’è una sola responsabile: lei. Se non li abituiamo ai rifiuti, poi non accetteranno i no della fidanzata. E la scuola deve aiutare: un’ora o più di educazione affettiva alla settimana sarebbe molto importante”.
Alla sua piccola insegna ad “essere sé stessa”, consapevole che “dagli uomini possessivi bisogna girare alla larga”. Inoltre: “Le raccomando di stare attenta quando esce da sola. Alle ragazze dico: occhio ai narcisisti. Dicono che se li lasciate si ammazzano, ma quelli non si ammazzano mai. Piuttosto accoltellano la fidanzata”.