Era il 14 maggio del 1995 quando i telegiornali italiani diffondevano la notizia della morte in solitudine di Mia: il corpo giaceva nell’appartamento da due giorni
Dopo una carriera straordinaria, a causa di una maldicenza circa il fatto che portasse “sfortuna”, Mia Martini decise di ritirarsi dalle scene musicali nel 1983, all’improvviso e senza preavviso, dopo una carriera brillante: il 12 maggio del 1995 è la data di morte (in solitudine) della cantante, a 47 anni, ma solo due giorni dopo lo scoprimmo attraverso i notiziari. Fu ritrovata senza vita in casa, il corpo giaceva lì da almeno 48 ore. Si trattava di un appartamento situato in un paesino, dove era in affitto da un mese.
Domenica Rita Adriana Bertè all’anagrafe, è la sorella di Loredana Bertè, la secondogenita di quattro figlie. Loredana è la terzogenita: entrambe sono nate il 20 settembre, Mia nel 1947, Loredana tre anni dopo. Negli anni Settanta, Mia Martini ottenne la grande popolarità, anche sconfinando l’Italia. La sua voce conquistò tutti. In un’intervista a Loredana Bertè, Pippo Baudo affrontò proprio il tema della maldicenza: “Ha sopportato questa cosa per più di quindici anni – spiegava la sorella – Alcuni registi non le permettevano di entrare neanche in studio”. Ma perché la dipingevano come “porta sfortuna”?
L’appellativo da “porta sfortuna”: il motivo scatenante
Ebbene: la maldicenza sarebbe nata per un contratto di esclusiva che la cantante si sarebbe rifiutata di firmare dopo aver ricevuto la proposta da un produttore musicale. E proprio quest’uomo avrebbe cominciato a divulgare quella che oggi conosciamo come una “fake news”, dal potere mediatico devastante. Questa voce ha cominciato a girare tra i corridoi del cosiddetto mondo dello spettacolo, alimentata da alcune vicissitudini capitate alla cantante. Ad esempio l’incidente stradale in cui persero la vita alcuni componenti della sua band mentre tornavano da un concerto di Mia a Palermo. “Lei è brava ma attenzione ad avvicinarti troppo, potresti finire male”, si diceva.
Inoltre, nel 1980, Mia Martini fu costretta ad operarsi alle corde vocali: “Si porta sfortuna da sola”, dicevano i malpensanti. Come si può immaginare, un intervento simile può compromettere la carriera di un cantante, se non altro nell’immediato. Infatti dovette star ferma per un anno, impossibilitata a parlare, poteva esprimersi solo a gesti. Ma, nonostante tutti la dessero per “spacciata”, lei tornò sotto i riflettori, lasciando chiunque di sasso con la sua prima apparizione al Festival di Sanremo del 1982. In quell’anno, la cantante fu la prima ad ottenere un premio extra Festival, vale a dire il premio della critica. L’anno seguente, però, Mia Martini decise di sparire completamente nel nulla.
Il ritiro e lo straordinario ritorno sulle scene, prima della morte
Il motivo? Le voci, insistenti, ripetute, reiterate. Renato Zero, grande amico dell’artista, rivelò di aver fatto da garante per la collega in merito alla sua partecipazione del 1982, e di aver dovuto firmare dichiarazioni in cui si assumeva la piena responsabilità “su tutto ciò che di spiacevole sarebbe potuto capitarle” durante l’esibizione sul palco. Ma, dopo la sparizione del 1983, sei anni dopo fece un grande ritorno al Festival di Sanremo del 1989. Si presentò a Rai1 dopo anni di depressione e fece un’interpretazione che è entrata e rimarrà indelebile negli annali della tv italiana e della musica, con il brano “Almeno tu nell’universo”.
La causa di morte di Mia Martini
Secondo l’esame dell’autopsia, la morte è imputabile ad un arresto cardiaco dovuto all’abuso di stupefacenti, che la fece andare in overdose. Tesi che confermò anche il papà, parlando di un “malore improvviso”. A questa ipotesi si alterna quella cospiratrice secondo la quale la cantante si sarebbe tolta la vita, probabilmente scegliendo proprio la via dell’abuso di sostanze. Infine c’è Loredana, che imputa al padre la responsabilità di quanto di tragico capitato a Mia Martini. La morte dell’artista resta tuttora un mistero.