Non stop- Ballata senza manovratore, è stato un programma televisivo innovativo per l’epoca, quando ancora la tv stava sperimentando il format giusto per intrattenere il pubblico. Il programma è andato in onda tra il 1977 e il 1979 sulla Rete 1. C’era già stata la Riforma RAI e gli autori cercavano il punto di incontro tra il contenuto da proporre e lo spettatore. L’idea era di non avere conduttori, da lì il nome “ballata senza manovratore“. I comici intervenivano sul palco uno dopo l’altro quasi a passarsi la staffetta, senza una voce che ordinasse i tempi e descrivesse il tutto per gli spettatori a casa. Per l’epoca una scelta coraggiosa, il conduttore era fondamentale.

Un formato dunque che andava oltre gli schemi tipici in quella che era ancora una fase sperimentale. Non c’erano solo show e cabaret ma anche balli, stacchi, insomma un’accozzaglia di talenti senza un padrone che dettasse i ritmi purché a vincere fosse l’intrattenimento.

Vedi anche: CHECCO ZALONE ARTISTA CHE METTE TUTTI D’ACCORDO: TUTTO QUELLO CHE SAI E CHE NON SAI SU DI LUI

Nello show fu Pippo Baudo a proporre l’idea di mostrare al pubblico i nuovi talenti emergenti della comicità. Il dirigente Rai, Bruno Voglino, apprezzò e affidò la scrittura della trasmissione all’autore Marcello Marchesi che però non fece colpo. Così si passò a Giancarlo Magalli al quale si aggiunge Mario Pogliotti. Per la regia di Enzo Trapani.

Il palco di Non stop – Ballata senza manovratore fu calcato da figure come Marco Messeri, Carlo Verdone, Lello Arena, Enzo De Caro, Massimo Troisi. E poi ancora i Giancattivi, trio composto da Francesco Nuti, Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. Tutti giovani artisti esordienti che venivano “pescati” nei teatrini sparsi per l’Italia, in maniera omogenea da tutte le regioni del territorio.

Lo show era parallelo a quello che era il periodo dell’epoca. Il palco era ricco di colori e il cabaret andava avanti senza sosta, in un’allegra anarchia di comicità e risate. Il format divenne un cult e ispirò “La sberla” e “Drive-In“.