“Non sono pronto a uccidere”: si chiamava Ivan Petunin ed era un rapper russo, morto suicida. Non voleva andare in guerra, non l’accettava e temeva la chiamata alle armi, vista la mobilitazione parziale che era in corso in quel periodo in Russia. Questo accadeva un anno fa esatto, il rapper aveva 27 anni ed era conosciuto con il nome d’arte “Walkie”. Il corpo fu ritrovato nei pressi di un edificio di Krasnodar.

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Walkie, il rapper russo morto suicida: il video, poi cancellato, dove preannunciava l’estremo gesto

Ivan Petunin

L’artista aveva già preannunciato l’intenzione dell’estremo gesto in un video, prima apparso e poi cancellato. Nella prima immagine di questo articolo, a sinistra, vi è un frame del filmato in questione. “Se stai guardando questo video – diceva in uno dei suoi canali Telegram – allora non sono più vivo”. Aggiunse di non essere pronto “a uccidere per nessun ideale”, responsabilità che non voleva assumersi. “Sulla mia anima sento il peccato dell’omicidio”.

Dunque, la drastica decisione, per “rimanere per sempre nella storia, come un uomo che non ha sostenuto ciò che stava accadendo”. Il ragazzo era stato esonerato provvisoriamente dal servizio militare e temeva una chiamata immediata alle armi. Si scopre che il giovane accusava problemi di salute e si sottoponeva a cure neuropsicologiche.

La chiamata alle armi in Russia: la fuga dal Paese

Non fu l’unico caso, anche se tra i più eclatanti anche per via della visibilità che aveva il povero Walkie. In centinaia di migliaia di russi, a quel tempo, stavando abbandonando il Paese, formando code chilometriche alle frontiere al confine con la Georgia. Ad un anno da questa drammatica ricorrenza, la guerra non è ancora cessata e i morti si moltiplicano di giorno in giorno, arrivando a toccare cifre agghiaccianti: centinaia di migliaia di vittime.

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