La morte di Leonardo Riberti, caduto dalla finestra dell’ospedale Maggiore di Bologna, nel giugno 2021, era sembrata fin da subito sospetta e infatti le indagini sul tragico avvenimento, affidate alla Procura di Bologna hanno portato all’accusa di omicidio colposo per la responsabile del Servizio Diagnosi e cura della Psichiatria universitaria di Ferrara, che aveva in cura il giovane prima del trasferimento all’ospedale di Bologna.

Il ragazzo era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Cona in seguito ad allucinazioni causate dall’uso di cannabinoidi e si trovava nell’ospedale di Bologna per subire un’operazione per via di un oggetto di plastica inavvertitamente ingerito dal giovane, che gli si era incastrato nell’esofago.

Le parole dei genitori della vittima:

I genitori di Leonardo Riberti hanno immediatamente messo in dubbio la possibilità che il figlio avesse deliberatamente deciso di suicidarsi: «Mio figlio non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare di compiere un simile atto. Non era vero. Non aveva deciso un bel nulla! Ho denunciato: Leonardo era in cura e custodia dell’ospedale ed è stato abbandonato a sé stesso. Non ho mai smesso di indagare. Mio figlio, quella notte, si trovava ricoverato in stato confusionale. Docile ma non in sé».

Alle dichiarazioni della famiglia ha fatto eco il medico legale: «Leonardo si trovava ricoverato per uno scompenso psicotico e, poco prima della tragedia, gli era stata somministrata a scopo anestetico, Ketamina. Un importante allucinogeno. Una cosa è certa: chi parla di suicidio è in malafede».

Infatti, secondo la ricostruzione della Procura, la psichiatra che organizzò il trasferimento del paziente da Ferrara a Bologna, inviò una nota secondo cui Riberti «non rappresentava la presenza di uno stato psichico acuto» e non menzionò la possibilità che il giovane potesse compiere gesti pericolosi per la propria incolumità. Tantomeno fu dichiarato che il paziente il giorno stesso del ricovero si fosse arrampicato su un cancello dell’ospedale di Ferrara.

Leonardo Riberti, dunque, senza modalità particolari di osservazione, verso le 5:30 del 21 giugno tentò la fuga saltando da una finestra dell’ospedale e cadendo da 15 metri d’altezza. Lo schianto al suolo gli fu fatale.

Le indagini della Procura, coordinate dal pm Luca Venturi, contestano alla psichiatra una condotta «negligente e imprudente» a causa del quale l’ospedale di Bologna non ha adottato idonee misure preventive per evitare che il paziente potesse mettere a rischio la propria incolumità.