Sono appena passate 24 ore dall’ultimo caso di suicidio tra le forze dell’ordine e il drammatico numero continua ad aumentare: un giovane poliziotto si spara all’interno del Cpr di Milano, in via Corelli. Si tratta di un agente scelto della polizia di Stato. Il fatto è accaduto oggi 15 settembre poco dopo le ore 12. La notizia è stata diffusa da MilanoToday e confermata dalla questura di Milano.

Giovane poliziotto si spara nel Centro di rimpatrio di Milano: la ricostruzione, chi è l’agente che si è tolto la vita, le agghiaccianti statistiche sui suicidi fra le forze armate e nella polizia di Stato

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Da quanto emerge dalle prime ricostruzioni, il militare era a colloquio con una delle persone rinchiude nel Centro per il rimpatrio di Milano quando si è improvvisamente alzato per andare in armeria. Proprio dopo aver guadagnato la stanza ha compiuto l’estremo gesto, sparandosi con la pistola di ordinanza.

Sebbene il tempestivo intervento con ambulanza e automedica da parte dei soccorritori dell’Azienda regionale emergenza urgenza, per il poliziotto era già troppo tardi. Gli operatori ne hanno constatato il decesso che si aggiunge ad una inquietante trafila di nomi che da gennaio a oggi segna una spaventosa cifra tonda: si tratta del 50esimo suicidio fra i militari. A diffondere il dato sono i sindacati di polizia.

Lunedì si è tolta la vita una poliziotta all’interno della questura di Verona, la notizia era stata diffusa solo ieri. La donna aveva 45 anni.

Suicidi fra le forze dell’ordine: i numeri drammatici

Suicidi fra le forze dell’ordine: i numeri. Un altro poliziotto si spara togliendosi la vita. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Suicidi in Divisa (OSD), il caso in questione arriva a toccare la scioccante quota di 60 forze in divisa suicide nel 2022. Se il tasso dei suicidi nella popolazione normale è di 0,60 per mille, tra gli agenti in divisa i numeri crescono in maniera allarmante: il tasso dei suicidi tra gli agenti di polizia è all’1 per mille, mentre per la Polizia Penitenziaria è all’1,30 per mille.

Da alcuni documenti ufficiali e resi noti, si evince come l’operatore in divisa prediliga il silenzio piuttosto che rivelarsi rischiando di perdere il posto di lavoro o ritrovarsi in uno stallo nella propria carriera professionale. La malinconia accrescerebbe, dunque, il desiderio di compiere l’estremo gesto. L’isolamento e la mancata comunicazione tra i colleghi sono segnali da non sottovalutare.

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