“Ci sentivamo spesso. So che è venuta a Roma – parlando di Edwige Fenech (ndr) – è stata al ristorante di Lino Banfi e non m’hanno chiamato. È stato un peccato. Avevamo l’occasione di rifare il trio. C’ero sempre anche io nei film con loro, se ne saranno dimenticati”. È con queste parole che Alvaro Vitali torna su un tema piuttosto caldo e che porta con sé strascichi indelebili nel cuore dell’attore romano. Il riferimento dell’interprete del tanto amato/odiato Pierino è al ritrovo della coppia a dieci anni di distanza dall’ultima volta. Edwige ha fatto tappa al ristorante del comico pugliese in occasione del suo viaggio in Italia per promuovere il nuovo film con Pupi Avati dopo sette anni dalla sua ultima partecipazione sul set.

L’intervista rilasciata a Fanpage.it da Alvaro Vitali conferma che, nonostante le più recenti dichiarazioni distensive su quella carriera limitata dai pregiudizi sulla sua immagine, ci sia ancora del malessere sotteso nei rapporti interpersonali con i vecchi amici/colleghi. Non lo chiamano al cinema, “pensano che sia solo Pierino”, non lo chiamano gli amici. “Quelli veri, i più stretti, sono tutti morti”. Tra loro, Renzo Montagnani, che “è stato ridotto ad ‘attore delle commedie sexy’, ma in realtà era un grandissimo attore. Faceva di tutto, accettava di tutto perché Daniele, un figlio disabile a Londra da curare e mi diceva: “Alvaro, a me non interessa, io prendo tutto perché devo lavorare per lui”.

E poi ricorda anche Mario Carotenuto: “Mi ha insegnato tutto. Anche lui ha avuto ben pochi riconoscimenti. Io, per quello che vale, parlo sempre di lui tutte le volte che posso”. Infine, sulla polemica relativa alla pensione. Non si lamenta, “si campa bene”, tuttavia si chiede “come mai le case cinematografiche non hanno mai messo tutti i contributi. Se un film durava un mese, le case pagavano due settimane”.