Un’altra intervista di Alvaro Vitali per chiarire definitivamente la situazione con gli amici e i colleghi: “Ma non mi chiamano, ecco perché ho detto quelle cose”

Tre giorni fa, ospite di Barbara D’Urso a Pomeriggio Cinque, è tornato a parlare il simpatico Alvaro Vitali, mattatore della commedia all’italiana del magico periodo per il genere, ovvero gli anni ’70 e ’80: nel mirino dell’attore romano, neanche a dirlo, nuovamente il raduno di Lino Banfi e Edwige Fenech e l’accusa, indiretta è la solita, “non chiamano nonostante in quei film c’ero anche io”. Barbara D’Urso ha voluto vederci chiaro sulla questione, decisamente interessata all’argomento. La padrona di casa del salotto più famoso della Mediaset pone domande senza mezzi termini, risaltando le continue drastiche interviste rilasciate da Vitali.

“Ecco perché ho detto quelle cose nell’intervista”

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L’attore romano si sente in dovere di precisare che non si tratta di astio. Quello che prova non è traducibile come una banale “invidia”, né come una “lagna”: Vitali vuole ancora bene ai suoi ex colleghi. Anzi, se Banfi lo chiamasse direbbe subito di sì: “Ma magari venisse adesso”, spiega agli ospiti della trasmissione. L’ospitata vuole chiarire definitivamente la questione, Vitali non sembra ritrattare le sue parole ma appare decisamente tranquillo, intenzionato a deporre le armi. Chiarisce l’ultima uscita che riguardava proprio il raduno dei due colleghi: “Il giornalista mi ha fatto una domanda, dicendomi: ‘Alvaro, la Fenech è andata a pranzo con Lino Banfi al ristorante. Perché non ti hanno chiamato?'”. Da queste parole, l’attore sembra voler scaricare al giornalista la sua esternazione, ma specifica in diretta: “Ovvio, se avessero chiamato pure me si sarebbe riformato il trio”.

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