Nessuno mi può giudicare” è un film di grande successo uscito nel 2011 per la prima regia assoluta di Massimiliano Bruno (anche co-sceneggiatore). La pellicola ha incassato, contro i pronostici, il Nastro d’argento alla migliore commedia, superando in volata i due film campioni d’incasso al botteghino: “Benvenuti al Sud” e “Che bella giornata“. Nel cast troviamo Paola Cortellesi (premiata con il David in qualità di migliore attrice protagonista), Raoul Bova, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Caterina Guzzanti, Massimiliano Bruno stesso e Giovanni Bruno.

Il motto è la simpatia. Simpatia ovunque. Dentro e fuori dal set. Anche nella conferenza di presentazione del film ce n’era da ridere. Lillo: “Ringrazio il regista perché mi ha tolto da questo ruolo di bello che ho da tanti anni e mi ha dato la possibilità finalmente che non sono solo un corpo“. Si tratta di un cast creato tra “amici“, tutti “presi dal teatro“. Concetto importante ripetuto più volte sia dal regista che dagli attori.

Nessuno mi può giudicare“: trama

Il film tratta la storia di Alice, interpretata da Paola Cortellesi, rimasta vedova con un figlio di 9 anni e una bella villetta a Roma nord con tanto di domestici. Un tenore di vita che non può più sostenere visto che l’uomo l’ha lasciata con tanti debiti. Così Alice passa dai quartieri alti alla periferia e per trovare un modo per “tirare avanti” si imbatte, attraverso internet, nella professione di escort. Il film ruota attorno anche alle figure di altri personaggi che lottano e lavorano onestamente per arrivare alla fine del mese, come Giulio, interpretato da Raoul Bova, che ha la sfortuna di incontrare Alice.

“Nessuno mi può giudicare”: un film che ci riporta al racconto dell’Italia contemporanea

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Nessuno mi può giudicare” è il risultato positivo di un’Italia che ci prova (e finalmente, in parte, ci riesce) a ripercorrere la creatività di maestri dei decenni d’oro, senza necessariamente doverli scomodare. Quanto meno il film si guadagna la fama di essere uno di quei lavori che più si avvicinano ai progetti di un tempo. Il racconto di un’Italia contemporanea è un lavoro difficile e spesso pompato con risultati poi piuttosto discutibili. In questo caso il film centra il punto e il successo della pellicola ne è la testimonianza. Inoltre la storia ha il compito e il merito di far ridere e ne viene fuori un lavoro corale positivo.

Sul set eravamo una famiglia

Quando un gruppo così affiatato si riunisce per un progetto comico che piace a tutti, è chiaro che si ottengono buoni risultati” diceva Paola Cortellesi nella conferenza stampa del film l’11 marzo del 2011, al cinema Adriano di Roma. Raoul Bova: “Si è creata una famiglia sul set, io non vedevo l’ora di andare a lavorare per divertirmi. Era un gruppo energico, si suonava durante la pausa e si mangiava insieme. C’era bella atmosfera. Io campo di luce riflessa, una commedia così non l’avevo mai fatta. Ci siamo trovati in una situazione di non giudizio. Spesso si sta sul set per giudicare e guardare il collega e un po’ ti blocca. Sul set c’era complicità, voglia di aiutarsi”.

Si dice soddisfatto del suo lavoro personale: “Ho fatto delle cose che sullo schermo mi guardo e dico: ‘Non sono io’. Ero preso dal grande entusiasmo”. La sua partecipazione al film la dobbiamo a Paola Cortellesi: Ha insistito molto. Massimiliano anche me lo aveva proposto ma non capivo l’idea all’inizio. Paola ha insistito per farmi leggere il copione e ho visto un film strutturato. C’era un mondo che raccontava una società, il quartiere… I valori, che molto spesso uno pensa di non trovarli nei quartieri popolari, invece proprio lì c’è ricchezza di sentimenti“.

Nessuno mi può giudicare“: Nel cast presenti “amici che sono venuti a lavorare gratis

Paola: “Altra cosa singolare del film è che in tutto il cast, anche i ruoli secondari, sono interpretati da amici che frequentiamo da tanto. Riccardo Rossi che esce gridando come un’aquila, ‘straordinario!’, è venuto un giorno, ci ha scapigliati a tutti e se n’è andato perché quando arriva fa così. Lo sceneggiatore Falcone vestito sadomaso. È uno dei nostri amici ma è un signor sceneggiatore“. Interviene Massimiliano dicendo: “So’ 10 giorni che si preoccupa che la madre vedrà il film e lui è conciato così“.

Paola: “Massimo ha detto: ‘Paola ma sei un po’ in imbarazzo, quello ti mette la mano sul sedere’. Però è il massimo che succede, quello è Paolo Calabresi. Sono tutti amici che frequentiamo e sono venuti con lo spirito di dire: ‘Ma sì, andiamo a fa’ caciara’“.

Rocco prova a rompere l’incantesimo: “Sempre a spargere sto miele, tutti che si vogliono bene…”

Rocco: “Che palle, ci vediamo sempre a ‘ste conferenze stampa e spargiamo tutto questo miele, questa bellezza. Siamo tutti amici…”. Ma poi l’attore scioglie immediatamente la tensione, provocando risate a tutti quanti: “Stavolta però devo ammetterlo anche io: siamo tutti amici. Cioè non ne posso venir fuori da questa retorica del ca**o. Ci conosciamo veramente da tanti anni. ‘Sto Massimiliano Bruno è uno dei fomentatori e ha chiamato a raccolta tutti attori strepitosi e personali. Sono attori, non comici. Senza nulla togliere ai comici, spero di diventarlo pure io prima o poi. Ma il teatro è il discorso interessante di questo progetto. In teatro si forma la personalità, e questo film è pieno di personalità. Sono felice di esserci. L’ambientazione del film è un valore aggiunto, non lo dico perché mia moglie era alla scenografia“, riferendosi a Sonia Peng.

Paola: “Nonostante il disturbo che abbiamo creato al Quarticciolo ci hanno accolti bene, ci portavano da mangiare“. Irrompe Massimiliano: “Suggerivano pure. Interrompevano il set dicendo: ‘Questa la puoi fare più intensa…’“. La magia si è vista anche sullo schermo e abbiamo apprezzato il film, uno dei migliori sulla commedia italiana degli ultimi decenni poco fortunati.

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