Bombolo è stato uno dei più amati caratteristi dei cosiddetti film di genere degli anni Settanta e Ottanta. Prevalentemente commedie sexy e poliziotteschi. Deve la notorietà soprattutto al personaggio di Venticello, interpretato nei film di Bruno Corbucci con Tomas Milian che impersonava l’ispettore Nico Giraldi il quale lo riempiva di ceffoni. Nella prefazione del libro biografico dedicato a Bombolo e curato da Ezio Cardarelli, (“E poi cominciatti a fa’ l’attore“), Marco Giusti ha scritto: “Il fatto è che Bombolo non era esattamente un attore, era qualcosa di reale, di pesantemente vitale e scatenato, precipitato nel pieno del teatro e del cinema comico italiano degli anni ’70 e primi ’80. Come un meteorite”.
Le burle, le battute, le espressioni, le esclamazioni e le manifestazioni di sofferenza, in seguito agli schiaffoni, sono perle dinanzi alle quali è difficile non ridere a crepapelle ancora oggi, pur avendole viste e riviste all’infinito. Bombolo però è stato anche la spalla di Enzo Cannavale e Pippo Franco, oltre che di Milian, pur restando fedele ai ruoli basati principalmente sulla fisicità e sulle mimiche facciali. Indimenticabile e iconico il suo onomatopeico “tze-tze!“.
Tuttavia, sono i nove film (degli undici totali) basati sulle vicende dell’ispettore Nico Giraldi a renderlo uno degli attori più famosi e apprezzati nel mondo del cinema degli anni Settanta e Ottanta. Nato nel rione Ponte, a Roma, il 22 maggio del 1931, Franco Lechner, così all’anagrafe, è un talento preso dalla strada ed è arrivato al cinema solo in tarda età, a 40 anni. Sin da giovane era un venditore ambulante di stoviglie, tovaglie e ombrelli. Il cosiddetto “piattarolo“. Girava nei vicoli del centro e intratteneva con i suoi tipici modi di fare.
La svolta con Pingitore e Castellacci

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La svolta avvenne nel 1975 grazie ai registi Pingitore e Castellacci che lo notarono e decisero di introdurlo sul grande schermo come caratterista. Tuttavia, Franco è sempre stato una persona umile e ben centrata sui sani principi, uno con i piedi per terra insomma. Come confermò Pingitore, continuava a praticare l’attività di ambulante durante le riprese del suo primo film, “Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa“, uscito nel 1976. Nello stesso anno debuttò al bagaglino.
Sul set di “Squadra antifurto“, fece la conoscenza di Tomas Milian, ma soprattutto degli schiaffi di Nico Giraldi. Il primo schiaffo arrivò proprio in quel film. Negli anni di maggior successo lavorò come caratterista in numerose pellicole di Corbucci e Pier Francesco Pingitore.
La meningite e la morte
L’attore fu colpito da una meningite acuta pochi mesi prima di girare il suo ultimo film, “Giuro che ti amo“, nel 1986. Nella pellicola, insieme a Nino D’Angelo, Franco appare visibilmente deperito, segnato dalla malattia che lo aveva portato anche al coma mentre era ricoverato in ospedale. Ezio Cardarelli, che ha curato la sua biografia “E poi cominciatti a fa’ l’attore” (lo stesso autore della biografia di Mario Brega, “Ce sto io e poi ce sta De Niro“), ha raccontato, in collaborazione con la famiglia dell’attore, che Bombolo venne nuovamente ricoverato l’anno seguente e le sue condizioni peggiorarono tanto da costringerlo al ritiro definitivo dalle scene.
L’ultima apparizione è avvenuta sul palco del Salone Margherita l’8 maggio del 1987, con il Bagaglino. Necessitò di sostegno fisico per raggiungere la scena. L’attore morì tre mesi e mezzo dopo, all’ospedale Forlanini di Roma, alla prematura età di 56 anni. Fu fatale un arresto cardiaco. Era il 21 agosto del 1987. L’epitaffio sulla tomba dell’attore recita: “Ciao Bombolo Core de Roma“.
Il funerale di Franco avvenne tre giorni dopo la sua morte. Tomas Milian raccontò di essere rimasto tutto il tempo nascosto dietro una colonna della parrocchia di Santa Maria in Vallicella durante la celebrazione del rito funebre. Non voleva essere riconosciuto. Al passaggio del feretro riuscì però a dargli un buffetto affettuoso, in memoria di tutti gli schiaffoni che il povero Bombolo riceveva nei film girati insieme.
Altre curiosità

- Bombolo rivelò la provenienza del suo nome d’arte. In realtà è semplicemente il suo soprannome, che gli veniva attribuito ispirandosi all’omonima canzone del 1932: “Era alto così, era grosso così, lo chiamavan Bombolo“, scritta e musicata da Marf e Vittorio Mascheroni.
- Bombolo è stato fonte di ispirazione per Eli Roth. L’attore americano si è ispirato a Bombolo per interpretare il sergente Donnie Donowitz nel film “Bastardi senza gloria“, di Quentin Tarantino. A dirlo era stato lui stesso: “Sono cresciuto ad una scuola speciale: la scuola di Bombolo”. L’attore conosce bene i film italiani ed è particolarmente affezionato, per sua ammissione, ai film con Alvaro Vitali, Lino Banfi e Lando Buzzanca oltre a quelli del mitico Bombolo.
- Ne “Il ritorno del Monnezza” del 2005, i personaggi di Tramezzino e di Franchino sono i figli di Bombolo nella storia della serie cinematografica. Tramezzino è interpretato da Enzo Salvi; Franchino da Andrea Perroni.
- Nel film “Tutta la vita davanti” del 2008, Bombolo è stato omaggiato quando viene inquadrata una fittizia Via di Roma intitolata a Franco Lechner.
- Sebbene la popolarità acquisita, Bombolo è sempre stato “uno der popolo“. Quando attori e registi lo invitavano a pranzo, lui respingeva gli inviti dicendogli: “Voi nun sapete magna’!“. Bombolo era solito intrattenersi a tavola, al contrario, proprio con gli operai del set, rifiutando le comodità e i comfort che gli spettavano in qualità di attore principale. “Io magno co’ quelli der popolo come me“, diceva.
- Il padre riparava i forni dei panettieri. Quando si recava in osteria per sbronzarsi, veniva seguito dalle papere che lo riaccompagnavano a casa completamente ubriache.
- La costumista Alessandra Cardini rivelò di avergli preso “sempre” magliette di “una taglia o due più piccole“.
- La moglie, Regina, gli portava un pentolone di pastasciutta mentre Franco era in ospedale. Passava le serate a mangiare spaghetti e a giocare a carte, ascoltando la TV al massimo volume.
Bombolo: origini, genitori, moglie, canzone, la figlia Stefania Lechner, Giuro che ti amo, tutti i film
Il cognome dell’attore suggerisce un’origine austriaca o tedesca. Lui diceva: “Sarà un residuato de’ guera del Cinquecento, roba così“. La moglie di Bombolo, Regina, è stata accanto al marito fino agli ultimi giorni di vita. Gli portava in ospedale il pentolone di pastasciutta che il compianto attore mangiava la sera con la TV a tutto volume mentre giocava a carte. La figlia di Bombolo è Stefania e ha parlato del papà proprio recentemente. Ha detto che all’epoca i suoi amici venivano sempre a casa per ridere con il padre data la sua simpatia.
Come lo stesso Franco ha ammesso, deve il nome Bombolo al soprannome che gli hanno sempre attribuito in merito alla canzone “Bombolo“: “Era alto così, era grosso così, lo chiamavan Bombolo“, scritta e musicata da Marf e Vittorio Mascheroni. “Giuro che ti amo” è stato l’ultimo film in cui Bombolo è apparso sul grande schermo, girato con Nino D’Angelo. Nella parte l’attore appare visibilmente dimagrito.
I film di Bombolo: tutta la filmografia
Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa, di Castellacci e Pingitore, del 1976; Prima notte di nozze, di Corrado Prisco, dello stesso anno; Squadra antifurto, di Bruno Corbucci ancora nel ’76. Nel 1977 ha preso parte in: Nerone, di Castellacci e Pingitore; Il marito in collegio, di Maurizio Lucidi, Messalina, Messalina!, di Bruno Corbucci; Squadra antitruffa, di Bruno Corbucci.
Due film nel 1978 con Scherzi da prete, di Pier Francesco Pingitore e Squadra antimafia, di Bruno Corbucci. Nel 1979: Tutti a squola, di Pier Francesco Pingitore; Assassinio sul Tevere, di Bruno Corbucci; L’imbranato, di Pier Francesco Pingitore. 1980: Ciao marziano, di Pier Francesco Pingitore ; La settimana bianca, di Mariano Laurenti; Il casinista, di Pier Francesco Pingitore; Delitto a Porta Romana, di Bruno Corbucci.
Addirittura 7 film nel 1981 con: La settimana al mare, di Mariano Laurenti; Tutta da scoprire, di Giuliano Carnimeo; Il marito in vacanza, di Maurizio Lucidi; Uno contro l’altro, praticamente amici, di Bruno Corbucci; I carabbinieri, di Francesco Massaro; Una vacanza del cactus, di Mariano Laurenti; Delitto al ristorante cinese, di Bruno Corbucci; Miracoloni, di Francesco Massaro.
1982: W la foca, di Nando Cicero; Attenti a quei P2, di Pier Francesco Pingitore; Il sommergibile più pazzo del mondo, di Mariano Laurenti; La sai l’ultima sui matti?, di Mariano Laurenti; È forte un casino!, di Alessandro Metz; Delitto sull’autostrada, di Bruno Corbucci; Sturmtruppen 2 – Tutti al fronte, di Salvatore Samperi.
L’anno seguente fece due film: Un jeans e una maglietta, di Mariano Laurenti; Sfrattato cerca casa equo canone, di Pier Francesco Pingitore. Dal 1984 la frequenza diminuì. Girò tre film: La discoteca, di Mariano Laurenti; Delitto in Formula Uno, di Bruno Corbucci; Delitto al Blue Gay, di Bruno Corbucci. Infine prese parte in Vacanze d’estate, di Ninì Grassia e Giuro che ti amo, di Nino D’Angelo del 1986.