Quest’anno “In viaggio con papà” compie 40 anni. Carlo Verdone e Alberto Sordi lavorarono per la prima volta insieme in un film. La pellicola registrò il quinto posto nella classifica degli incassi al botteghino della stagione cinematografica 1982-83. Alberto era regista e attore protagonista, nei panni di Armando D’Ambrosi, papà di Cristiano, interpretato da Carlo Verdone.

In viaggio con papà: la trama, le curiosità e gli aneddoti raccontati da Carlo Verdone

La storia ruota attorno alle due figure: il papà, in viaggio per affari e per donne, e il figlio, pasticcione e impacciato, impegnato nel vivere appieno il legame con il genitore e a fargli apprezzare i piaceri, anche minimi, della vita. Ospite a Domenica In, due anni fa, Verdone ha raccontato che il collega aveva rimosso la maggior parte delle scene in cui c’era Armando da solo, il papà di Cristiano: “Era troppo lungo ma tagliò solo ed esclusivamente quelle in cui appariva solo lui“. Un bel gesto da parte di Alberto che in realtà il film avrebbe voluto realizzarlo già da tempo, tanto da proporlo a Vittorio De Sica. Un progetto mai decollato, se non quando subentrò Carlo.

Com’è nata l’idea del film

Carlo e Alberto, un’amicizia scritta da tempo. Verdone infatti, da piccolo, abitava proprio di fronte al suo idolo, poi mentore. “La mia camera da letto dava su quella di Alberto Sordi, una cosa molto strana del destino. Roma è tanto grande, ti pare che questo grande attore venisse ad abitare dinanzi alla mia camera da letto? Un presagio”. Eppure non era così “convinto” di “fare l’attore”. Dopo il successo di “Un sacco bello“, Carlo riceveva molti “inviti a pranzo” da “Gassman, Tognazzi“. Ma solo uno “non si era fatto vivo“, ed era proprio Sordi. Ma tra i due non c’era astio, anzi.

In un’intervista di qualche anno fa, Verdone ha ricordato ancora una volta quella famosa serata in cui, a casa di Sergio Leone, alla presenza di Monica Vitti e il proprio compagno, Alberto Sordi e la moglie di Carlo, guardavano in anteprima la proiezione di “Bianco, rosso e Verdone“. Furio, il logorroico e celebre funzionario romano residente a Torino, interpretato da Carlo, era amatissimo da Sordi e dalla Vitti e altrettanto odiato da Leone. “Gli dicevo: ‘Basta a Se’, ogni volta che parla Furio sbuffi’“. Ma il regista proprio non lo sopportava quel personaggio. Tuttavia, dopo la proiezione, Carlo venne applaudito e Sordi si congratulò molto e forse da quella sera Sergio pensò ad un film tra i due. Nonostante la reazione dei presenti però, Leone non fu mai veramente convinto di Furio.

Tuttavia un giorno il regista chiamò l’attore per andare a pranzo. “Un pranzo quasi senza senso“, ricordava Carlo. Prima che arrivassero le portate, il regista chiese al cameriere un tovagliolo e disse a Verdone: “Lo vuoi fa’ un film con Alberto Sordi?“. Verdone era felice, tanto da dire: “Ma io te lo faccio anche gratis“. “No, gratis no. Quanto vuoi?“. Carlo credeva di trovarsi dinanzi ad una conversazione pourparler e disse: “20 milioni, dai“. Il regista e produttore cinematografico scrisse sul tovagliolo il contratto con tanto di firme. “Guarda che non sto a scherza’. Adesso sei mio“.

Carlo era pentito di aver detto quella cifra, capendo che la cosa fosse seria. Una settimana dopo telefonò Leone: “Andiamo a parlare con Goffredo Lombardo“. Per cosa? “Scusa, ma te hai firmato un contratto con me“. Carlo non sapeva nulla del film, “ne avevo parlato solo con Leone“. Andò da Lombardo e “mi aveva ormai venduto, tirò fuori questo misero tovagliolo…”. Lombardo era quasi “schifato” dal particolare documento: “Ma questo è un contratto secondo te?“. Leone: “C’è la firma sua e la mia“. Carlo cercava di allertare Lombardo con lo sguardo, nascondendosi da Leone, come per dirgli: “Non far caso a questa follia“. Alla fine di tutto, quei 20 milioni diventarono 80: “Grazie Lombardo, ma se lo sa Leone?“. Risposta: “Ma che gli frega a lui, tanto i soldi li prendono da me“.

Il film: “Si deve parlare di un rapporto tra padre e figlio

Vedi anche: Compagni di scuola, le difficoltà del film. Cecchi Gori: “Avete scritto ‘na stron***a!”. Carlo: “Mi arrabbiai. Poi piansi…”

Nacque l’ipotesi di una storia tra “padre e figlio“. Andarono via dall’incontro con Lombardo e Carlo chiese a Sergio delle spiegazioni: “Ma è uno scherzo?“. Risposta: “Ma che te rimangi le parole? Lo vuoi fa’ ‘sto film con Alberto o no? Allora quello è il contratto!“. Finì che dopo tre giorni “andammo a pranzo io, Sordi, Leone, un produttore, Augusto Caminito, e un’organizzatore generale“.

Il film “prendeva forma“: “Non ho mai capito se l’idea del padre e del figlio è di Leone o di Sordi, resterà un mistero“. Ma Carlo chiese di sceneggiare insieme il film, Sordi era d’accordo: “Ci mancherebbe altro“. Una delle sedute per sceneggiare era la domenica mattina alle 10, perché “Sordi andava a messa alle 8, e veniva alle 10 da Sonego: caffè, due chiacchiere e si parlava in libertà“. La moglie di Sonego, “la povera Allegra“, scriveva tutte “le nostre ca**ate“. Il titolo lo inventò Sordi, sempre una domenica mattina: “In viaggio con papà, io te, in viaggio, le avventure, tutto quello che ci succede“.

Le migliori scene furono improvvisate“. “Alberto Sordi si dilungava troppo nelle sue battute

Fu una scrittura “molto lunga” e Sordi lasciò molto spazio a Sonego: “Alberto non inventava situazioni, interveniva per aggiustare i dialoghi, ma la struttura la creava Sonego. Io diedi 3-4 idee ben accolte. Ma come spesso succede il pubblico si è fatto le più grandi risate nelle scene in cui inventavamo al momento. Il copione non rispecchiava le idee poi inventate sul momento“.

Il film però fu criticato e Verdone li riesce a capire: “La critica fu molto severa. Li capisco i critici perché c’erano delle situazioni che non necessitava di spiegazione, si poteva fare con poco. Alberto pensava che spiegando le cose a voce potesse affrettare la velocità del racconto. Poteva andare avanti per 2-3 volte ma ad un certo punto il film era molto nervoso, molto logorroico. Cercai di farglielo presente, ma lui quando si metteva una cosa in testa… Misi alcune cose mie, molte sono sue“. Il pubblico probabilmente “aveva voglia di vedere questo scontro generazionale“.

In viaggio con papà: l’amore e i litigi sul set tra Carlo Verdone e Alberto Sordi

Sul set però andavano tanto d’accordo: “Alberto è stato un uomo che mi ha voluto tanto bene. Io ho ricambiato il bene e il rispetto“. Però ci fu qualche episodio importante e di non poco conto. Una volta Verdone si lamentò con lo sceneggiatore: “Ma cosa hai scritto?! Troppo lungo“. Alberto però spiegò all’attore di averla scritta lui quella pagina del copione. Nonostante le scuse di Carlo, Sordi si irritò e, gettando bruscamente la penna, chiese di rettificare. “Vediamo allora come lo stringi te“. Dopo le modifiche però l’Albertone nazionale non era contento affatto: “Ma mi hai tolto 11 righe. Ma va va…“.

Tuttavia non fu la vera litigata tra i due sul set, che si scontrarono particolarmente nella scena in cui Cristiano, interpretato da Verdone, si butta in acqua dalla barca in cui si trova insieme alle ragazze che lo prendono in giro. “Il tempo era uno schifo, il mare era gelato, diluviava da due giorni“. Carlo propose di rinviare ma Alberto insistette proponendo di riscaldare l’attore con “olio di pesce, spalmato addosso“. Si lanciò e Alberto gli disse: “Vai avanti fino a quando non dico stop“. Carlo era preoccupato: “Sì, ma dillo stop, non me manda’ chissà dove“. A un certo punto Verdone si fermò: “Ma perché ti sei fermato?“, urlava Alberto a distanza.

Carlo voleva riprendere fiato, era stanchissimo: “Vedevo il molo piccolissimo, mi ero anche impaurito“. Tornò “a rana”. Un ritorno “anche difficile perché avevo la corrente contro“. Alberto, irritato, urlò: “Perché torni, devi anda’ a largo“. Carlo non resistette: “Ahò, m’hai rotto er ca**o!“. Tutti guardarono Sordi, impauriti: “Ma che hanno detto a Sordi una cosa simile?“. Alberto si mise il giubbotto e andò via, tutti lo seguirono, Carlo fu abbandonato lì. La costumista gli disse: “Si è offeso e se n’è andato“, poi gli diede l’accappatoio per coprirsi. Carlo: “Ero viola, mi stavano facendo morire“.

Di solito Alberto organizzava le cene e lasciava scritto l’indirizzo del ristorante su di un bigliettino che poi il concierge dell’hotel consegnava a Carlo quando rientrava. “Quella sera nessun bigliettino“. Oltretutto l’attore lamentava dolore addominale per il freddo preso. Si misurò la febbre: “37 e 2, 37 e 3“. Si lamentò con l’organizzatore: “Non sto bene di stomaco, ho la febbre, speriamo domani di stare bene sennò non giro. E Sordi non è stato carino con me“. Sordi si era informato sulle condizioni di salute di Verdone e andò a bussargli alla porta: “Aveva già un tono diverso“. Gli diede una carezza: “Famo pace“. Si chiarirono, Carlo si scusò a sua volta.

L’altro episodio sul set: “Per poco non rompevo il femore a Sordi

L’attore romano ha raccontato un altro aneddoto sulle riprese, riportandolo sulla propria pagina Facebook. Si trattava dell’ultimo giorno di riprese. “La scena prevedeva che, dopo una litigata, io abbracciassi Sordi alle spalle, senza che lui se ne accorgesse. Forse preso dall’euforia dell’ultimo ciak o forse per fargli un’improvvisazione, feci una corsa con un salto finale notevole sulle sue spalle: dalla foto si vede Sordi che ha un’espressione di spavento perché gli arrivano sulle spalle 87 chili senza saperlo. Lui resse per miracolo e continuò a recitare, ma allo stop mi urlò: ‘Ma che c***o fai?… Che me voi ammazza?’. Gli chiesi scusa, non mi rivolse la parola per un’ora e mandò a prendere del ghiaccio nel camper perché sforzò tremendamente il ginocchio sinistro, restai ovviamente mortificato e mi scusai altre cento volte“.

La situazione si era fatta pesante e il ginocchio di Alberto Sordi non migliorava. “Ripetiamo la scena la prossima settimana“. Carlo era mortificato e tornò a Roma. “Gli scrissi una lettera“. Nessuna risposta se non quando un giorno lo chiamò “dalla moviola” per dirgli: “Lo sai che giro col bastone per colpa tua? Io ancora me chiedo che t’è venuto in mente”. “Non fiatai…ma poi aggiunse: ‘Nonostante la s*a che hai fatto la scena fa ridere. Va be’, lasciamo questa‘”. L’Albertone nazionale girò con il ginocchio gonfio per un mese.

In viaggio con papà: nave Costa, Federica, location, oggi, musiche, frasi, cast

  • La nave che i due protagonisti prendono per andare in Corsica è la Columbus C, ex nave Costa (ora Costa Crociere).
  • La villa della famiglia D’Ambrosi si trova ad Ansedonia, frazione del comune di Orbetello, provincia di Grosseto.
  • L’hotel dove i due incontrano Rita Canegatti e la figlia è l’Hotel Cala del Porto, via del Pozzo, Punta Ala (Castiglione della Pescaia, GR).
  • La scena iniziale in cui Armando è in casa sua e si prepara prima di essere raggiunto dal figlio, è l’appartamento situato nel palazzo di Piazza Mincio 2, a Roma.
  • Oltre alle riprese a Roma, la Toscana è stata spesso scenario del set. Per esempio la spiaggia in cui si accampa la comunità di Cristiano, oltretutto la stessa di “Non ci resta che piangere“, è quella di Cala di Forno, a Grosseto.
  • Ancora nella città Toscana avviene la scena in cui il personaggio di Alberto Sordi scarica il figlio in mezzo alla strada, esattamente all’Argentario, sulla Via Panoramica.
  • L’albergo in cui Armando è atteso dall’ingegner Mantovani per la firma del contratto, si trova sempre a Grosseto e non in Liguria, come avviene nel film. Siamo all’Hotel Pellicano, Località Sbarcatello, a Porto Ercole.
  • La casa dell’ingegnere, sempre in Liguria, in realtà è in Via del Poggettone, a Punta Ala (Castiglione della Pescaia, Grosseto).
  • La scena in cui l’auto di Armando si scontra con la famiglia tedesca intenta a fare un picnic è stata girata all’area di servizio Belvedere Est, lungo la A12, a Santa Marinella, Roma. Il porto dove è attraccato lo yacht di Soraya, interpretata da Edy Angelillo, è quello di Punta Ala, Castiglione della Pescaia, GR.

Nel cast di “In viaggio con papà” ritroviamo il mitico Angelo Infanti, nei panni di Gianni, amante della madre di Cristiano, e poi c’è la bellissima Tiziana Pini, nei panni di Federica, la giovane con la quale Armando progetta di fuggire insieme per rifarsi una vita. Presente anche Francesca Ventura nel ruolo della sorella di Armando. Quest’ultima sul set è stata redarguita pesantemente da Sordi durante una scena: “Mi ha fatto piangere“. Poi si chiarirono. C’è anche Ugo Bologna nei panni dell’ing. Rinaldo Benedetti e Giuliana Calandra in quelli di Rita Canegatti.

Le frasi del film:

Cristiano: Insiste te co ‘sto veleno! Questi so’ 40 secondi di vita in meno.

Armando: Non me ne frega niente, è una scelta che ha fatto papà: sono 40 secondi de meno di vita ma forse scopi.

Cristiano: Aridaje co ‘sto sesso! T’è entrato dentro ar cervello a te er sesso…

Armando: E manco esce.

Armando: Loro tedesche? Sono tedesche?

Turista tedesca: Ja, siamo di Hamburg.

Armando: Di Hamburg lo senti? Anche loro sono di Hamburg.

Cristiano: Perché, chi è di Hamburg?

Armando: Come chi? Tu no? Lui professor, prossimo anno viene Hamburg.

Turista tedesca: Ah, lei viene Hamburg?

Cristiano: Io? No.

Armando: Sì, sì, sì, sì, sì. Lui ha una casa a Hamburg. Casa. Tu hai una casa a Hamburg, vero?

Cristiano: Ma che stai a dì, che te stai a ‘nventa’?

Armando: [Le turiste tedesche si allontanano] Ecco lo vede m’ha capito? Lui grande coglionen.
Armando: Guarda quante donne, tutte disponibili.

Cristiano: E sto a guarda’.

Armando: Si rimorchiano tutte con una facilità! Stasera papà te ne presenta una, tu ci imbastisci un rapporto e te ne vai in vacanza con lei.

Cristiano: Perché devo anna’ in vacanza con lei?

Armando: Perché non poi sta mica sempre appresso a papà, no?

Cristiano: Scusa papà, mettiamo subito le cose in chiaro: che cosa intendi per rapporto te?

Armando: Che te ne devi anna’!

Armando : Io che sono un uomo di vita, un uomo che ha viaggiato e di grande esperienza so perfettamente che Bufalo Bill è un omo ahò!

I brani di “In viaggio con papà”:

Isole Del Tramonto 2:21; Foresta 4:16; Black Glamour Girl 4:36; Brazilian Heartache 3:12; Lost Romance 2:26; Detours 3:11; Ultimo Fuoco 3:28; Fuga A 4 Vortici 3:19; Arioso 3:45; Papa Funky 4:14; Peregrin Falcon 4:32; Viaggio con Papa 2:43; Foreste Selve Paludi 3:43.

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