Aldo, Giovanni e Giacomo sono un esempio di amicizia oltre che di comicità. Sono ben 31 anni che il trio lavora insieme, sebbene non consecutivamente visti gli ultimi anni (a dicembre il trio si riunisce per un nuovo film). Tuttavia ancora oggi l’intesa è lapalissiana, perché in questo lasso di tempo il minimo comun denominatore è stato l’amicizia.
Affiatati, amici, “ma litighiamo spesso“. Però in scena “basta un battito di ciglia per capirsi“
“Abbiamo tre caratteri diversi e interessi che non collimano – raccontava Giacomino in occasione delle ‘nozze d’argento’ del trio – ma tra noi è scattata quell’alchimia che ci porta ad essere affiatati, sulla scena e nella vita“. Sono amiconi ma non mancano le litigate, anzi “litighiamo spesso“. Nessuno però cerca di “prevaricare l’altro“. Ognuno ha i suoi momento ‘no‘ e fa le proprie “sfuriate“, ma subito dopo ci si chiede “scusa“.
“D’altra parte non è facile lavorare in un ambito creativo dove spesso si crede che la propria idea sia migliore delle altre…”. Basta poi “un battito di ciglia per capirsi“, che sia “sul palco” o “sul set“, e “ruggini e spigoli si eliminano sempre“. “Ci si conosce bene, ormai… E alla fine c’è sempre gratitudine l’uno verso l’altro“.
L’affinità
Giovanni alla presentazione del film “Odio l’estate“: “Quello che ci faceva ridere, faceva ridere tutti e tre. Non è stato proprio un caso. Ci siamo proprio ritrovati, come spesso succede. Si tratta proprio di affinità“.
Gli inizi dell’amicizia tra Giovanni e Aldo, raccontata dai protagonisti, e l’arrivo di Giacomo: “Ma sempre dietro te lo devi portare quel terrone?“
Il 27 gennaio 2020, in occasione della presentazione del film, nella stessa serata, i tre parlarono degli inizi, svelando alcuni aneddoti interessanti. Giovanni: “Quando ci siamo incontrati all’inizio io e Aldo eravamo molto in sintonia su quello che ci faceva ridere e quello che volevamo fare…”. Interruzione di Aldo: “Non proprio. All’inizio lui era uno che mi detestava”.
“Nel senso che andavo nel gruppo di mio cugino che mi portava. C’era mia madre che gli diceva – al cugino – ‘Ma portati dietro Aldo che è sempre solo in casa’. E le rispondeva: ‘Non è che gli posso fare da balia sempre’“. E Giovanni, che era amico del cugino di Aldo, si lamentava: “Ma sempre dietro te lo devi portare quel terrone...?”. Giovanni: “Eravamo molto giovani. Io intendevo dopo, quando abbiamo iniziato…”.
L’arrivo di Giacomo
Giacomo arrivò dopo: “Io li ho conosciuti nel 1991. Arrivavo dalla provincia“. “Avevo fatto per undici anni l’infermiere ma nel frattempo mi ero diplomato alla scuola di teatro di Busto Arsizio“.
“Come puoi immaginare ci vuole tempo perché uno si accorga di questa cosa – ha sempre spiegato Giacomino – Anche io quando ho visto questi due all’opera mi sono messo in testa: ‘Io devo lavorare con questi due qua’“.
Come si sono conosciuti e com’è nata l’amicizia tra Aldo, Giovanni e Giacomo
“I miei soci Aldo e Giovanni si conoscono sin da quando avevano quindici anni e frequentavano l’oratorio di Sant’Andrea, nella zona di Porta Romana, a Milano – diceva Giacomo nel 2016 in occasione del 25° anniversario del trio – Uno milanese, l’altro figlio di immigrati siciliani, si sono formati entrambi alla scuola di mimodramma del Teatro Arsenale e hanno fatto coppia sul palcoscenico dai primi anni ’80“.
Aldo è nato il 28 settembre del 1958 a Palermo ma è cresciuto a Milano sin dall’infanzia, dove ha incontrato Giovanni Storti, nato nel capoluogo lombardo il 20 febbraio del 1957. I due si sono diplomati tra il 1977 e il 1978 e apparvero subito in diversi spettacoli di cabaret. Il duo si faceva chiamare “I Suggestionabili“.
Giacomo è nato il 26 aprile del 1958 a Villa Cortese, vicino Legnano, comune della provincia di Milano. I tre si sono conosciuti per la prima volta nel 1990. Tuttavia anche Giacomo faceva parte di un duo; gli “Hansel e Strudel” con Marina Massironi, che poi sarebbe diventata sua moglie, nonché presenza fissa negli sketch e nei primi film del trio.
Il primo incontro
Il primo incontro tra Aldo, Giovanni e Giacomo avvenne in Sardegna e ne nacque un’amicizia e una collaborazione professionale che dura sino ad oggi. Ed anche se di recente il trio ha scelto consensualmente di dividersi per diversi progetti personali, riescono a continuare a lavorare insieme.
Prima del successo Giacomino era un capo infermiere, Giovanni insegnava acrobazia teatrale alla Civica Scuola D’Arte Drammatica di Milano e Aldo lavorava alla Stipel. Giovanni era un maratoneta e ha anche partecipato a una maratona nel deserto del Sahara. Piombiamo direttamente al 1991, dove tutto ha avuto inizio. Esordirono “nel ’91” al Caffè Teatro di Malpensa, “dove prima di costituire il trio facevamo improvvisazione comica“.
L’esordio fu merito soprattutto di Maurizio Castiglioni, l’anima del “Caffè Teatro di Verghera di Samarate“. Il gestore del teatro spinse il terzetto a mettere su un quartetto che si chiamava “Galline Vecchie Fan Buon Brothers“. In questo cabaret nacquero sketch storici come quelli noti di “Tel chi el telùn” e de “I Bulgari“. Nel 2021 il trio comico ha compiuto 30 anni di carriera.
“Gallina vecchia fa buon Brothers“
“Parliamo del 1990 suppergiù. Aldo e Giovanni già lavoravano assieme – disse Giacomo in un’altra intervista del 2005, rilasciata al “Caffè Teatro” – Io ero reduce dal duo ‘Hansel e Strudel’ con Marina Massironi. Poi ci eravamo divisi, e da un annetto mi ero praticamente accampato qui. Decidemmo di metterci assieme in un trio, spinti anche dalla disperazione di Maurizio Castiglioni, fondatore del locale“.
Era disperato perché il teatro “la domenica era deserto“. Maurizio “ce lo affidò praticamente chiavi in mano e ci disse di fare quel che volevamo, che l’ incasso sarebbe stato nostro mentre lui si sarebbe accontentato delle consumazioni“. Forse qui sì, c’è un caso: perché poteva succedere di tutto eppure “nacque questo trio“. Inizialmente lo chiamarono “Gallina vecchia fa buon Brothers“. “Un gioco di parole vergognoso“.
Il debutto però non avvenne. Giacomo si ruppe una gamba “alla vigilia“. Rimandarono alla settimana dopo. Così “la domenica seguente recitai in carrozzina“. Per l’occasione inventarono “il gioco della della fortuna“, utilizzando una ruota della sedia di Giacomo. Con loro c’era anche Marina Massironi. E da lì “iniziò il delirio“.
Al 30ennale del trio, ospiti da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, il 26 gennaio del 2020, un altro episodio che spiegava l’amicizia sincera tra Aldo, Giovanni e Giacomo
“Li ho raccattati dalla strada“, aveva detto scherzando Giacomo a “Che tempo che fa“. Fabio Fazio specificava: “Semmai il contrario…”. Ma Giacomo non ci stava: “Ma non sapevano parlare, facevano i mimi“. Poi disse la verità: “Ho fatto di tutto per lavorare con loro, erano avanti di 20 o 30 anni“. Nei film raccontano delle storie reali. Come in “Odio l’estate“. Fazio: “Aldo è ipocondriaco, Giovanni pignolo e Giacomo…”. Interrompeva l’attore: “Io sono il ‘dentist of the year‘”. Giacomino era un infermiere prima di dilettarsi nella recitazione.
Da giovani convivevano e Giovanni “impiegava tantissimo tempo al bagno, così una volta lo barricammo dentro…”
Dopo aver visto uno spezzone del film durante l’ospitata a “Che tempo che fa“, Fazio osservava: “Vi è successo più volte di dormire tutti insieme in una stanza. E facevate scherzi crudeli a Giovanni perché stava molto in bagno“. Giacomo: “Devo precisarla bene. Agli inizi della carriera condividevamo la stanza per risparmiare e lui voleva andare per primo in bagno“.
Aldo: “Dovevamo arieggiare, un sacco di lavoro da fare“. Giacomo: “Ci impiegava tanto a lavarsi e una volta lo abbiamo barricato dentro. Tutto ciò che c’era nella casa glielo abbiamo messo davanti la porta del bagno“.
Giacomo salva la vita a Giovanni sul set di “Odio l’estate“
E sul set di “Odio l’estate“, Giacomo “mi ha salvato la vita“, ha detto Giovanni. La capannina costruita al mare nel film era piuttosto malmessa. “Tutta la troupe attorno, il silenzio. La capanna precipita e l’unico che ha urlato ‘Giova’, è stato Giacomo e mi ha salvato la vita“.
L’amicizia tra Aldo, Giovanni e Giacomo: “Come fanno ad andare d’accordo due lombardi con un siciliano?“
“Come fanno ad andare d’accordo due lombardi con un siciliano?“. Quasi una decina di anni fa veniva posta la domanda al trio, ospite de “La Stampa Tv“, di cui Giacomo ne è stato editorialista, Aldo rispose così: “Giovanni ha un nonno pugliese“. Giovanni: “Ma non è vero“. E Giacomo incalzava: “Non ti devi vergognare“. Giovanni: “Non mi vergognerei se lo avessi, ma non ce l’ho“.
La nascita di “Ammutta muddica“
I tre hanno cominciato dal nulla. I primi tempi Aldo andò a vivere da Giacomo: “L’ho raccattato dalla strada, l’ho portato a casa mia per qualche mese, procurandomi svariati problemi – spiegava Giacomo a “La Stampa Tv” – Per venire a casa mia si è portato un divano e bisognava portarlo su“.
Intervenne Aldo: “Vuol dire ‘spingi mollica’. Io sostenevo il divano da sopra e Giacomo era sotto e gli dicevo: “Ammutta, muddica“. Giacomo: “Io non capivo…”.