Troppo forte è un film del 1986 e “non era pensato per Sordi“. Così Carlo Verdone, parlando di Alberto Sordi in “Troppo forte“, secondo e ultimo film in cui i due artisti hanno collaborato. Il primo è “In viaggio con papà“, per la regia di Albertone. Per “Troppo forte” però dirigeva Verdone. “Ci siamo trovati a fare un secondo film insieme“, ha detto l’attore romano in una intervista di qualche anno fa. “Ma se devo dirla tutta il copione lo scrissi per Leopoldo Trieste“. Prima di addentrarci nell’aneddoto, sappiate che stasera potrete vedere il film in onda su Rete4 a partire dalle ore 21.25.

Una cosa che “nessuno sa”, ha rivelato Verdone. “In Troppo forte quella parte è diventata quell’avvocato là che Sordi volle fare. Un po’ bipolare, strano, completamente matto“. Sebbene però il film fosse pensato e costruito con l’idea di vedere Leopoldo Trieste in scena, “a quindici giorni dall’inizio delle riprese” Carlo venne contattato telefonicamente e gli vennero riferite queste parole: “il ruolo lo deve fare Sordi“.

Verdone provò a spiegare di non aver scritto la parte per Alberto Sordi, tuttavia venne redarguito: “Ci sputi su Sordi?“. E ancora Carlo, difendendo la sua idea: “Non ci sputo sopra ma avevo pensato il film in un certo modo, con Sordi mi viene una farsa“. Risposta? Non c’era verso: “E facciamo la farsa! Però Sordi deve fare questo film!“. Un “imperativo” che a Carlo non è mai andato giù. E nell’intervista in cui ne ha parlato non ha fatto nulla per nascondere il disappunto, probabilmente ancora oggi piuttosto vivo.

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“Perché l’imposizione di Sordi? Per motivi di incasso: Trieste è Trieste e Sordi è Sordi”

Anzi, ha spiegato: “io questa storia che Sordi doveva fare questo film non l’ho mai capita“. Ma lui ha mai chiesto perché questa insistenza? “Io non ho chiesto, ho immaginato. Non era lui che voleva lavorar con me ma era il produttore che avrebbe avuto più piacere ci fosse stato Alberto Sordi“.

Perché? “Per motivi di incasso, di richiamo, o forse c’era qualcosa tra loro, non so“. Però questa cosa che Sordi doveva fare quel film…“. E Leopoldo Trieste come la prese? “Lo chiamai al telefono ma non mi rispose, aveva già saputo. Mi dispiacque tanto. Io capisco: Trieste è Trieste e Sordi è Sordi“.

L’introduzione di Sordi nel cast fece slittare il film e “fu ricambiato tutto

Dati i tempi molto corti alla fine “il film slittò” e “fu ricambiato tutto“. Verdone ci ha tenuto a precisare che non era un problema collaborare con Sonego che di conseguenza “entrò” nel progetto, così come “rientrò Leone che appoggiava l’ingresso di Sordi“, ma il suo disappunto era dovuto al fatto l’idea del film era proiettata completamente su altri lidi, ben differenti da quelli che si stavano delineando. Carlo la vide, e la vede tuttora, come una intrusione forzata.

Dunque “il film a quel punto prese un’altra fisionomia. Fu un grande successo comunque ma non era il film che avevo pensato. Se mi chiedessero: ‘sei contento di Troppo forte?’ Io risponderei: ‘sono contento di alcune mie performance in Troppo forte ma non contento del film perché lo avevo concepito in altro modo: non ci doveva essere Sordi. ma non perché non mi piaceva Sordi, semplicemente non l’avevo pensato per Sordi“.

Carlo Verdone sul set di Troppo forte

Sebbene Sergio Leone ne appoggiasse l’ingresso nel film, si mostrò preoccupato anche lui per la recitazione di Alberto Sordi

Dopo un po’ le cose sfuggirono dal controllo di chiunque, anche di chi sosteneva Sordi come Sergio Leone che notò “una cosa che lo preoccupò: cioè che Sordi stava sempre di più facendo la voce di Oliver Hardy“, il celebre Ollio di Stanlio e Ollio. “Io non sapevo più che film stavo facendo. Non doveva essere così, ok interpretare uno di quei personaggi cialtroni che Sordi ha fatto sempre nella vita, tuttavia non doveva essere così caricata” la parte.

In realtà Sergio Leone aveva pensato la parte dell’avvocato per Maurizio Ferrini come quest’ultimo ha rivelato in una intervista al settimanale “Di più”. Fu lo stesso Ferrini a rifiutare la proposta e ha ammesso di essersene pentito.

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Verdone “mi prese una leggera malinconia a vederlo così. Aveva paura di non far ridere e quindi caricava la parte

Vedere Sordi con quel cappelletto mi prese certe volte una leggera malinconia“. Addirittura? “Perché secondo me un grande attore non aveva bisogno di arrivare a fare un personaggio così grottesco” ha affermato Verdone. “Un grande attore fa la sua parte da cialtrone e basta. Non c’è bisogno di mettere il cappelletto e parlare come Oliver Hardy. Era quasi una paura di non far ridere. Io la presi così, e quindi caricava“.

La difficile gestione sul set di Troppo forte: Verdone si tiene stretti “alcuni momenti come il flipper o il monologo della palude del caimano

Certe volte facevo difficoltà a stargli dietro. ‘Non doveva rispondere in quel modo’ mi dicevo. Quindi il film è venuto secondo me qualcosa di molto ibrido. Quando dico che lo ricorderò per alcuni miei momenti, mi riferisco ai titoli di testa col flipper. O tipo quando con la motocicletta spacco lo scopino della strada, fa molto ridere. O quando c’è il mio monologo della palude del caimano, lì anche interpreto uno di quei personaggi mitomani che mi venivano molto bene” ha proseguito Verdone.

Tuttavia non c’è “una grande scena” girata con Alberto Sordi in quel film che Carlo ricordi con piacere. Troppo forte è stata infatti la seconda e ultima collaborazione tra i due attori. “Mi spiace“, ha chiosato Verdone nell’intervista rilasciata, “ma non l’avevo pensato per lui“. Le malelingue hanno detto che da questo film i rapporti tra i due si sono incrinati ma non è affatto vero. Verdone ha sempre frequentato, rispettato e stimato Albertone e lo ricorda spessissimo con aneddoti fantastici e simpaticissimi.

Troppo forte: trama film, cast e finale

“La faccia da buono” di Oscar Pettinari

Spaccone, arrogante, presuntuoso ma con “la faccia da buono“: il protagonista del film è Oscar Pettinari, il mitomane interpretato da Carlo Verdone. Una faccia che lo fa scartare al provino, l’unico di tutta la comitiva, evento che lo isola dal gruppo. Ma non c’è tempo per le delusioni per un uomo “di una certa Roma” come lo definirebbe Verdone. Quindi il celebre racconto “della palude del caimano“, udito dall’eccentrico ed esuberante Avvocato Giangiacomo Pigna Corelli in Selci, interpretato da Alberto Sordi.

I due inscenano una truffa ai danni del produttore Mr. Adams, impersonato dal caratterista John Steiner. Tuttavia sbagliano mirino e ne paga i danni la bella Nancy, interpretata da Stella Hall. Da qui le gag e gli incidenti di percorso si sprecano per il povero Pettinari. Ma, sebbene gliene capitino di ogni, alla fine del film l’uomo ritrova la forza di tornare ad essere ciò che è: semplicemente “troppo forte“. Rimarcato dagli amici che ascoltano il “provino spaccone“, origliando dalle finestre.

Nel cast presente anche l’immenso Mario Brega che insistette molto per avere la parte anche se poi si è rivelata molto breve in questo film, motivo per il quale Marione nel privato non le mandava a dire a Carlo. “A’ busciardo! M’avevi promesso venti pose e mo’ me ne fai fa’ cinque? Scenni che parlàmo! Io mica so’ n’accattone!“, dal racconto dello stesso Carlo in un’altra intervista. Non sappiamo se glielo disse in occasione di questo film, tuttavia la probabilità che si trattasse proprio di Troppo forte è alta.

Nel cast da ricordare anche la presenza di Franca Dominici nei panni di Domitilla; Michele Mirabella in quelli dell’avvocato Fabiani; Luciano Bonanni è l’infermiere C’è anche Quinto Gambi, storica controfigura di Tomas Milian nei panni de “Er Monnezza“, nel film è Gentilone, l’amico della comitiva di Oscar Pettinari.

Capua” e “Er Murena” di Troppo forte: che fine hanno fatto?

Capua di Troppo forte

Poi ci sono due personaggi entrati nel cuore degli appassionati. Capua è l’amico stretto di Oscar, interpretato dall’attore Sal Da Vinci che è anche un cantante e attore di teatro. Dopo Troppo forte al cinema è apparso ben trenta anni dopo per “Vita, cuore, battito” di Sergio Colabuona del 2016. In seguito all’esperienza con Verdone, Sal Da Vinci si è quasi completamente dedicato alla musica.

Er Murena è interpretato da Ulisse Minervini. Nel film è il rivale del protagonista Oscar Pettinari nella corsa con le motociclette. Di recente ha partecipato all’edizione di “Tú sí que vales” del 2020.

Er Murena di Troppo forte
Ulisse Minervini a “Tú sí que vales” nel 2020

Troppo forte: location

Le riprese vennero girate interamente a Roma. Alcune sono avvenute a Torvajanica e la location della casa di Oscar e il posto in cui gli amici si radunano appartengono al quartiere Ostiense della capitale. L’incidente inscenato da Pettinari ai danni di Nancy è stato girato all’EUR, stessa zona dove è presente l’albergo in cui la giovane attrice alloggia.

La casa dell’avvocato Pigna Corelli è al centro storico di Roma. Gli studi dove avvengono i provini di Oscar sono quelli veri di Cinecittà, sulla via Tuscolana. Le scene iniziali in motocicletta sono state girate per le strade che attraversano la pineta di Castel Porziano. La gara in motocicletta è stata girata sullo sfondo delle cave di pozzolana nelle zone della Magliana e di Malagrotta.

Troppo forte: colonna sonora composta da Antonello Venditti

La colonna sonora del film è stata composta dal cantante Antonello Venditti in collaborazione con Carlo Verdone. “Go go” è il tema principale delle dodici canzoni del film. Un brano coinvolgente che apre il film trasmettendo l’idea di azione e divertimento. Da segnalare anche “Love theme” e “Piero e Cinzia“.

Verdone voleva mostrare “una Roma preda di un’estate torrida“. E Oscar non è come Enzo di Un sacco bello

La copertina DVD di Troppo forte

L’idea di partenza di Verdone non era quella di creare un filo conduttore tra l'”Enzo” di “Un sacco bello” e l'”Oscar Pettinari” di Troppo forte sebbene venga spontaneo pensarlo vista la vicinanza tra i personaggi. “Volevo raccontare un bullo di periferia e costruire su di lui l’intero film” ha detto il regista e attore Carlo Verdone. Tuttavia si discostava da quel “personaggio più volgare” che era Enzo, cioè “un diavolaccio cinico e squallido che andava in giro con l’ovatta nei pantaloni per sentirsi più virile. Oscar Pettinari, invece, è più umano, non è il solito macchiettone in salsa romanesca. Almeno spero“.

L’idea di Verdone era quella di mostrare “una Roma preda di un’estate torrida, desolata, deserta“. Una scelta di stile di Carlo che agiva all’opposto delle ambientazioni precedenti, cercando di trasmettere agli spettatori un’idea “di una realtà squallida, calda, opprimente“. Il tutto favorito da un diverso metodo di riprese che escludeva “la camera fissa e i primi piani” a vantaggio di “inquadrature mobili e tagli all’americana“.

Le critiche

Oscar Pettinari è stato definito dalla critica “una sorta di Nando Mericoni degli anni Ottanta“. Il celebre personaggio che Alberto Sordi ha interpretato in “Un giorno in pretura” e in “Un americano a Roma“. Oscar è la versione rinnovata “con un certo atteggiamento ‘rambista’, all’epoca proliferante“. Il film viene definito come “un ideale passaggio di consegne” tra il maestro (Sordi) e l’allievo (Verdone).

Verdone stesso ha definito il film “squilibrato” sebbene il successo, probabilmente “legato a certi virtuosismi” della sua interpretazione e di quella di Sordi. Troppo forte tuttavia venne ritenuto come una battuta d’arresto della sua carriera dovuta all’interpretazione del suo personaggio che sembrava “appigliarsi a una certa farsa all’italiana degli anni Cinquanta“.

La scena del flipper

Pettinari era anche una rivisitazione di Leo di “Un sacco bello” e in particolar modo il suo legame con la donna, in quel caso con la spagnola Marisol. Ma, sempre secondo la critica, lo era anche di Rolando di “Acqua e sapone“, quantomeno nella sua “ingenuità, tanto spaccona quanto arrendevole“.

Le critiche erano dovute anche alle aspettative alte che suscitava la coppia Leone-Sordi, considerata poco sfruttata. La trama partiva sotto i migliori auspici ma perdeva impatto dopo la prima mezz’ora secondo la critica. Sordi si trasforma in una macchietta “capace di riscattarsi soltanto nell’epilogo“.

I duetti tra Verdone e Sordi non sono stati risparmiati dai critici che li ritenevano “carenti dal punto di vista della sintonia e dell’interazione“. In questo però Carlo Verdone è sempre stato d’accordo, ammettendo come quella volta i due abbiano “funzionato relativamente“.

Troppo forte: gli incassi

Nella prima settimana di programmazione Troppo forte era il film più visto. D’altronde le aspettative erano alte: si trattava di vedere un film con la coppia Leone-Sordi per la regia di Verdone. Nonché il ritorno al cinema della coppia Sordi-Verdone dopo “In viaggio con papà“. Il film ha riscosso discreto successo al botteghino risultando il tredicesimo negli incassi della stagione cinematografica in questione.

Troppo forte su Netflix

Il film è disponibile sul catalogo di Netflix. Vi basterà collegarvi alla piattaforma o attraverso l’app, da dispositivo mobile, o attraverso il sito web, da desktop, e loggarvi. Qualora non foste già abbonati, potrete scegliere di sottoscrivere l’abbonamento a vostro piacimento e usufruire del portfolio della piattaforma di streaming, compreso il film Troppo forte.

Altre curiosità

  • La bella attrice e modella statunitense, Stella Hall, venne scelta da Verdone perché voleva fare in modo che il suo viso rispecchiasse lineamenti completamente opposti agli altri personaggi del film “tutti italiani, romani, bulli“. Un volto che si distaccasse dagli altri attori. Oggi di lei si sa ben poco. Ha recitato in “Trappola di cristallo” del 1988, poi in “S.O.S. fantasmi” del 1988, “Nightmare 6 – La fine” del 1991, e infine in “Dinasty“, serie anni Ottanta.
  • Gli amici di Oscar sono quasi tutti figuranti non professionisti che sono stati pescati nelle borgate della capitale.
  • La scena in cui Nancy fa il bagno nuda è stata girata da una controfigura dell’attrice.
  • Nella scena in cui Nancy detta i numeri telefonici dei suoi amici, tra questi menziona un certo “Tim Burton da Hollywood“. Il regista da noi era piuttosto sconosciuto all’epoca in quanto aveva diretto il suo primo film, “Pee-Wee’s Big Adventure“, solo un anno prima. In precedenza Tim Burton aveva lavorato come animatore per la Disney.
Nancy, interpretata da Stella Hall

Il produttore Mr. Adams è interpretato dal caratterista John Steiner: oggi è un agente immobiliare

  • Oggi il caratterista John Steiner, che nel film è il produttore Mr. Mike Adams, è un agente immobiliare da quando si è trasferito a Los Angeles nel 1991. In Italia è stato diretto da registi come Dario Argento, Damiano Damiani, Tinto Brass, Antonio Margheriti ed Enzo G. Castellani oltre che dal mito Quentin Tarantino.
  • La moto di Oscar Pettinari è una Yamaha 750.
  • Nei titoli di testa Verdone e i suoi amici percorrono in moto Via Giovanni Conti, una chiara citazione della celebre location di “Un sacco bello“.
  • I costumi che indossano le comparse di Cinecittà che ascoltano il monologo di Pettinari sulla palude del caimano, sono gli stessi che compaiono nel film “L’Umanoide” di Aldo Lado del 1979.
  • Quando Pettinari parla al bagno con il suo avvocato viene inquadrata un flacone di colonia maschile “Acqua di Selvaby Victor.
  • Il modo celebre in cui Verdone gioca con il flipper è una scena in parte copiata da Terence Hill in “Pari e dispari” del 1978.
  • Nella scena in cui l’avvocato Pigna Corelli fa visita a Oscar in ospedale, viene citata l’opera di Bellini I PuritaniSuoni la tromba, e intrepido Io pugnerò da forte“.

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