Sapore di mare è un film uscito nel 1983 diretto da Carlo Vanzina e per il regista è stato uno dei più importanti in quanto apripista del filone “Vacanze italiane” portato al cinema negli anni a venire. Nel cast Jerry Calà e De Sica ma anche Virna Lisi e i compianti Karina Huff e Guido “il Cummenda” Nicheli.

De Sica in una delle tante conferenze stampa ha ricordato di aver preferito girare il film con Vanzina anche a stipendio molto ridimensionato. La scelta lo porterà a rinunciare a un film con il regista Corbucci.

Il film ebbe luogo grazie a…l’agente di Jerry Calà, Claudio Bonivento che fece da garante per far sì che il film non superasse il budget previsto. Non furono infatti poche le difficoltà e i primi a essere dubbiosi furono proprio i produttori Pio Angeletti e Adriano De Micheli. Questo comportamento però indusse Vanzina a virare per la Filmauro dal successivo anno per girare il primo film della serie di “Vacanze di Natale”.

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Il titolo del film si ispirava alla nota canzone di Gino PaoliSapore di sale” ma fu riconvertito in “Sapore di mare” a causa dell’acquisizione dei diritti sul titolo da parte di Neri Parenti. Il regista era infatti intento a girare un film che mai realizzò. Nel sequel “Sapore di mare 2 – Un anno dopo” la canzone di Gino Paoli fu utilizzata durante il film e cantata dallo stesso artista alla fine della pellicola.

Il ruolo di De Sica fu una scommessa in quanto l’attore non era ancora affermato, fu dubbia anche la partecipazione al cast di Virna Lisi.

Curioso infine il fiuto di Jerry Calà quando lesse per caso una bozza del copione del film “Sapore di mare”. Il copione era su una scrivania nello studio della produzione. Calà si interessò così tanto dall’idea che nonostante Vanzina lo mise in guardia sul basso budget e quindi l’impossibilità di coprire il costo del suo cachet, l’attore decise di lanciarsi in questo progetto. Accettando un compenso decisamente inferiore ad eccezione di una decisiva clausola. Quale? Qualora il film avesse superato gli 8 miliardi di incasso al botteghino all’attore sarebbe spettata una grossa fetta percentuale. I produttori, convinti di non arrivare mai a cifre simili accettarono. Il risultato? 10 miliardi di incassi.