Si parla ancora della triste morte di Moana Pozzi, deceduta a soli 33 anni: il direttore di Dagospia, Roberto D’Agostino, riapre il tema
Nell’ultima intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Roberto D’Agostino ha appoggiato l’illazione della mamma di Moana Pozzi, che avrebbe imputato al regista hard Riccardo Schicchi la responsabilità della morte della figlia. Oggi non c’è più neanche lui per potersi difendere, per dire la propria. Il direttore di Dagospia, tuttavia, non ha peli sulla lingua e ha voluto dire la propria, lui che la conosceva bene l’attrice.
Si apre una parentesi sui famosi voti in merito alle prestazioni sessuali degli uomini, ma pare che non fossero onestissimi. “Quel libro in origine assegnava giudizi completamente diversi, come nel caso di Bettino Craxi: lui ricevette un bel 7 e nonostante ci sia stata solo masturbazione”. Nella realtà, “con i voti bassi non lo avrebbe pubblicato nessuno, per questo li abbiamo gonfiati”. Svelato l’arcano: effettivamente, alcuni davano l’impressione di essere stati “pompati”. Certo è che chi ricevette la sufficienza, forse oggi avrà qualche grattacapo in più. “All’epoca lavoravo all’Espresso – prosegue il direttore – e scrivevo i primi pezzi sui locali scambisti, i locali di Schicchi, su Cicciolina in Parlamento, caso unico”.
Nessuna storia d’amore con l’attrice? “Mai”, confessa D’Agostino. Addirittura aveva maturato il pensiero ancora prima che lei entrasse nel mondo dell’hard, visto che già si conoscevano i due. Era la fidanzata di Luciano De Crescenzo al tempo. “Per me non aveva un grammo di sensualità; stava spesso a casa mia, per ore, era perspicace, leggeva, ma per lei il sesso era una questione meccanica”. Poi, dopo una breve pausa, è lo stesso giornalista a riaprire la parentesi della prematura scomparsa. Per la mamma di Moana, sarebbe stato Schicchi il responsabile della sua morte. “Secondo me ha ragione la madre di Moana”.
La responsabilità di Riccardo Schicchi

Quando i giornalisti del Fatto che lo hanno intervistato hanno chiesto il motivo, D’Agostino ha detto: “C’è una questione di tempi: alla fine degli anni 80 lo stallone per eccellenza, John Holmes (morto nel 1988), diventa sieropositivo e ovviamente crollano le sue quotazioni nel mondo dell’hard statunitense”. Questo avrebbe acceso l’interesse di Riccardo Schicchi: “Lui che fa? Lo porta a Roma, costava poco, e lo ingaggia per dei film, pure con Moana”. Rosanna, sua madre, l’ha ricordata di recente. Di seguito un estratto:
“Le ripetevo: “Non spogliarti, non li fare quei brutti film”. Dio sa se ci ho provato a convincerla, non c’è stato santo. “Mammina, non ti arrabbiare, tanto lo so che mi vuoi bene lo stesso. In fondo non piacciono nemmeno a me”. E rideva, aveva denti bellissimi. “Come sei antica. Anche le statue sono nude. Metteresti il reggiseno pure a Paolina Bonaparte”.
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