Un momento storico per la tv italiana: Robert De Niro riuscì ad incontrare per la prima volta il suo doppiatore italiano, l’indimenticabile Ferruccio Amendola
Anno 1991, serata di premiazioni con il Telegatto: Robert De Niro, ospite speciale, ebbe il piacere di fare il primo incontro con Ferruccio Amendola, la sua voce italiana. Una voce caratteristica, inconfondibile, inimitabile: forse, il miglior doppiatore italiano di tutti i tempi. La serata era memorabile, alla conduzione c’era Raffaella Carrà, accompagnata da Corrado Mantoni. Triste pensare come tutti i protagonisti citati siano morti, a parte l’attore hollywoodiano.
De Niro era reduce dal suo ennesimo film di successo, “Cape Fear – Il promontorio della paura”. Non appena lesse in inglese ciò che aveva da dire, ascoltando la voce del suo doppiatore italiano in tempo reale rise spontaneamente. Era una voce inconfondibile. Sapeva chi fosse Ferruccio. Quando Raffaella gli chiese il nome del doppiatore, in un primo momento Robert vacillò. Lei pronunciò solo il nome: “Ferruccio”. De Niro si illuminò e, anticipa la conduttrice, esclamò: “Amendola!”. Esatto, proprio lui.
“Grazie, ma quello bravo è lui”
Il doppiatore raggiunse il collega sul palco, investito dagli applausi della platea, compresi quelli del figlio Claudio, visibilmente emozionato e compiaciuto per il memorabile incontro del padre. Raffaella spiegava a De Niro lo spessore artistico di Amendola, la star di Hollywood nel frattempo lo teneva per mano. L’immagine è commovente: i due erano mano nella mano, felici d’incontrarsi come fossero due bambini.
Amendola, umilissimo, rivolse al collega tutti i complimenti ricevuti: “Ma quello bravo è lui, però. È la prima volta che ci incontriamo, ma io è come se lo conoscessi da sempre”. Come non potrebbe essere così, d’altronde. Amendola gli ha prestato la voce in tantissimi film, compresi quelli ritenuti tra le migliori pellicole dell’attore: da “Toro scatenato” a “Il padrino” passando per “C’era una volta in America” e “Quei bravi ragazzi”. Indimenticabili anche “Novecento” e “Gli intoccabili”.