E sono 80 per Robert De Niro, considerato uno dei pilastri della cinematografia mondiale, deve la fama al successo ottenuto prevalentemente nei film prodotti a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Novanta.
Robert ci ha abituati a ruoli di ogni tipo dimostrando la sua grande capacità camaleontica di interpretare personaggi dal tipico imprinting gangster per arrivare alle commedie, quasi facendo un’autoparodia di sé stesso. Lo sguardo intimidatorio e caratteristico ha saputo trasformarlo in quello sornione dalla venatura irridente, pur mantenendo la sua autorevolezza.
Marlon Brando lo ha già indicato come suo erede, tuttavia Robert ha già trovato a chi passare il testimone: Leonardo Di Caprio. Oltretutto è stato proprio Robert a sceglierlo come figliastro in “Voglia di ricominciare” e ha fatto da tramite per la conoscenza con Martin Scorsese. Il regista ha infatti “adottato” anche Leonardo DiCaprio per i suoi film, ormai il suo pupillo al pari di De Niro. Quest’ultimo è grande amico anche di Harvey Keitel, Sean Penn e Joe Pesci e non ha mai nascosto la sua stima per Al Pacino.
Robert lo conosciamo per la sua maniacale ricerca, per la sua ossessiva preparazione per interpretare al meglio per i ruoli assegnati. Ha fatto davvero il tassista per Taxi Driver, ha giocato a baseball ad Atlanta per affinare la tecnica nel film “Batte il tamburo lentamente“, ha perso 10 chili e ne ha ripresi 30 per interpretare l’ascesa e la discesa della vita del pugile Jake LaMotta in “Toro scatenato“. E si potrebbe continuare ancora.
Robert De Niro si è anche autodiretto in un paio di film e ha avuto 8 candidature al Premio Oscar che ha vinto in due occasioni: nel 1975, come miglior attore non protagonista nei panni di Vito Corleone da giovane ne “Il padrino – Parte II“, e nel 1981 per aver impersonato il pugile Jake LaMotta.
Sergio Leone su De Niro: “Si butta nel film assumendo la personalità del personaggio, con la stessa naturalezza con cui uno potrebbe infilare un cappotto“
Vedi anche: Tutte le manie di Robert De Niro
Quella sera che si rivelò a Giovanni Veronesi “dopo il terzo vodka tonic”
Giovanni Veronesi qualche anno fa ha rivelato che ebbe l’occasione di domandare a De Niro chi fosse il migliore tra Al Pacino, Dustin Hoffman e lui stesso: “Caro Giovanni – rispose “dopo il terzo vodka tonic” – dipende dal personaggio: se uno è bassino, è più bravo Dustin; se è di altezza media, è più bravo Al; se è piuttosto alto, sono più bravo io“.
Con l’occasione Giovanni non si fece sfuggire un’altra curiosità. Chiese come mai scelse di interpretare Jake LaMotta in “Toro scatenato“, arrivando a mettere a repentaglio la propria salute. Risposta: “Perché altrimenti lo avrebbe fatto Al Pacino“.
Quando venne arrestato a Parigi…
Durante una visita in Francia, nel 1998, l’attore venne arrestato da funzionari francesi. Robert si trovava nel Bristol Hotel di Parigi. Prima accusato di essere in correlazione con un giro di prostituzione locale e poi detenuto per ben nove ore, venne rilasciato dopo una giornata in manette, scagionato da ogni illecito. Inizialmente non la prese bene, “giuro sui miei figli che non ho mai pagato” e “non tornerò mai più“, ma poi con il tempo è riuscito a far pace con i francesi.
De Niro è infatti tornato in Francia al Festival di Cannes nel 2011, osannato dalla folla. Si disse “onorato” di essere in terra francese. La gente era felicissima della pace fatta tanto che cantò il suo nome. De Niro è stato avvistato in barca in Francia proprio lo scorso anno mentre era in vacanza con la compagna Tiffany Chen.
…ed in Italia!
Già, accadde anche in Italia. De Niro girava per le strade di Roma insieme al collega Keith Carradine nel periodo d’uscita di Toro scatenato. Quella sera uscirono dall’hotel di Trinità dei Monti per avventurarsi nella serata romana a bordo di un taxi. Erano gli anni di piombo e quando si girava per le città si prestava molta attenzione all’ambiente circostante.
Il tassista che accompagnava i due attori si era accorto di essere seguito da un’Alfetta. Si trattava di due paparazzi. Una pattuglia dei carabinieri fermò l’auto che inseguiva il taxi. Tuttavia uno dei due fotoreporter disse agli agenti che stavano seguendo “due terroristi delle Brigate Rosse“. I carabinieri si precipitarono per fermare il taxi con i due sospetti. L’attore passò un’ora in caserma prima che l’equivoco si risolvesse.
Robert De Niro: la gioventù, le origini italiane, il nome Di Niro
Robert Anthony De Niro Jr. all’anagrafe, ha 79 anni, è alto 1,72 m circa ed è un attore, regista e produttore cinematografico. Nato in un quartiere di Manhattan, Greenwich Village, si è presto dovuto spostare con sua mamma nel quartiere di Little Italy dopo che questa si era separata dal papà. Nella zona della nuova abitazione Robert ha avuto modo di imparare ad osservare le persone. E già nelle recite scolastiche dimostrava il suo talento come quell’interpretazione del Leone Codardo del Mago di Oz che rivelava un talento innato.
Suo papà era Robert De Niro sr., figlio di Giovanni della provincia di Campobasso (Ferrazzano). I nonni paterni di Robert emigrarono negli Stati Uniti sul finire dell’Ottocento e Giovanni divenne “Di Niro” per via di un errore di pronuncia. Robert si definisce italo-americano. Nella Little Italy lo chiamavano Bobby Milk. L’attore non fece in tempo a terminare le scuole superiori e abbandonò gli studi all’età di sedici anni per studiare recitazione al Conservatorio di Stella Adler e all’Actor’s Studio di Lee Strasberg.
Robert De Niro: la manifestazione delle prime manie, i primi successi, films
Prima di diventare chi è, Robert era un cameriere e ha raccontato di aver servito al party organizzato per la prima de “Il laureato“, di Dustin Hoffman. I due attori sono coetanei ma il collega ha raggiunto il successo qualche anno prima. Nel 1963 Robert esordì in “Oggi sposi“, commedia di Brian De Palma, anche se per la verità la distribuzione avvenne dopo 6 anni per via della censura che giudicò per la prima volta un film con la X-Rating. Episodio che fece slittare il vero esordio ufficiale sul grande schermo al film francese “Tre camere a Manhattan“, di Marcel Carné.
Il debutto al cinema e quel ruolo di Sonny Corleone sfiorato ne “Il padrino”
Arrivò il momento per un passo grande e nel primo film de “Il padrino” stava per accadere, ma un intervento della Paramount bloccò tutto. Probabilmente a posteriori Robert avrà ringraziato visto che stava per interpretare il ruolo di Sonny Corleone mentre nel secondo film della trilogia avrebbe vinto l’Oscar nei panni di Vito Corleone da giovane. Il primo tentativo dunque non andò a segno sebbene per il regista Francis Ford Coppola fosse ormai fatta. La nota casa di produzione cinematografica però gli preferì James Caan.
Il riscatto e la prima dimostrazione di maniacalità
Dopo la delusione di vedersi sfumato il ruolo di Sonny Corleone, Robert riuscì a riscattarsi nel 1975 in “Batte il tamburo lentamente“, interpretando il giocatore di baseball affetto da linfoma di Hodgkin. In questa occasione l’attore dimostrò per la prima volta la sua maniacale preparazione al fine di risultare quanto più credibile possibile sul grande schermo. Scelse di trasferirsi ad Atlanta per praticare il baseball ed assimilarne i fondamentali. La critica esaltò il film e fu un grande successo per De Niro.
Il sodalizio con Martin Scorsese, i 4 mesi in Sicilia per parlare solo in dialetto
Il 1975 è una data che De Niro avrà ben memorizzato perché oltre a farlo emergere come attore è stato l’anno in cui iniziò il sodalizio artistico con il neo-regista Martin Scorsese. I due vennero presentati dall’amico comune Brian De Palma e condivisero subito le comuni origini italiane. Il primo film dei due è “Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno” e fu un successo per De Niro che mise le basi per il personaggio che lo avrebbero maggiormente caratterizzato come attore. L’anno seguente riuscì a prendere parte a “Il padrino – Parte II” che gli valse l’Oscar. Per interpretare al meglio il personaggio De Niro si trasferì per 4 mesi in Sicilia parlando solo il dialetto locale.
Fu il lancio definitivo dell’attore che interpretò magistralmente il disturbante personaggio di Travis Bickle in “Taxi Driver” nel 1976. Per interpretare la parte al meglio esercitò la professione di tassista. Anche in questo caso si è trattato di un grande successo condiviso con l’amico Martin Scorsese. De Niro era talmente entrato in sintonia con il personaggio di Travis che improvvisò completamente la scena in cui si guarda allo specchio dicendo “You talkin’ to me?“.
L’ascesa
Nel 1978 uscì “Il cacciatore” e nel 1980 “Toro scatenato” che gli valse il secondo Oscar come miglior attore. Nel 1984 fu la volta di “C’era una volta in America” e nel 1988 de “Gli intoccabili“, quest’ultimo vestendo i panni di Al Capone. Si tratta di film che lo videro pluripremiato ma che al contempo segnavano l’inizio di un sottile declino sebbene le ottime recitazioni. Pur passando alla commedia e a ruoli drammatici, De Niro riuscì a mostrarsi sempre all’altezza.
In “Prima di mezzanotte“, del 1988, ottenne la nomination al Golden Globe. Ottenne una candidatura agli Oscar del 1991 per “Risvegli“. L’attore riuscì a difendersi bene nella prima metà degli anni Novanta con “Quei bravi ragazzi” e “Cape Fear“. In quest’ultimo film pare che si fosse fatto rovinare i denti appositamente dal suo dentista per poi farseli rimettere “a posto” dallo stesso. Forse una leggenda, ma non stupirebbe visto il personaggio.
Tuttavia da “The Fan – Il Mito“, del 1996, recitato con Denzel Washington, iniziarono le prime crepe per De Niro. L’attore nel film sembra come specchiarsi un po’ troppo e meno aperto alla sua verve camaleontica che lo ha sempre contraddistinto. Riuscì a riscattarsi nello stesso anno in “Sleepers” e replicò nel 1997 con “Jackie Brown“.
Anni Duemila
Dagli anni Duemila De Niro si è definitivamente concesso al genere commedia. Lo ricordiamo prevalentemente in “Terapia e pallottole“, del 1999, e in “Ti presento i miei“, del 2000, più i sequel di quest’ultimo. Ed è proprio da questi film che l’attore riesce ad invertire perfettamente l’imprinting trasformandolo in quello di un personaggio sì autoritario, ma in chiave ironica e autoironica. Girò “The Score” senza successo insieme a Marlon Brando nel 2001.
Lo ricordiamo di recente in diverse buone interpretazioni ma di meno peso rispetto ad un tempo anche per ovvi motivi d’età. Da segnalare quella ne “Il lato positivo“, che lo ha riavvicinato a nuove premiazioni, i sequel di “Ti presento i miei” (“Mi presenti i tuoi?” e “Vi presento i nostri“, rispettivamente del 2004 e del 2010), in “American Hustle” e in “Joy“. Nel 2002 divenne sponsor del cinema indipendente fondando il Tribeca Film Festival. Nel 2011 è stato riconosciuto con il ricevimento del Cecil B. De Mille Award alla carriera.
Robert De Niro: vita privata, le origini, moglie, fidanzata, figli, Drena e Raphael, patrimonio, i progetti ad ora nel 2022
L’attore ha sposato la collega Diahnne Abbott nel 1976. Durante la relazione De Niro adottò Drena, figlia di Abbott avuta da un precedente matrimonio. Nacque Raphael, poi la coppia si separò nel 1988. Sette anni dopo Robert sposò Toukie Smith dalla cui relazione nacquero i gemelli Julian Henry e Aaron Kendrik, tramite madre surrogata.
Nel 1997 De Niro sposò poi Grace Hightower ma finì dopo due anni. Dalla relazione nacque Elliot. Robert e Grace si sposarono nuovamente nel 2004 e dopo sette anni è nata Helen Grace, ancora tramite madre surrogata. La coppia divorziò ancora separandosi ufficialmente nel 2018. Grace aveva intentato una duratura e tormentata causa per la separazione.
Addirittura si era parlato di un De Niro preso a lavorare ben 12 ore al giorno e 6 giorni alla settimana a 77 anni per sanare grossi debiti con il fisco e venire incontro alle esigenze della Hightower, la quale pretendeva almeno metà del patrimonio dell’attore per il divorzio, stimato di circa 500 milioni di euro. L’attuale fidanzata di Robert è Tiffany Chen.
È notizia di ieri l’inizio dei lavori di “Wise Guys“, film per il cinema, in cui Robert De Niro interpreterà i boss Vito Genovese e Frank Costello. L’attore tornerà quindi a vestire i panni del gangster italo-americano.
Altre curiosità: la costola rotta a Joe Pesci in “Toro scatenato“
- Per interpretare il complicato personaggio di Travis Bickle, De Niro ha detto di essersi ispirato ad un “granchio” data la tendenza a spostarsi di lato. Aspetto che nel film ne rivela la natura passivo-aggressiva del personaggio.
- In realtà De Niro è italiano per un quarto perché suo padre aveva anche origini irlandesi oltre che molisane, mentre la madre, la pittrice Virginia Admiral, era di origini olandesi, inglesi, francesi, tedesche. De Niro però non ha mai fatto mistero di sentirsi più legato all’Italia. “Ho un legame davvero speciale con l’Italia – disse non molto tempo fa – I miei nonni Giovanni De Niro e Angelina Mercurio arrivarono negli Stati Uniti da Ferrazzano. La mia carriera non sarebbe stata la stessa se non avessi lavorato con grandi registi italiani e italoamericani come Scorsese, Coppola, Bertolucci, De Palma, Leone… Ed eccomi qui, grazie Italia“.
- Oltre a Bobby Milk in gioventù veniva chiamato “No Dinero” per via delle scarse mance che lasciava.
- Suo papà era artista espressionista astratto e dopo la nascita di Robert rivelò la propria omosessualità lasciando la moglie. Robert andò a vivere con Virginia nel quartiere di Little Italy.
- Come abbiamo visto le carriere di Robert e Scorsese vanno quasi di pari passo. I due si conoscevano già di vista quando vennero presentati da Brian De Palma, in quanto abitavano a pochi isolati di distanza nello stesso quartiere di Manhattan.
- Sul set di “Toro scatenato” De Niro colpì talmente forte il collega Joe Pesci da procurargli la frattura di una costola. I due sono grandi amici.
- Robert ha sconfitto il cancro alla prostata che gli fu diagnosticato nel 2003.