Il piccolo Enea è stato lasciato nella Culla per la Vita a Milano durante il giorno di Pasqua: il neonato pesa 2.6 kg e sta bene. La madre ha lasciato una lettera, il direttore di Neonatologia: “Una sconfitta a livello sociale”

Il suo nome è Enea, pesa 2.6 kg e gode di buona salute. Questa è la storia del neonato che è stato lasciato il giorno di Pasqua nella Culla per la Vita del Policlinico di Milano.
Il piccolo è stato trovato alle 11.40 della mattina di Pasqua.
Immediatamente, i medici del reparto Neonatologia della clinica Mangiagalli lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti del caso per verificare il suo stato di salute. Sua madre ha voluto lasciare anche una lettera per i medici, nella quale afferma che il bimbo sia sano e che tutti gli accertamenti ospedalieri siano andati nel migliore dei modi. Il messaggio della madre è stato inoltre commentato dal direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano, Fabio Mosca.

“Vivo questo evento anche come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà. Madre che, qualora ci ripensasse, siamo pronti ad accogliere e ad assistere”.

Ha scritto il direttore Mosca in un comunicato stampa.

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Enea, il terzo bambino affidato alla Culla per la Vita: ecco di cosa si tratta

Enea è soltanto il terzo neonato affidato alla Culla per la Vita del Policlinico di Milano. Da quando è stata creata, nel 2007, soltanto altre due mamme avevano deciso di lasciare i propri figli nelle mani dei medici della Culla. L’ultimo caso risaliva al 2016, il primo si era verificato addirittura a 11 anni fa, nel 2012.

Le Culle, circa 50 sul territorio italiano, sono strutture concepite per permettere alle mamme in difficoltà di lasciare i loro neonati nel completo anonimato e in assoluta sicurezza per i piccoli, per evitare gesti estremi di rifiuto, senza violare la legge italiana.

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Sono ambienti protetti e riscaldati: c’è una culla termica che è sempre collegata all’impianto elettrico, quindi mantenuta a calore costante, una culla per il trasporto che hs un sistema di monitoraggio della saturazione di ossigeno e un sistema di condizionamento.

All’interno c’è un allarme che avvisa i medici e gli infermieri della Neonatologia della presenza di un bimbo. In questo modo, in pochissimi minuti, i sanitari possono precipitarsi sul posto.

Il direttore del Policlinico di Milano Ezio Belleri ha spiegato in breve in cosa consistono le Culle per la Vita.

“È una cosa che pochi sanno, ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino. Inoltre esistono le «Culle per la Vita», che consentono di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i genitori non possono purtroppo tenere. È una decisione drammatica, ma la Culla almeno consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori”

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