L’alunno stava disturbando la lezione con il cellulare durante l’ora di religione: così la prof glielo ha sequestrato e restituito soltanto alcuni giorni dopo. È successo in una scuola media della Vallagarina, in Trentino: tuttavia, il padre dell’alunno undicenne non ha accettato questa decisione e ha denunciato l’accaduto rivolgendosi presso uno studio legale, puntando il dito contro l’insegnante e contro la preside, in qualità di rappresentante della scuola.

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Insegnante sequestra il telefonino dell’alunno e viene licenziato dal papà: la vicenda in Vallagarina, Trentino

Intervistato ai microfoni de L’Adige, il padre del giovane studente ha chiarito le motivazioni che lo hanno spinto a sporgere denuncia. “Dovevo sentire mio figlio e mi è stato impedito”, racconta indignato il genitore. Il provvedimento del sequestro momentaneo del cellulare è stato corretto, spiega il padre dell’alunno: ciò che non è legittimo è la confisca prolungata dello smartphone.

Il padre ritiene infatti che la docente doveva al massimo dare una nota disciplinare o fare un richiamo, ma non ritirare il telefonino. Come si legge su l’Adige, c’è stato un incontro tra la dirigente scolastica e il genitore del figlio, che però sembra non essere stato risolutivo.

In ogni caso, c’è una legge in merito all’utilizzo del cellulare in classe. Secondo quanto si apprende dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007, “è confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, dato che si tratta di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti”.

La legge non prevede l’uso del cellulare in aula, a meno che non sia consentito, “su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della cittadinanza digitale”, come si legge nella stessa circolare. La scuola in questione, al momento, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito all’accaduto.

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