Alexis era dipendente da Instagram e ha cominciato improvvisamente a diventare “depressa, arrabbiata, ritirata“. Si provocava autolesionismo e “alla fine” aveva anche “idee suicide“. Con il tempo ha accusato “disturbi alimentari“.

A dirlo sono i genitori Kathleen e Jeff Spence, di Long Island, nello Stato di New York. La coppia fa causa a Meta, il colosso social di Mark Zuckerberg, con l’accusa di lesioni personali.

L’allora piccola Alexis, 11 anni, era ormai sempre più diversa e sebbene un primo momento di smarrimento dei genitori circa le cause del cambiamento della figlia, le cose man mano si fecero più chiare per la coppia. Alexis era chiaramente “dipendente da Instagram“. Infatti, nonostante l’età, Alexis aveva creato un profilo su Instagram.

Riuscendo dunque ad evadere i controlli per l’età, potendo dichiarare più anni di quelli che aveva al momento della registrazione (il minimo consentito è 13 anni). Ed è stato questo uno dei motivi che hanno spinto la coppia a citare in giudizio il social network: proprio la mancata verifica dell’età degli iscritti. L’illuminazione l’avrebbero avuta grazie alla whistleblower Frances Haugen (i cosiddetti Facebook Papers).

Oltre a questo denunciano la negligenza con la quale il social network tratta la questione di assuefazione e dipendenza dalle piattaforme. La piccola Alexis, oggi 19enne, aveva sviluppato una forte dipendenza digitale che in breve tempo venne accompagnata da sintomi come “ansia, depressione, autolesionismo, disturbi alimentari e idee suicide“.

Oggi la giovane sta bene e i genitori hanno parlato di “miracolo” alla Abc per il fatto che loro figlia “sia ancora qui“. Per salvaguardare la sua salute i due hanno combattuto “con le unghie e con i denti“. Sono passati anni ma la coppia vuole fare luce sulla questione.

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Dipendente da Instagram: i sintomi della dipendenza, problemi psicologici da social network, conseguenze dopo un utilizzo prolungato, come uscirne, la “malattia” da social rovina la vita?

Il Common-Sense Media, l’organizzazione che monitora l’utilizzo dei social negli Stati Uniti, ha dichiarato che quasi la metà della popolazione USA è affetta da dipendenza da social. Secondo lo studio “si può riconoscere una persona dipendente dai social osservando i suoi interessi“. Generalmente, nel caso in questione, il social è “totalizzante“. Tra i sintomi riconosciuti e osservati dal Common-Sense Media ci sono:

  1. Lo stato ansioso-depressivo“. Secondo la ricerca scientifica, tra i motivi della crescente depressione tra i giovani negli ultimi 25 anni, il 70% di loro, ci sarebbe proprio la dipendenza da social. Questa favorirebbe l’ansia sociale rispetto al giudizio degli altri. Oltretutto i social porterebbero alla depressione per via di standard spesso irraggiungibili.
  2. Ossessione per la propria immagine social“. Il punto 1 conduce direttamente al secondo sintomo della lista, sempre secondo le parole dell’organizzazione americana. Il social “vuole” un’immagine sempre perfetta e in linea con gli standard della piattaforma. “Chi soffre di bassa autostima rischia di alimentare drasticamente le preoccupazioni sull’accettazione del proprio corpo messo a confronto con i modelli presenti sul social“, riporta la ricerca.
  3. Mancanza di sonno“. “La pessima qualità del sonno” è un altro dei sintomi classificati dalla ricerca del Common-Sense Media dei social network. Non si tratta solo di fare tardi la sera ma di “svegliarsi anche nel cuore della notte per verificare sul proprio smartphone cosa avviene nella rete“. Secondo la ricerca condotta, è un atteggiamento piuttosto frequente tra gli adolescenti.
  4. Il timore di essere esclusi“. Quindi la paura di essere “tagliati fuori” se non si è costantemente presenti sulla piattaforma social.

La dipendenza da social può seriamente sconvolgere il corretto bilanciamento per vivere bene. “Ansia, esaurimento nervoso e difficoltà di interazione” sono tra le conseguenze della forte dipendenza da social. Lo ha detto Nerina Ramlakhan il 6 ottobre del 2015. Nerina lavora presso la clinica Nightingale Hospital ed è membro della squadra per il trattamento della cyber-dipendenza. “I miei pazienti sono davanti allo schermo anche la notte” aveva raccontato.

Secondo le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence il consiglio è di “usare i social non più di due ore al giorno“. In generale consigliano di non utilizzare lo smartphone oltre quelle determinate tempistiche.

Sul come uscire dalla dipendenza da social si è espresso anche un recente studio della London School of Economics che ha rimarcato i benefici dalla lontananza dalle app. Infatti, secondo lo studio, i punteggi dei test dei bimbi aumenta di oltre il 6% senza la distrazione dei telefonini.

Esistono dei centri di disintossicazione dal web nel Regno Unito, in Cina e Giappone. Dal 2013 è nato il Bradford Regional Medical Center in Pennsylvania. In Italia esiste il Centro per le psicopatologie da web del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, operativo dal 2009. L’anno seguente è nato l’ambulatorio dell’ospedale Molinette di Torino.