La Cina ha approvato un “Codice di condotta” al quale dovranno attenersi tutti gli influencer, un sistema in cui il Paese controlla e contemporaneamente censura tutti gli aspetti dei content creators. Il Codice è pubblico dal 22 giugno e regola le modalità di intrattenimento.

Presenti anche 31 contenuti vietati tra i quali l’utilizzo di deepfake per evitare video editing con derisioni nei confronti della leadership cinese. Tra i divieti ovviamente l’autolesionismo e la violenza. Tuttavia non è concesso neanche diffondere messaggi accompagnati da “energia negativa“.

Termine del quale la Cina ha spesso abusato. Un’energia tuttavia da interpretare perché per “negativa” si intende tutto ciò che va in contraddizione con i principi della leadership del Paese. Un primo esempio di proibizione è stato l’oscuramento di due settimane del profilo dell’avvocata Longfei.

La legale risponde quotidianamente ai suoi 9 milioni di follower sciogliendo i loro dubbi legali, parlando prevalentemente di matrimoni e divorzi. Nel caso in questione il governo cinese avrebbe disapprovato le sue posizioni sul matrimonio e in particolar modo sulla tematica del divorzio.

Quindi niente profilo per metà mese, “rea” proprio di aver diffuso “negatività“. Tra le regole anche quelle relative all’abbigliamento per i creators. Gli abiti devono essere conformi ai “gusti estetici pubblici” nonché “alle abitudini di intrattenimento“.

Un Codice che sembra più che altro gettare confusione tra gli streamer che si domandano: “come mi dovrei vestire per compiacere il pubblico?“. Tra le proibizioni anche quelle di trattare tematiche come medicina, legge, finanza e istruzione senza una previa autorizzazione.

Per ottenere il permesso al trattamento di determinati temi occorre inviare documenti che ne certifichino le competenze. A dover sottostare al Codice anche le istituzioni locali, pena l’oscuramento del canale. Chi non segue le regole sparisce dai radar perdendo la completa visibilità.

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La Cina controlla gli influencer: la censura in vigore da oggi

Il Codice di Condotta è stato diffuso lo scorso 22 giugno ed è già in vigore. Ci sono già casi in cui, come l’avvocata Longfei, alcuni creators hanno “pagato” a proprie spese con l’oscuramento del proprio canale di streaming. Il video streaming è una realtà predominante anche in Cina, forse ancora più che da noi.

Le star del web sono altrettanto famose e idolatrate come i vip dello spettacolo. Sicuramente non faranno piacere agli streamer orientali le clausole del Codice circa l’abbigliamento da indossare o i divieti dello stesso. Tuttavia saranno costretti ad adattarsi, pena l’oblio. E per uno streamer l’oblio è sinonimo di fine carriera.