Chi non ha usato i social durante il periodo di lockdown e a seguire tra il 2020 e il 2021? Tutti, compreso il manager ultrasettantenne, divorziato, vittima di estorsione e stalking. Condanna con rito abbreviato ricevuta proprio questi giorni dalla carnefice, Giuseppina Caterina Lanzani, 67 anni. Siamo dunque ad un epilogo di una vicenda di truffa vera e propria e come spesso accade l’esca in questi casi è lo stereotipo fake della donna top model. Giuseppina si fingeva chi non era: 35 anni, capelli biondi, fisico da top model quale era la professione che decantava.

La condanna è arrivata dai giudici di piazzale Clodio. La pena è stata anche superiore rispetto a quanto richiesto dall’accusa: due anni e mezzo di reclusione a fronte dei due anni e due mesi richiesti.  La donna dovrà anche risarcire dei danni la vittima in sede civile con il pagamento di una provvisionale di 10 mila euro.

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Tutto inizia con l’uomo che chiede amicizia alla donna, la quale si presenta con una foto profilo sui social dall’aspetto ammaliante fedele alla descrizione di cui sopra.

I fatti

Il tempo passa, la complicità aumenta fino a diventare una relazione virtuale. Come è tipico di questo tipo di truffe la donna col tempo entra in intimità fino a porre la sua prima richiesta di aiuto economico. Il primo sostegno che l’uomo invia è di 7.700 euro. Il denaro va direttamente sul conto di una amica della fake top model, così come richiesto dalla trentacinquenne, anche questo è uno dei passaggi tipici di una truffa sentimentale .

Stalking e minacce

Il rapporto ha una escalation. L’imputata inizia a minacciare la vittima dopo il suo rifiuto alla convivenza. Minacce di ricatto. Ad esempio quelle di recarsi dalle forze dell’ordine per denunciarlo. Le accuse che avrebbe posto? Quelle infondate di “andare con le minorenni”. L’unico modo per fermarla sarebbe stato quello di versarle altri 20.000 euro. Che poi sarebbero diventati 10.000.

L’ultrasettantenne non cede al ricatto ma l’imputata non demorde così le minacce diventano stalking. La 67enne perseguita l’uomo attraverso tutti i canali di comunicazione. Dai social (Messenger e Whattsapp) alle telefonate ai circoli che l’uomo frequenta abitualmente fino alle lettere recapitate nella cassetta della posta.

Siamo molto soddisfatti” ha detto l’avvocato della parte offesa, Francesco Caroleo Grimaldi. La Lanzani è attualmente cautelare in carcere. La donna si è collegata in udienza attraverso Microsoft Teams e ha dichiarato di conoscere già l’uomo ancor prima dei fatti. “Ci eravamo conosciuti dalle mie parti, in Veneto, tra amici” aggiungendo che la vittima “sapeva bene chi fossi”.