Omofobia e transfobia nei commenti alla sua foto dalla Sardegna, dove si trova per il suo spettacolo ‘Stasera ve le canto’
Vladimir Luxuria in bikini scatena gli haters. L’attivista e conduttrice televisiva si è trovata recentemente al centro di una tempesta di insulti transfobici online, scatenati da una sua foto in bikini scattata sulla splendida spiaggia di Mari Pintau in Sardegna. Luxuria si trova sull’isola per portare il suo spettacolo ‘Stasera ve le canto’. Nonostante le offese ricevute, ha risposto con eleganza e forza, dimostrando di non essere minimamente scalfita dai commenti negativi.
«Ma perché dovrei perdere tempo ed energie con questi sfigati? Sono in Sardegna, in un posto bellissimo, davanti a un mare turchese. Se non mi avessero avvisata non me ne sarei accorta». Luxuria ha pubblicato un ulteriore scatto, questa volta dal Poetto di Cagliari, accompagnato da un messaggio diretto agli haters: “Fatevi una vita!!!”.
Intervistata dal Corriere della Sera, ha confermato di non aver prestato attenzione ai commenti transfobici sul suo post Instagram. Gli insulti variavano da quelli che la deridevano per il suo aspetto fisico a quelli che esprimevano pura repulsione, ma Luxuria ha risposto con ironia, chiedendosi perché queste persone la seguano se provano disgusto per lei.
Vladimir Luxuria in bikini scatena gli haters
Luxuria ha sottolineato l’importanza di non vivere nella bolla dei social media, preferendo i rapporti diretti e vis à vis. Ha inoltre espresso il suo punto di vista sulla necessità di una legge contro l’omotransfobia, affermando che le pene detentive più severe per i crimini d’odio non sono la soluzione. Piuttosto, secondo Luxuria, è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione all’inclusione e al rispetto, soprattutto nelle scuole, per prevenire la diffusione di atteggiamenti discriminatori.
«Sinceramente non mi fa gioire sapere che una persona si fa qualche mese in più in carcere per un reato di odio – ha detto – Invece quello che manca davvero sono le campagne di sensibilizzazione all’inclusione e al rispetto. Rimprovero al governo di lanciare messaggi di solidarietà quando succedono fatti di cronaca, ma quando gli chiedi di fare campagne nelle scuole contro l’omotrasfobia ti rispondono che quella è la teoria gender, come se volessi influenzare la sessualità di un adolescente. In realtà non vogliono fare nulla. Anzi, gli insulti dal loro punto di vista servono a far capire a un gay o trans che se vuole vivere liberamente, avrà sempre problemi».