L’attore romano è pronto al grande ritorno in Rai: Gassmann parla di ansia e di tranquillanti, di fragilità e di vita privata
Ansia e tranquillanti: due costanti nella vita del grande Alessandro Gassmann, un attore tutto d’un pezzo, che nasconde delle fragilità. Si è confessato prima del suo ritorno in Rai con I bastardi di Pizzofalcone, un ruolo che calza perfettamente con la personalità di Alessandro Gassmann: “C’è stato un periodo in cui mi ero fatto fare degli adesivi rossi, grandi, con la scritta ‘Sono un incivile’, e li mettevo sui parabrezza di quelli che parcheggiavano sui passaggi dei disabili”. Era un “bastardo” anche lui, lo è stato per “centinaia di volte”: parole sue, sia chiaro. L’attore romano torna in scena con la quarta stagione dello show targato Rai, nei panni dell’ispettore Lojacono, con il quale condivide alcuni aspetti della sua vita.
Le fragilità
“Non sono un chiacchierone, piuttosto un osservatore”, esattamente come il personaggio interpretato. Poi però guai a farlo arrabbiare, perché la scintilla scatta presto: “Sbotto quasi subito – ha detto in un’intervista rilasciata per il Corriere – ma sono il primo a chiedere scusa”. Istintivo, simpatico, ma non istrionico: Alessandro sa esattamente cosa vuole e chi è, non vuole piacere a tutti i costi, anche se è uno di quegli attori un po’ vittima del ‘perfezionismo’. Infatti, dietro a quell’apparenza a volte dura, anche se affascinante, si cela una personalità fragile. Come quella di papà Vittorio.
Nonostante una carriera degna del cognome che porta, sempre capace di riuscire a proporsi come attore in tantissimi ruoli, esattamente come Vittorio, a volte, teme di non farcela, di non essere perfetto. Più che a volte, “sempre! – esclama lui -. Io sono un insicuro totale nel mio mestiere, studio tantissimo, penso di non essere all’altezza, non sono mai contento. A teatro devo prendere dei tranquillanti, niente di troppo forte, eh, per entrare in scena anche alla trecentesima replica. Ho paura del palco, poi dopo un minuto sono l’uomo piu felice del mondo”.
I litigi con la moglie
Tornando al carattere, spesso è la moglie la vittima delle sfuriate: “Con mia moglie va così: io sono quello che si incazza e chiede scusa dopo un minuto, lei invece è la lenta vendetta cinese, quella poker face che per giorni ti circonda facendo accrescere in te i sensi di colpa, giusti per altro, perché il 95% delle volte ha ragione lei”. A far scattare i litigi sono spesso i social network, la costante della vita di tutto noi nel terzo millennio: “A volte dovrei evitare di scrivere, ma sono istintivo, e spesso litigo con mia moglie quando mi chiede con preoccupazione: cosa hai scritto oggi?”.
A novembre tornerà anche a vestire i panni del professore Dante Balestra: “La scuola è la base della nostra società, sarebbe bello se potesse essere meno punitiva nei confronti degli alunni. Il mio personaggio ha la capacità di divertire educando che è quello che è mancato a me come studente, un professore illuminato e illuminante che entra nella psicologia degli studenti”.