Dopo aver postato un selfie con sua figlia Elisabetta Francini in cui entrambe sorridevano durante il concerto di Ultimo allo Stadio Olimpico di Roma, Mara Venier era stata duramente attaccata dagli haters: lo scatto infatti arrivava a poca distanza dalla scomparsa di Pier Francesco Forleo, dirigente RAI e marito della figlia da 18 anni, morto il 9 giugno.
Alcuni, addirittura, avevano criticato la scelta del colore dell’abito indossato dalla Venier, un rosso giudicato troppo appariscente vista la delicatezza del momento.
Dopo la risposta più diplomatica di Mara Venier (“un concerto meraviglioso… e adesso scrivete criticate giudicate, non mi frega niente!!!!!”), Elisabetta ha scelto toni molto più duri e con delle stories è sbottata violentemente di fronte al mare di insulti ricevuti…

“Leoni da tastiera soli, infelici, invidiosi, rosiconi, frustrati e felici dei dolori altrui… che non aspettano altro di puntare il dito o coglierti in fallo e tanto altro ancora… piccole persone fallite… Buona vita cari…” ha scritto su Instagram la 54enne, anche lei conduttrice televisiva come sua madre.

La riflessione di Simona Ruffino


Sia madre che figlia, poi, hanno condiviso le parole con cui la scrittrice Simona Ruffino ha scelto di prendere la loro parte contro gli hater: “E comunque da quando in qua una persona deve giustificare come sceglie di trascorrere le sue serate anche dopo un lutto importante? Io quando sono morti i miei ho deciso di fare esattamente quello che piaceva a loro. Un minuto dopo i funerali ero al bar a prendere un aperitivo.”
Poi la bordata finale: “Ma veramente pensate che un dolore si cancella con una risata, un concerto, una serata tra amici? Certi dolori non passano mai, MAI. E per inciso, non avete capito proprio niente. Siete minuscoli!”.

Parole che hanno convinto la maggior parte dei followers. Quel che è certo è che nessuno dovrebbe mai permettersi di giudicare la reazione delle persone in modi così delicati, perché non tutti di fronte al dolore hanno la stessa reazione, ma non per questo c’è chi soffre di più e chi di meno di fronte a eventi tanto sconvolgenti come la morte improvvisa di una persona cara.

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