L’attrice replica alle malelingue dopo aver pubblicato le sue foto in costume insieme ad altre modelle: le parole della Milo e le immagini condivise sui social
Provate a fermarla voi, se ci riuscite, o non fatelo proprio perché Sandra Milo non ha bisogno di essere limitata, sta bene così: lo dimostra postando su Instagram le nuove foto che la ritraggono in costume a 90 anni, compiuti lo scorso marzo. Inutile ribadire che un certo tipo di contenuti scatenino le solite critiche del web. Il punto è che lei, preventivamente, sapeva già a cosa sarebbe andata incontro e ha agito d’anticipo scrivendo un lungo post a corredo delle immagini. Anche se, a onor del vero, ha aggiunto una “postilla” poco dopo aver pubblicato e soprattutto in seguito alla lettura di alcuni commenti. “Rivoluzione è qualcosa che si evolve, che segue l’esigenza dei tempi. È normale, fa parte della vita”.
L’attrice appare in costume, poi con body e giacca, con tanto di tacchi, e lo fa per la copertina di Flewid Book, dimostrando di non temere il tempo che avanza. “Non permettete a nessuno di farvi sentire il peso della disuguaglianza”, è il messaggio forte che invia. “Non ci sono differenze ma solo particolarità che ci rendono unici pur essendo simili gli uni con gli altri”. Insomma: libertà di scelta, di pensiero, senza paura del giudizio, senza timore delle critiche a cui lei è abituata da sempre.
Come si nota dalle foto condivise sui social, l’attrice posa insieme ad altre modelle che si fanno notare per quella che viene definita “bellezza non convenzionale”: alcune donne sono in carrozzina, ci sono le curvy, ci sono modelle e “particolarità”, come le definisce Sandra.
La postilla
In seguito l’attrice ha aggiunto “una postilla” in riferimento a quelle persone che hanno “equivocato il senso del messaggio”. “Mi hanno tacciata di essere un’egocentrica novantenne – scrive – tutta rifatta e piena di filtri, che dovrebbe fare solo l’anziana. Non si fa gli anziani, ma si è semplicemente vecchi e la vecchiaia, se vissuta bene, è una gran bella stagione della vita”. Lo sfogo: “Eppure la forza evocativa delle immagini non lascia spazio alcuno ai fraintendimenti! Mi preme dire che non solo la terza età non è una condizione da subire passivamente o da nascondere come fosse una vergogna, né l’anticamera della morte, ma solo una fase della vita che ognuno di noi attraversa con spirito più o meno vivace”.
Il suo messaggio è profondo: “Dall’altro da sé, dalle istituzioni, dal sistema giuridico. Non bisogna essere necessariamente giovani, magri, bianchi, eterosessuali, privi di disabilità per sentirsi parte di un tutto”. Sposa in pieno l’inclusività senza limiti: “Noi siamo, noi contiamo e questo ci deve essere concesso. Il mondo non si divide in categorie, in compartimenti stagni nei quali relegare chi è diverso, nella migliore accezione del termine, da noi. Aprite la mente!”.