Non conta l’età, una mamma morta è sempre un dolore immenso, anche a 102 anni: Paolo Brosio ha perso la sua cara Anna Marcacci lo scorso 17 aprile. Un dolore ancora troppo recente per il giornalista, che trova la forza di parlarne. Loro avevano un legame speciale. Non solo da mamma e figlio. Amici, lei era la sua confidente principale. Anna lo aiutò alla conversione e alla devozione per la religione, che oggi Paolo ha ereditato, trasformandola nel principio cardine della sua vita.
Il racconto doloroso di Paolo Brosio: “Non mi sono mai staccato da lei in quest’ultimo periodo”
Anna è morta mentre i due stavano comunicando, un trauma indelebile per Brosio. “L’ho vista morire davanti ai miei occhi – racconta – eravamo al telefono, in videochiamata”. Il giornalista televisivo ripercorre il calvario della genitrice in “quest’ultimo periodo”, nel quale è sempre stato al suo fianco: “Non mi sono mia staccato da lei”. A parte “martedì, per raggiungere Brescia”. Per una buona causa: “Avevo alcuni impegni non rinviabili, legati alla costruzione di un pronto soccorso a Medjugorje”.
In quelle ore, lo hanno chiamato per aggiornarlo sul repentino peggioramento delle condizioni dell’anziana mamma: “Ho fatto in tempo a fare una videochiamata, a parlarle, a guardarla ancora una volta”. Il racconto è straziante, Paolo fatica a trattenere le lacrime: “Pochi istanti, gli ultimi: poi è morta”. Il dolore è indescrivibile, fa difficoltà a quantificarlo, Paolo: “È un vuoto incolmabile quello che sto provando. È stata mamma, nonna, amica, maestra di vita. Mi ha lasciato un’eredità spirituale straordinaria, perché mi ha insegnato la preghiera e la carità. Attraverso la fede, ha salvato la mia stessa esistenza”.