Una delle migliori serie tv mai realizzate dalla HBO, The Wire, sotto la lente di ingrandimento in 10 curiosità che riguardano cast e colpi di scena

Quando si parla di serie tv in generale e delle migliori mai prodotte non può essere in alcun modo tralasciata una meraviglia come The Wire della HBO, con il suo cast stellare, i suoi colpi di scena, l’inimitabile crudezza e un mosaico di storie legata indissolubilmente l’una all’altra in maniera tanto magistrale quanto inclemente e brutale. Creata da David Simon e Ed Burns ed andata in onda dal 2 giugno 2002 fino al marzo 2008 sul canale HBO, il capolavoro del thriller-drama poliziesco continua ancora oggi a stupire e affascinare, a distanza di quasi sedici anni dalla sua fine.

Considerato da pubblico e critica statunitensi una delle migliori serie (se non la migliore) mai create, per alcuni rappresenta ancora un prodotto di nicchia. Qui in Italia non tutti hanno avuto modo di conoscere le vicende e gli intrecci degli antieroi del sottobosco di Baltimora. Un po’ per la crudezza del prodotto, un po’ per i temi trattati e di un contesto difficilmente comprensibile della società e della cultura nascosta dell’America di tutti i giorni. In The Wire nulla è impacchettato e servito per essere gustato. La serie è un vero e proprio calcio nei genitali. Non ci sono eroi e, di certo, non c’è un lieto fine, in nessun episodio. Solo la aberrante ma realistica constatazione che tutto è destinato a finire e che il sogno americano non è altro che un poster sbiadito e inverosimile.

Ma soprattutto non è una serie adatta a chi si affeziona facilmente a un personaggio. Come nella realtà di tutti i giorni la gente muore. Così pure i protagonisti, e in modi brutalmente sorprendenti. Quando uno meno se l’aspetta. È un prodotto, insomma, che si può permettere di “allontanare” per gran parte degli episodi, dalla terza stagione fino al termine della quinta, uno dei suoi personaggi principali e più carismatici, Jimmy McNulty, interpretato da un ottimo Dominic West.

The Wire ha avuto un grandissimo successo nella sua terra d’origine specialmente per il lavoro certosino di sceneggiatura che presenta un tasso di accurata veridicità che prima di allora non era mai visto in un prodotto per la tv. Nonostante il doppiaggio italiano sia abbastanza fedele all’originale, il consiglio spassionato di chi scrive è di gustarsi questo capolavoro in lingua originale. Per riuscire a cogliere alcuni elementi piuttosto marcati del dialetto di Baltimora.

Dopo questa doverosa apertura non dilunghiamoci troppo e scopriamo la serie HBO in 10 interessanti curiosità sul suo universo.

Il realismo di The Wire spiegato da Simon e Burns

Uno dei motivi per cui il microcosmo di The Wire è così perfettamente riconducibile alla realtà dei bassifondi di Baltimora risiede proprio nel background dei suoi creatori. David Simon, ad esempio, prima di scrivere la serie tv, ha lavorato come giornalista per il The Sun. Specializzato in criminalità e crisi delle istituzioni. Mentre in passato di Ed Burns è stato detective presso il dipartimento di polizia di Baltimora. Oltre ad aver insegnato in una scuola pubblica della città americana.

Il rischio di cancellazione e la trama di una ipotetica sesta stagione

Le stagioni sarebbero potute essere sei e non cinque. Con la conclusione della quinta stagione, infatti, David Simon aveva già in mente il soggetto per una sesta stagione finale riguardante l’esplosione della popolazione latina nel sud-est di Baltimora. “L’immigrazione è, e probabilmente è sempre stata, una potente fonte di frizione e di scontro ideologico nella vita pubblica americana.” Aveva dichiarato Simon. Ma il rischio di cancellazione dietro l’angolo per ogni stagione e i bassi ascolti della quinta, hanno costretto il suo creatore a scartare questo ipotetico finale.

The Wall, lo spin-off di The Wire mai concretizzato

Oltre a una possibile sesta stagione Simon aveva pensato anche a uno spin-off dal titolo The Wall che avrebbe seguito da vicino, e approfondito, la scalata politica di Tommy Carcetti, personaggio interpretato dalla star de Il Trono di Spade Aidan Gillen. Ma la HBO stroncò il progetto sul nascere.

Nel cast un boss della droga e una criminale

Durante la sua permanenza nel distretto di polizia di Baltimora, Ed Burns è stato a capo delle indagini che portarono all’arresto di uno dei più famosi boss della droga della città. Stiamo parlando di Melvin Williams. Anche Simon, che lavorava per il The Sun, scrisse alcuni articoli su di lui e sul suo arresto. Uno dei quali si intitolava “Soldi facili: anatomia dell’impero della droga“. Al termine dei suoi anni scontati in carcere Williams è stato contattato per dare il volto e la voce al personaggio del diacono di Baltimora nella terza e quarta stagione. Un personaggio giudizioso e positivo che dedica la sua vita all’altruismo e al supporto ai giovani bisognosi.

Oltre a Williams nel cast viene inserita anche quella che Stephen King ha definito “la più terrificante villain femminile mai apparsa sugli schermi televisivi.” Stiamo parlando del personaggio di Snoop interpretato da Felicia Pearson. Prima di ricoprire il ruolo che le ha cambiato la vita la Pearson lasciò la scuola per dedicarsi allo spaccio nel bassifondi di Baltimora. Durante una rissa uccise una sua coetanea con un colpo di pistola e scontò cinque anni di carcere.

Venne rilasciata per buona condotta. Il suo non esaltante curriculum non le consentì di trovare facilmente un lavoro e quindi tornò, come spesso accade, a spacciare in uno dei famosi angoli di strada descritti in The Wire. Il destino, tuttavia, aveva in serbo per lei un futuro diverso. Il compianto Michael Kenneth Williams, attore che interpretò il mitico Omar nella serie, durante una pausa di produzione incontra la Pearson in un bar e ne è stregato. Il giorno dopo la porta sul set per farla conoscere al resto del cast. E quello sarà l’inizio di un nuovo percorso per Felicia.

Il sindaco odiava The Wire

Sia pubblico che critica osannarono The Wire. Ma all’epoca della messa in onda c’era però qualcuno che storse parecchio il naso. Ed è il caso di Martin O’Malley, allora sindaco di Baltimora. David Simon, in un’intervista, racconta di aver ricevuto una telefonata da O’Malley in cui il primo cittadino chiedeva di far inserire nella storia alcune iniziative da lui sostenute a quel tempo. Anche Andre Royo, volto del personaggio di Bubbles, ha parlato della vicenda. Rincarando piuttosto apertamente la dose. “Il sindaco ci odiava perché pensava che mettessimo in cattiva luce la città di Baltimora. Ordinò ai poliziotti di cogliere ogni occasione per intralciarci. La gente veniva arrestata e la produzione finiva per essere posticipata perché alcuni attori erano in carcere.”

Bubbles

Il personaggio di Bubbles, interpretato da Andre Royo, è stato ispirato da un tossicodipendente realmente esistito che faceva da informatore della polizia di Baltimora negli anni ’60. Le sue soffiate, ognuna delle quali gli faceva guadagnare 50 dollari, portarono all’arresto di dozzine di criminali di spicco a Baltimora. Era anche famoso per la sua memoria fotografica e per utilizzare il metodo del cappello. Lo stesso presente in The Wire. Grazie al quale fingeva di vendere cappelli posizionandoli, in diverse colorazioni, sulle teste delle persone da arrestare.

Michael Kenneth Williams e la morte tra realtà e finzione

L’attore Michael Kenneth Williams, che dona il volto e la voce a uno dei personaggi più amati dal pubblico, Omar Little, ha lottato segretamente con la dipendenza da cocaina nel corso della terza stagione. Nonostante questo, Williams non ha mai perso una giornata di lavoro o è arrivato in ritardo sul set. In seguito soffrì spesso di attacchi di panico e crisi d’ansia dovuti per lo più al successo di Omar. Williams è stato trovato morto nella sua abitazione a Brooklyn il 6 settembre del 2021, stroncato da un’overdose accidentale. Aveva 54 anni. Entertainment Weekly ha inserito il suo personaggio al terzo posta nella lista dei 16 ultimate Tv antiheroes. Preceduto da Walter White di Breaking Bad e Tony Soprano. In un’intervista l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha confessato che uno dei suoi personaggi preferiti in assoluto tra tutte le serie tv è proprio quello di Omar Little.

Dai bassifondi di The Wire a Creed

Tra gli interpreti di The Wire che nel corso del tempo hanno fatto strada a Hollywood forse il più inaspettato è Michael B. Jordan. Nella serie ricopre il ruolo di Wallace, un giovane spacciatore di 16 anni che opera per conto del boss di quartiere Avon Barksdale (interpretato da Wood Harris), in un angolo di strada insieme ai “colleghi” Bodie e Poot. È uno dei pochi che cerca di lasciare l’ambiente dello spaccio per il forte senso di colpa per un omicidio in cui, indirettamente, era collegato.

Ma alla notizia della sua volontà di abbandonare e per timore che possa rivolgersi alla polizia, viene ucciso. Non è un personaggio costante nella serie, ma permette lo stesso a Michael B. Jordan di farsi strada nella showbiz che conta. Dopo The Wire, infatti, l’attore americano diventerà una star interpretando pellicole come Black Panther e Creed, nei panni del figlio di Apollo, storico avversario e amico di Rocky.

Vietato ammazzare Stringer Bell

Come detto, The Wire non è una serie per spettatori che si affezionano facilmente ai personaggi, positivi o negativi che siano. E una delle morti più inaspettate e spiazzanti è senza dubbio quella del personaggio di Stringer Bell, interpretato dal bravissimo Idris Elba. Leader spietato e carismatico è stato uno dei personaggi più apprezzati dell’intera serie e vederlo fuori dai giochi ha indignato una buona fetta di fan. Compresa la moglie dello stesso Simon, come quest’ultimo ha recentemente ricordato. “Mi ha detto che ero un idiota”. Ha riferito l’autore spiegando, allo stesso tempo, che fu per lui una scelta sofferta ma pienamente ponderata.

“Seppur partendo da prospettive diverse, Stringer e Colvin cercano entrambi di riformare il mondo della droga, e questo è irriformabile.” Rivela Simon. “Appartiene ai gangster e ai poliziotti in carriera che vogliono fare soldi, e quindi Colvin e Stringer avevano bisogno di avere lo stesso arco, tematicamente parlando, per rendere il punto della questione da un punto di vista politico. Nel momento in cui lasci che un personaggio oppure ciò che può piacere al pubblico o altri fattori esterni veicolino la storia che hai in mente al posto tuo, allora ti comporti da dilettante.”

Dominic West e il provino in stile De Niro

Quando l’attore britannico Dominic West, famoso anche per un altro piccolo capolavoro televisivo che è The Affair, fece per la prima volta il provino su un VHS nella sua abitazione londinese, tentò di far leggere alla sua compagna le battute degli altri personaggi. Tuttavia l’accento della donna, marcatamente britannico, lo faceva ridere di continuo. Così decise di leggere le sue battute da solo lasciando delle pause per i ruoli degli altri personaggi.

West ha raccontato di essersi ispirato a Robert De Niro per la sua audizione. Inizialmente la produzione reputò il suo provino ai limiti del comico ma credettero comunque in lui e gli proposero di interpretare il personaggio del poliziotto Jimmy McNulty. Il personaggio principale della serie. Con il contratto tra le mani però West si dimostrò inizialmente riluttante perché la produzione prevedeva cinque stagione. Un tempo troppo lungo da dedicare a una serie per un attore ambizioso come West. Parlando con il suo agente, per fortuna, si convinse ad accettare. Anche perché credeva che la serie non avrebbe superato la prima stagione.

Dove vedere The Wire?

Come per tutte, o quasi, le serie targate HBO, in Italia i diritti li detiene ancora Sky. A quanto pare, infatti, l’applicazione proprietaria del colosso americano delle serie tv tarderà ancora ad arrivare da noi. Nel frattempo possiamo gustarcela su Sky on Demand e NOW, oltre che Chili e Microsoft Store.

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