Un’odissea giudiziaria lunga quasi un quarto di secolo si è conclusa: Chico Forti, il windsurfista italiano condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike, è tornato in Italia, dopo 24 anni ed è stato trasferito momentaneamente a Rebibbia. Un ritorno carico di emozione e di speranza, che riaccende i riflettori su una vicenda che ha sconvolto l’Italia, la sua vita e quella dei suoi cari.

Chico Forti torna in Italia dopo 24 anni: chi è?

Un campione di windsurf, documentarista e produttore televisivo, fondatore della casa di produzione Hang Loose, specializzata in sport estremi. Ma la sua vita è stata totalmente travolta nel 1998 quando è stato accusato dell’omicidio di Dale Pike che, dal 15 giugno 2000, giorno della sentenza, Chico Forti ha sempre affermato di essere stato vittima di un complotto. Tuttavia, oggi sembra essere arrivato il lieto fine tanto atteso.

Grazie “all’ottima collaborazione delle autorità americane, i tempi di definizione della procedura – dal momento in cui è stato formalizzato il consenso al trasferimento da parte del governatore della Florida lo scorso 13 marzo – sono da considerarsi eccezionali. Mediamente la sola fase giurisdizionale italiana si definisce in alcuni mesi (da 5 a 6 mesi), cui segue la fase della consegna da concordare con le autorità americane che, di regola, dopo l’udienza di verifica del consenso impegna un arco temporale compreso tra le 3 e le 6 settimane. Negli ultimi anni si erano intensificati i negoziati fra l’Italia e gli Usa senza tuttavia arrivare al risultato raggiunto”.