Cristina Donadio non la scopriamo di certo oggi: il ruolo di Scianel in “Gomorra” rispecchia molto la sua essenza, a suo dire “ruvida”. Un po’ come quella preziosa stoffa che si strofina tra le mani e che fa lieve attrito al tatto. Circostanza che fa percepire la preziosità dell’oggetto. Scianel ama il poker e si reputa una donna forte, idem Cristina. Per arrivare all’interpretazione che abbiamo ammirato nella serie, l’attrice ha fatto sfoggio delle sue abilità teatrali.
“Devo tanto al teatro – ha detto – mi ha dato una grossa mano nella creazione“. Il pensiero non era trasformare Scianel in una “camorrista“, ma paragonarla a “grandi personaggi del teatro“. Un personaggio “femminista“, ma “nel senso buono della parola“. Diciamo una femminista “post, post moderna“. Una donna che non si tira indietro quando c’è da rischiare, che non guarda in faccia nessuno prima di agire.
Scianel è Scianel. Non “figlia di” o “moglie di“. Cristina Donadio ha rivelato di aver fatto una ricerca introspettiva molto approfondita per dar luce al personaggio. Il risultato: cosa ha imparato dall’interpretazione? “La determinazione” che “non sempre” possiede nella vita di tutti i giorni la vera Scianel, Cristina. E poi quella determinazione nel “non far trapelare emozioni“, specialmente quelle più dure che “gli occhi non possono nascondere“.
Quando l’attrice ha recitato il ruolo di Scianel in “Gomorra” nascondendo il tumore al seno a tutto il cast
Cristina ha recitato mentre soffriva di un cancro al seno. Ha tenuto nascosto il male a tutto il cast per non snaturare il alcun modo la sua idea sul personaggio. Un qualcosa che ci fa ben capire la natura dell’attrice e la sua determinazione nell’interpretare Scianel.
“Ogni volta così che mi è successa una cosa bella – ha detto a Vanity Fair – subito dopo ne aspettavo una brutta. Nel 2015 quando stavo girando la seconda stagione di Gomorra, quando ero Scianèl, mi è stato diagnosticato un tumore al seno”. Proprio a Vanity Fair ne parlò due anni dopo per la prima volta, rendendo la notizia di dominio nazionale. Poi ne parlò nel cortometraggio – La scelta, regia di Giuseppe Alessio Nuzzo, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2019.
“È la storia di una donna che fa l’attrice ma poteva fare qualsiasi altro mestiere. La cosa singolare è che è stato messo online proprio nei giorni in cui ho rivissuto quello stesso stato d’animo. I controlli del quinto anno. Li ho fatti giusto in tempo prima che chiudessero gli ambulatori a causa dell’emergenza Covid. Ma il cancro, purtroppo, non va in quarantena, e nemmeno in lockdown”.
Come sta oggi Cristina Donadio
Oggi sta “bene, fortunatamente. Anche se ogni volta che vai a fare un controllo, ti torna davanti tutto il vissuto, le fragilità tornano a galla. Succede quando hai avuto un cortocircuito, una disavventura, un sorprendente incidente di percorso, che nel mio caso era un tumore al seno”. Il personaggio interpretato le ha “salvato la vita”. Parlarne avrebbe potuto toglierle la possibilità di interpretarla:
“Per me era come indossare l’abito di un supereroe. Volevo lavorare come tutti gli altri, non volevo che lo sguardo su di me cambiasse. Non volevo essere trattata in modo diverso, né che per esempio mi dicessero di non fumare. Scianèl è un’accanita fumatrice. Così quando tornavo a casa mi toglievo l’abito da supereroe e potevo vivere la mia fragilità. Ho pianto tante volte”.
Il duro percorso delle cure
“Non c’è cosa più brutta di quando ti svegli e trovi i tuoi capelli sul cuscino, è una cicatrice che non dimentichi. La cura è un percorso duro e faticoso, e quando capita a te non sai mai cosa succede. Subito dopo che mi hanno detto della chemio ho tagliato una ciocca di capelli, li ho portati dal maestro delle parrucche, e sono tornata sul set. In quel periodo stavo anche preparando uno spettacolo per il Teatro Nazionale di Napoli. Ma non voglio parlare solo di me, non voglio rischiare di essere autoreferenziale. Ognuno racconta la sua storia con i propri termini e con i propri tempi. Io mi ritengo molto fortunata, ma ogni volta che si parla di questa malattia bisogna ricordarsi che è un terreno molto scivoloso, e che bisogna entrare in punta di piedi, tanta gente purtroppo non ce l’ha fatta”.
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