Il 17 febbraio Doordash, la società americana leader nel food delivery, ha confermato la propria solidità. Scontato sì, ma non di molto dato il “re opening” dei servizi di ristorazione dopo il periodo di chiusure e restrizioni dovuto alla pandemia . Il mercato cresce e non accenna a cedere di un passo. Nella stessa data l’indagine di Area Studi Mediobanca ha diffuso i valori del mercato italiano sui cibi dietetici e novel food e la crescita è stata notevole (primo Paese europeo nei consumi di integratori alimentari). Ma il food delivery in Italia è ormai una realtà!

Dopo il periodo di difficoltà della prima parte del 2020 a casa del lockdown, avevamo già visto nel 2021 una crescita sostenuta del mercato. Pari al +56% e superando gli 1,4 miliardi di euro (secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano).

Ma nonostante questo è risaputa la popolarità di app come Glovo, JustEat, Deliveroo e simili che la pandemia da Covid e i conseguenti lockdown non hanno fatto altro che incrementare.. Registrando peraltro il boom proprio in quel periodo. Questo anche grazie all’adattamento di molti ristoratori all’avanzare dei tempi, adoperatisi per offrire servizi di take away e consegne a domicilio.

L’Italia sta cambiando dunque le proprie abitudini e il food delivery è sempre più diffuso. A sancirlo è l’aumento della domanda verso servizi che una volta venivano “snobbati” dai ristoratori in quanto la richiesta della consegna a domicilio era bassa e comportava costi con pochi benefici.

Si sa come siamo fatti: ci innamoriamo di qualcosa e difficilmente lo abbandoniamo. Abitudinari? Forse, ma ordinare cibo a casa è diventata una comodità verso la quale probabilmente prevediamo che non riusciremo a farne a meno. Sicuramente il trend è in crescita e continuerà a esserlo nonostante questo non sia avvenuto in maniera omogenea nell’ultimo anno e mezzo.