Continua a tenere banco la vicenda del bimbo annegato in piscina a Roma, in un centro sportivo, lo scorso 27 maggio. Dopo le parole di uno dei soci del Club, che ha definito la situazione “fuori controllo”, a dare la propria versione dei fatti è ora il padre della giovane vittima.

Le parole di Sidiki Sako, padre del bimbo annegato in piscina

“La piscina in cui è annegato mio figlio non era messa in sicurezza”.

A parlare è Sidiki Sako, 44enne ivoriano. Al Corriere della Sera ha raccontato i tragici istanti in cui è stato rinvenuto il piccolo Adamo Malik. Secondo il papà del bimbo annegato in piscina al Centocelle Football Club, i cancelli del centro erano troppo alti e dunque i bambini potevano oltrepassarli passandoci sotto.

“Alle sei hanno iniziato a cercare i bambini, c’erano due cancelli, uno dei quali chiuso, ma i bambini potevano passare al di sotto di esso”.

Secondo la testimonianza del genitore, proprio in questo modo il bambino di 3 anni sarebbe arrivato nei pressi della piscina del centro sportivo. Di conseguenza, la vasca che in quel momento sarebbe dovuta essere chiusa, non era stata adeguatamente posta in sicurezza. Le autorità, intanto, stanno indagando proprio su questo aspetto. Al momento, da quanto emerso dai video di sorveglianza del centro, il piccolo Adamo, di 3 anni, ha vagato solo e indisturbato per il centro per almeno 40 minuti. Si è infine imbattuto nella vasca in cui ha deciso di fare un bagno, da cui non è più riemerso.

“Un mio amico ha trovato il corpo – conclude il padre del piccolo – Quando i soccorsi sono arrivati era già tardi. Non ci sono parole”.

Incuria del club o omissione di controllo da parte dei genitori? Saranno gli inquirenti a stabilirlo

Spetterà alle forze dell’ordine far luce sul drammatico incidente del bimbo annegato in piscina. Gli inquirenti, nello specifico dovranno stabilire se la morte del bambino si sarebbe potuta evitare. Inoltre, le indagini dovranno stabilire se la piscina in cui è deceduto il bimbo sia stata messa correttamente in sicurezza o se alla base del decesso non ci sia un mancato controllo da parte dei genitori.

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