Dettagli macabri dietro la scomparsa di Marzia Capezzuti, 29enne milanese scomparsa a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. La donna sarebbe stata marchiata a fuoco come una bestia e data in pasto ai maiali: in manette la sorella dell’ex compagno, il marito di lei e il loro figlio appena 15enne

Emergono dettagli sconcertanti dietro la scomparsa di Marzia Capezzuti: la 29enne milanese sarebbe stata trattata come una schiava, ripetutamente vessata, fino ad essere marchiata a fuoco come una bestia Poi, non contenti, dopo averla uccisa, i mostri autori dell’omicidio avrebbero fatto sparire il corpo, sciogliendolo nell’acido o dandolo in pasto ai maiali. Inoltre, tra le tante torture, l’avrebbero anche costretta a ingoiare una sigaretta accesa. 

La 29enne di Milano si era trasferita a Pontecagnano Faiano, in provincia si Salerno, per andare a convivere con il fidanzato, poi deceduto.
Nella giornata di mercoledì 19 aprile, i carabinieri hanno arrestato la sorella dell’ex compagno, il marito di lei e il loro figlio di appena 15 anni.

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La pietra tombale sulla morte di Marzia Capezzuti

Marzia si era trasferita nel Salernitano nel 2017 per convivere con il suo fidanzato.
La sorella di lui Maria Barbara Noschese, 46 anni, suo marito Damiano, 39 anni e il figlio appena 15enne avrebbero trattato la povera Marzia come una schiava, per mero intento punitivo. Inoltre, si sarebbero appropriati della pensione della 29enne che riceveva in quanto affetta da ritardo mentale di media gravità.
La Procura di Salerno, grazie alle indagini svolte dai carabinieri e alla coordinazione della pm Licia Vivaldi e della Procura Minorile guidata da Patrizia Imparato, hanno scoperto dettagli a dir poco spettrali sulla vicenda.

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Una chiamata su Instagram avrebbe inchiodato gli assassini: agli atti c’è infatti un dialogo tra la sorella del marito di marzia e il figlio 15enne. Nonostante manchi l’audio, gli inquirenti lo hanno ricostruito con una perizia.
L’adolescente avrebbe ammesso che Marzia era stata uccisa, dopo che l’avevano portata a fare un giro. L’avrebbero quindi affogata (ossia strangolata) e poi tirata, dunque trascinata.
Sul corpo della 29enne gli assassini avrebbero gettato dell’acido.
Grazie a questa videochiamata il 25 ottobre 2022, i resti della 29enne sono stati rinvenuti in un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano. I magistrati hanno definito questa videochiamata “la pietra tombale” che fa finalmente luce sull’orribile morte della 29enne meneghina.

“Tanto non la trovano, l’ho data in pasto ai maiali”: la conversazione choc


Come riporta La Repubblica, Marzia sarebbe stata picchiata, insultata, trattata come una schiava e costretta a dormire in uno stanzino, chiusa con le mani legale in uno scantinato. Addirittura, la vittima sarebbe stata costretta a ingoiare una sigaretta accesa.
Non soddisfatti delle torture, i tre avrebbero marchiato a fuoco Marzia, come si fa con i capi di bestiame: le avrebbero impresso sulla pelle le lettere B e V, che stanno per Barbara Vacchiano, ossia la madre della vittima.
Quasi tre anni di inferno culminati con il macabro omicidio, avvenuto presumibilmente tra il 6 e l’8 marzo 2022.

Tanto non la trovano, perché l’ho uccisa e l’ho data in pasto ai maiali“. E l’avrebbe invitata a non dire nulla, aggiungendo: “Ricordati che sei una Vacchiano“.

Avrebbe detto l’omicida ad Annamaria Vacchiano, un’altra delle figlie di Barbara, che ha raccontato l’accaduto agli inquirenti.

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