Lacrime di dolore per le ragazze dell’Igor Novara per la prematura scomparsa della 18enne Julia Ituma. “Non sei stata capita, se hai cercato un aiuto non ti è stato dato, se avevi bisogno non sei stata ascoltata”.
Dolore, disperazione, incredulità: sono giorni tristi per le ragazze dell’Igor Novara, ancora scosse per la prematura morte della 18enne Julia Ituma, caduta dal sesto piano dell’hotel in cui alloggiava con la squadra, a Istanbul.
Mentre la polizia turca indaga sulla dinamica dell’incidente, le compagne di squadra della giovane star del volley stanno cercando di elaborare il lutto. Un dolore troppo duro da affrontare.
Ieri l’atmosfera al Pala Igor era surreale. Non vi erano auto parcheggiate all’ingresso, le gradinate erano vuote. Nemmeno le giocatrici erano impegnate a rincorrere i palloni. Non si sa quando riprenderanno gli allenamenti.
Nessuna ha più messo piede in palestra dopo essere rientrate giovedì sera dalla trasferta con gli occhi gonfi di lacrime.
La società e la tifoseria fanno sapere che ancora non si sa quando riprenderanno ad allenarsi, in ogni caso lo faranno a porte chiude. Saranno aiutate a elaborare il lutto. Anche il “Baluardo“, ossia la tifoseria organizzata del Novara, sta decidendo cosa fare per omaggiare la memoria di Julia.
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Julia si sentiva sola: la disperazione delle ragazze dell’Igor Novara
Nessuna delle ragazze si era accorta della sofferenza che Julia stava provando.
La palleggiatrice Ilaria Battistoni la ricorda come una giocatrice con grandissima grinta e determinazione, ma non riesce a credere a come sia stato possibile arrivare a un gesto del genere.
“Non sei stata capita, se hai cercato un aiuto non ti è stato dato, se avevi bisogno non sei stata ascoltata”
Ha dichiarato in lacrime Battistoni.
Julia Ituma era una ragazza che amava la compagnia, i film, la musica, le chiacchiere, le risate, ricorda Gaia Giovannini.
Una 18enne che sorrideva sempre, con una grinta fuori dal comune.
Tuttavia, qualcosa turbava Julia Ituma, per spingersi a un gesto coì estremo, come ha sottolineato anche il procuratore Donato Saltini.
«Penso si sentisse sola, la sua fisicità nello sport era una dote, ma nella vita poteva essere un problema”.
Il capitano della compagine piemontese Cristina Chirichella non si dà pace e crede che si poteva fare qualcosa per aiutare Julia.
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“Avremmo tanto voluto che condividesse con noi il suo dolore, perché qualsiasi ostacolo diventa più facile da superare se lo si affronta assieme. Non riusciamo a farcene una ragione. Siamo distrutte e non c’è minuto in cui ognuna di noi non si chieda il perché di quanto accaduto. Stateci vicini!”
Suor Giovanna Saporiti, anima della squadra novarese si dice affranta per la tragica scomparsa di Julia.
«Ho creato questa società per offrire una opportunità alle ragazze in difficoltà, affinché attraverso i valori positivi dello sport potessero trovare o recuperare serenità e stabilità. Oggi ci sentiamo tutti impotenti e sconfitti“
Un sentimento comune in tutto il mondo della pallavolo, e dello sport in generale.