Francesco Sandrelli, 53 anni, è morto dopo che la sua auto aveva preso fuoco sul Grande Raccordo Anulare. Un uomo aveva filmato la scena invece di soccorrerlo: indagato per omissione di soccorso

È morto dopo quasi due mesi di agonia in ospedale Francesco Sandrelli, pittore di 53 anni: la sua auto era andata a fuoco sul Grande Raccordo Anulare lo scorso 6 febbraio. L’uomo, residente a Cortona, in provincia di Arezzo, era stato elitrasportato in ospedale e aveva subito ustioni gravissime: la scena dell’uomo che andava in fiamme era stata filmata e messa sui social. L’autore del video, invece di prestare aiuto al 53enne, aveva continuato a filmare la scena: adesso è indagato per omissione di soccorso. Francesco ha lottato tra la vita e la morte, ma si è dovuto arrendere lo scorso 24 marzo, quando il suo cuore ha smesso di battere.
Il corpo della vittima è stato restituito alla famiglia e nel pomeriggio di oggi, martedì 4 aprile, verranno celebrati i funerali, per dargli l’ultimo saluto nella chiesa di Cristo Re in Camucia.

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Il video di Francesco in fiamme: “A zi hai pijato foco, ammazza che callo”

Per scoprire la tragica vicenda di Francesco Sandrelli bisogna tornare indietro al 6 febbraio. L’uomo era in auto e stava percorrendo il Grande Raccordo Anulare, quando improvvisamente, per cause ignote, la sua auto aveva preso fuoco. Nel disperato tentativo di chiedere aiuto, il pittore toscano era sceso dalla vettura all’altezza di Casal de Marmo. Tuttavia, nonostante il raccordo fosse molto trafficato, nessuno dei passanti gli aveva prestato soccorso. In particolare, un’automobile si era accostata al povero Francesco che intanto stava prendendo fuoco, ma invece di soccorrerlo, aveva tirato fuori il cellulare e stava filmando la scena.

“A zi hai pijato foco, ammazza che callo”

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Aveva detto l’autore del video. In seguito, invece di scendere per controllare le condizioni del 53enne, aveva ripreso la sua corsa. Intanto il fuoco continuava a propagarsi, ha attecchito sui vestiti, fino a provocargli ustioni gravissime, che lo hanno portato alla morte.
Per questo motivo, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di omissione di soccorso.

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