Il caso risale al 17 luglio 2017: alla piccola Teresa, una bambina di 5 anni, fu diagnosticata un infezione urinaria invece che l’appendicite. Questo grave errore le costò la vita.

Le colpe sono da attribuire ad un giovane medico del pronto intervento dell’ospedale ’Cervesi’ di Cattolica, in provincia di Rimini. Ora sono arrivate le condanne del grave errore medico del 2017: l’Asl è stata condannata a un maxi risarcimento di oltre 800mila euro.

Il medico non curò l’appendicite della bambina e la trattò come un infezione urinaria, per questo la piccola morì dopo 3 giorni. Secondo l’accusa, le colpe sono da attribuire alla giovane dottoressa, 29enne all’epoca dei fatti, che, inesperta, non riconobbe la malattia.

Sempre stando a quanto afferma l’accusa, la bimba morì per le conseguenze di una peritonite. Triste epilogo che non sarebbe avvenuto se la dottoressa l’avesse trattenuta in osservazione o inviata al pronto soccorso pediatrico di Rimini.

La bimba morì il 20 luglio, come specificato dall’autopsia, a causa di una setticemia diffusa per una peritonite retrocecale e, nonostante tutti i tentativi fatti per rianimarla dai sanitari, alla fine venne dichiarato il decesso. La dottoressa 29enne, difesa dall’avvocato Mattia Lancini, è stata dichiarata colpevole di omicidio colposo per colpa medica e condannata a un anno con pena sospesa.

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