Una storia che sta scuotendo tutta l’Italia: il 13 novembre del 2018 un chirurgo aveva amputato il pene di un uomo di 64 anni (allora), dopo l’errore nella diagnosi di un tumore.

Come riferisce il “Corriere di Arezzo”, l’intervento era avvenuto presso l’ospedale San Donato d’Arezzo. Da quanto evidenziato nell’errata diagnosi, il male avrebbe colpito proprio il pene del paziente. Tuttavia, in seguito al risultato degli esami istologici sui tessuti prelevati. Esami “tardivi”, come li hanno definiti i legali della vittima. Così, era stato smascherato l’errore.

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Diagnosi di tumore errata al pene che viene amputato ad un paziente: la vicenda presso l’ospedale San Donato di Arezzo

Secondo quanto affermato dai legali dell’uomo che ha subito l’intervento, questi avrebbe chiesto di essere risarcito. Nel frattempo il medico dovrà rispondere delle accuse per i gravissimi danni recati al paziente. Il giudice dell’udienza preliminare, Claudio Lara, valuterà il rinvio a giudizio dell’urologo dell’ospedale cittadino.

Adesso, infatti, il caso sanitario è finito in un fascicolo giudiziario che il prossimo 9 marzo arriverà nell’aula del Tribunale d’Arezzo. Eppure il pubblico ministero Laura Taddei aveva archiviato il caso, ma gli avvocati del paziente si sono opposti e, dopo l’udienza di qualche mese fa, il giudice Giulia Soldini ha scelto la via dell’imputazione nei confronti del medico.

Purtroppo siamo dinanzi all’ennesimo caso di malasanità, ma a stabilirlo sarà un giudice. Proprio da poche ore, la campionessa Bebe Vio ha agito in prima persona per aiutare una donna alla quale sono stati amputati gli arti superiori e inferiori per errore.

Il paziente è un uomo di 68 anni della Valtiberina. Aveva ricevuto la sbagliata diagnosi del tumore al pene, poi amputato appunto per errore, il mese precedente al giorno dell’operazione: era ottobre del 2018. Adesso l’uomo lotta per ottenere un risarcimento dopo cinque anni di calvario. Si ritiene vittima di un gravissimo danno e la questione si sposterà presto in tribunale.

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