“I giorni scorsi mio figlio è tornato prima a casa da scuola a causa di dolori all’addome – denuncia un padre, Federico Ferri, puntando il dito sulla sanità in Lombardia – Siamo corsi subito dal pediatra che non ha trovato nulla. Da qui la decisione, non in urgenza, di fare un’ecografia all’addome. Ho chiamato subito il numero verde della sanità pubblica: la prima disponibilità era una sera in un ospedale in provincia di Lodi, mentre a Milano non prima di novembre. Ma potevamo aspettare così tanto tempo?”.

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Federico Ferri, padre del bambino di 7 anni con dolori addominali, denuncia l’inefficienza della sanità delle istituzioni in Lombardia: “Ho pagato più di cento euro rivolgendomi ad un ente privato e ho ottenuto la prenotazione della visita il giorno seguente”

Poi la scoperta, la quale non fa che alimentare la rabbia del genitore sulla cattiva gestione, piuttosto evidente dal periodo post Covid in Lombardia. “Successivamente, sull’app Salutile, ho visto una disponibilità a Milano il 17 di marzo. Credo che ci sia qualche problema nella gestione delle agende”. Una situazione che va a discapito dei pazienti: “Di mezzo ci vanno i cittadini”. Quando all’indomani il piccolo ha manifestato nuovamente i dolori addominali, tanto da costringere i genitori ad andare a prenderlo prima da scuola, la famiglia ha scelto di spendere gli oltre cento euro previsti e di rivolgersi ad un ente privato.

Ne è scaturito un posto libero già prenotabile per il giorno seguente all’ospedale Buzzi di Milano. Nonostante la denuncia, quella della Lombardia resta una delle regioni più efficienti sul tema organizzazione, sebbene ci siano molti punti da migliorare. In particolar modo dopo l’emergenza Covid. Purtroppo, nel 2023, siamo dinanzi ad un problema che non vive al passo con l’evoluzione avanguardista della tecnologia e costringe i cittadini a denunciare, ancora, fatti di malasanità.

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