Choc nei pressi della stazione Tuscolana di Roma, in viale Amelia: litigano durante una cena al ristorante e un uomo apre il fuoco contro l’ex compagna, uccidendola a colpi di arma da fuoco. L’assassino è un ingegnere di origine etiope di 61 anni, rintracciata immediatamente e arrestata dalle forze dell’ordine dopo i fatti.

Vedi anche: Foggia, uccide la moglie con 3 colpi di pistola: donna di 44 anni lascia tre figli, arrestato il marito

La lite tra ex al ristorante “Brado” finisce in tragedia: Costantino Bonaiuti, ingegnere di 61 anni, spara e uccide Martina Scialdone, avvocata di 35; la ricostruzione della vicenda avvenuta in viale Amelia, nel quartiere Appio-Latino di Roma, nei pressi della stazione Tuscolana

Da quanto emerge dalle prime ricostruzioni, sebbene inizialmente si parlasse di una cena tra la donna e suo fratello, con il quale la vittima aveva stretto ulteriormente i legami dopo la prematura scomparsa del padre, Martina era nel locale proprio con quello che sarebbe stato il suo assassino di lì a poche ore. La coppia si trovava in un ristorante nel quartiere capitolino, “Brado”, in viale Amelia, probabilmente davanti ad una cena di riconciliazione.

Apre il fuoco dopo la lite al ristorante vicino alla stazione Tuscolana e uccide la ex: arrestato il responsabile. Tuttavia, quando l’aria si è fatta tesa, l’ex coppia ha cominciato a litigare al punto che il proprietario del locale ha invitato i clienti ad allontanarsi all’esterno della struttura. In quei concitati minuti, Martina si era nascosta in bagno per cercare di scampare alla furia dell’uomo. Poi è stata invitata ad uscire con il suo assassino.

Una volta fuori dal ristorante, però, il 61enne ha impugnato la pistola e ha sparato contro la donna, ferendola a morte. A nulla sono serviti gli interventi repentini degli operatori del 118 accorsi sul posto: la donna è deceduta sebbene i numerosi tentativi di rianimarla, come confermato dai testimoni. Dopo il femminicidio, sul posto è arrivato anche il fratello di Martina.

Costantino Bonaiuti frequentava il poligono di Tor di Quinto come Claudio Campiti, il killer di Fidene

Uccide la ex dopo una furiosa lite al ristorante: chi è l’assassino, chi è la vittima. Il responsabile è un uomo di 61 anni, rintracciato dal reparto volanti in poco tempo, presso la zona Fidene-Colle Salario, dove vive. L’assassino è un sindacalista di Assivolo, sindacato dei quadri Enav di cui era responsabile di Internation Strategies, ricoprendo anche il ruolo di consigliere nazionale in passato. L’arma del delitto è risultata regolare, correttamente denunciata per uso sportivo. L’uomo frequentava il poligono di Tor di Quinto, il medesimo del killer della strage di Fidene, Claudio Campiti.

La vittima si chiamava Martina Scialdone, di professione avvocata presso uno studio professionale associato in via Panama, quartiere Parioli. Inoltre, era esperta di diritto di famiglia. Sebbene potesse esercitare la professione solo da un anno, aveva già lavorato per casi di separazioni, divorzi e maltrattamenti di uomini nei confronti delle partner donne. “Martina aveva paura dell’ex compagno, molto più grande di lei, con cui stava da un paio d’anni. Probabilmente l’ha vista fragile e in lei la ragazza ha visto una figura paterna”, ha spiegato Marita, vicina di casa della donna. L’uomo, sempre secondo le dichiarazioni di chi conosceva l’ex coppia, “frequentava la casa dove Martina viveva con la mamma e il fratello”. Dai particolari emessi dopo la tragedia, sembrerebbe che la mamma di Martina non approvasse la presenza dell’ingegnere.

“Esprimiamo a nome di tutta l’Associazione Nazionale Forense la nostra vicinanza e commozione alla famiglia, ai colleghi, all’Ordine degli Avvocati di Roma, per il brutale assassinio della nostra giovane collega Martina Scialdone – afferma il segretario dell’Associazione Nazionale Forense, Giampaolo Di Marco – Un grande dolore per una giovane vita stroncata dalla sopraffazione e dalla violenza di un uomo, ennesimo femminicidio che con crudezza ci ricorda come la violenza di genere sia trasversale ad ogni classe sociale, economica e culturale”.

Continua a leggere su Chronist.it