Il post su Facebook è diventato virale: è lo sfogo di una mamma che, disperata, parla di suo figlio che ruba a Samarate, il paese dove vive in provincia di Varese. La donna ha scritto attraverso la pagina Facebook “Bacheca civica di Samarate”, approfittando sia per chiedere scusa che per spiegare la difficile condizione che vive da anni con il ragazzo.
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Il figlio ruba in paese a Samarate, in provincia di Varese: la mamma scrive una lettera per scusarsi dei reati commessi dal giovane e lo fa attraverso la pagina Facebook “Bacheca civica di Samarate”
La vicenda arriva direttamente da Samarate, come suggerisce il nome del gruppo social a cui ha affidato le sue parole. Il lungo post inizia mostrando parole di comprensione nei confronti della moltitudine di cittadini che in questi giorni si stavano sfogando per l’assurda situazione, reiterata negli anni.
La mamma si sfoga sui social e chiede scusa per suo figlio, che ruba in paese. La donna ha parlato a cuore aperto dinanzi alle accuse e alle imprecazioni lanciate contro il giovane dopo i furti (di cui, almeno due nell’ultimo mese). “Comprendo i vostri sfoghi e probabilmente la penserei come voi se non sapessi tante cose – ha detto la donna – Ho mosso mari e monti per poter aiutare mio figlio, ogni ente competente già dall’età di 14 anni. Assistenti sociali, tutela del tribunale dei minori, Sert e chi più ne ha più ne metta: non ho lasciato nulla di intentato perché per un figlio si dà la vita, ma ora è maggiorenne”.
La mamma chiede scusa ai suoi concittadini sui social, perché il figlio ruba in paese. Il ragazzo è affetto da disturbo bipolare: sua madre ammette di non aver mai negato l’affetto e l’amore come ha fatto per gli altri due figli. Anzi, il giovane ne ha ricevuto di più essendo “decisamente un ragazzo impegnativo”.
Il figlio ruba in paese, la mamma chiede scusa sui social. “Sono in lacrime tutti i giorni”, ammette la donna che spiega la sua difficile situazione. “Mi sono trovata da sola a crescere due figli lavorando otto ore al giorno, pagando l’affitto e senza mantenimento che sarebbe dovuto arrivare”. Il lungo messaggio si conclude specificando che la mamma non chiede “compassione”, bensì “comprensione”. Poi, le scuse: “Scusatemi tutti per mio figlio”.