Un berretto al posto del velo: Mahak Hashemi lo stava facendo ormai da settimane per protestare contro il regime e proprio per questa scelta è stata uccisa. La giovane aveva appena 16 anni ed è stata brutalmente assassinata dalle forze di sicurezza a Shiraz: metà del suo volto è irriconoscibile e la schiena è stata spezzata a colpi di manganello.

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Protesta contro il regime in Iran, Mahak Hashemi uccisa a manganellate perché usciva di casa con un berretto da baseball al posto del velo hijab: cresce sempre di più il numero delle vittime dopo le proteste degli ultimi mesi

I tragici fatti risalgono alla giornata di giovedì 24 novembre. Mahak era uscita di casa e non aveva più fatto ritorno. Scomparsa da 48 ore, la famiglia ha ricevuto una chiamata: il padre della vittima avrebbe dovuto riconoscere sua figlia tra due cadaveri senza nome. Uno dei due apparteneva a Mahak, con il volto praticamente irriconoscibile, distrutto a bastonate. Alla famiglia della vittima è stato chiesto un sostanzioso riscatto per la restituzione del corpo ed è stato anche proibito il funerale della 16enne.

Il berretto invece del velo: la 16enne uccisa a manganellate, il numero delle vittime cresce senza sosta. Mahak è solo l’ultima di una agghiacciante lista di giovanissime uccise dal regime iraniano dopo le rivolte sempre più frequenti del popolo, in particolar modo dopo la morte in custodia di una giovane donna curda. Mahak è stata uccisa perché indossava un berretto da baseball invece dell’hijab come segno di protesta contro la Repubblica teocratica di Teheran. Dall’inizio delle proteste sono state uccise oltre 300 persone, come ha reso noto un generale delle Guardie Rivoluzionarie. “Più di 300 martiri e persone uccise”, ha detto il comandante della Forza Aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie, Amirali Hajizadeh. Per le organizzazioni umane indipendenti, i morti sono oltre 415 tra cui più di 50 minori.

Uccisa per aver indossato un berretto da baseball al posto del velo: l’allarme dell’Unicef e dell’Onu. Lo ha specificato anche l’Unicef stessa durante la giornata di ieri, allineandosi alla denuncia dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Volker Turk, che aveva definito “impressionante” il numero dei minori arrestati durante le proteste in Iran: su 14mila arresti effettuati, tra i 500 e i mille sono minorenni. “Sono allarmato dalle notizie secondo cui anche i bambini sospettati di aver partecipato alle proteste vengono arrestati a scuola”.

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