Elena Del Pozzo è stata “vittima di un preordinato gesto criminoso, meditato e studiato” afferma la giudice Daniela Monaco Crea dopo aver ascoltato Martina Patti, accusata di aver ucciso la propria figlia. La gip rileva un “indice di istinto criminale spiccato” e di “un elevato grado di pericolosità“.

Martina avrebbe ucciso la figlia a causa della gelosia che provava nei confronti dell’amante del suo ex compagno, la quale andava d’accordo con Elena come la stessa piccola aveva confermato. Questo è quanto ha ripetuto tra i tanti “non ricordo” mentre veniva ascoltata dalla giudice Monaco Crea.

Patti ha parlato di nuovo della foto social che avrebbe scatenato le sue ire ma la gip non ci sta. “La descrizione degli eventi non riflette una chiara causale scatenante il gesto delittuoso“, ha detto. “Già a partire quanto meno dalle 13” ha aggiunto, “si era procurata gli attrezzi per scavare la buca”.

Individuando, poi, “un luogo impervio e isolato”, scelto per “seppellire il cadavere”. Oltretutto munita di coltello e di cinque sacchi della spazzatura per “la completa esecuzione del delitto“. Materiale che ha “portato con sé” mentre usciva di casa in compagnia della piccola vittima.

In seguito “ha occultato l’arma e posto in essere la condotta di lucido depistaggio attuata dopo essersi ricomposta”. Conseguenza di “estrema lucidità”. Martina ha detto: “non volevo guardare, mi sono girata mentre colpivo”.

Elena Del Pozzo: il movente

Dunque, stando alle parole di Martina Patti durante l’interrogatorio, il movente sarebbe legato alla sua gelosia. Parole che però non hanno convinto la gip, probabilmente anche condizionata dal fatto che sono state le poche espresse. “Elena mi ha detto che quando era con lui c’era anche lei“, ha detto Martina parlando della compagna di Alessandro Del Pozzo, papà della vittima.

Oltre a parlare di una “descrizione degli eventi” i quali non rispecchiano “una chiara causale” che abbia scatenato il “gesto delittuoso“, secondo Daniela Monaco Crea l’atto di “uccidere un figlio in tenera età” dunque “particolarmente indifeso”, è un comportamento “innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole e disprezzabile”.

Inaccettabile per qualsiasi contesto: “sociale, familiare, culturale e ambientale”. Questo trae un “indice di istinto criminale più spiccato e di un elevato grado di pericolosità” da parte di Martina Patti. Viene dunque “integrata anche la detta circostanza aggravante”.

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Nessun segno positivo di ravvedimento e pentimento

Martina Patti e la figlia Elena

Martina Patti “non ha manifestato alcun segno positivo di ravvedimento e pentimento”, elementi che “denotano una particolare spregiudicatezza” e “insensibilità alle regole del vivere civile” nonché “una assoluta mancanza di resipiscenza ed intensa volizione criminosa”.

In conclusione, secondo la gip di Catania, c’è il rischio di “inquinamento probatorio”. Martina ha già provato a inquinare le prove inscenando il rapimento, e non solo.

Elena Del Pozzo: le news ad oggi di come è morta e perché è stata uccisa, il papà Alessandro, autopsia e funerali

La piccola Elena non è morta subito sebbene avesse subito ben 11 coltellate. Questo si evince dai primi risultati dell’autopsia eseguita all’ospedale Cannizzaro di Catania dal medico legale Giuseppe Ragazzi. Il colpo che è costata la vita alla piccola di 5 anni sarebbe stato uno, quello che ha reciso i vasi dell’arteria succlavia, sotto la clavicola.

Morte non immediata” è quanto afferma il procuratore catanese, Carmelo Zuccaro, a fronte delle anticipazioni dell’esame. Si conosce anche l’orario del decesso, vale a dire “dopo più di un’ora dal pasto” che Elena ha consumato “a scuola intorno alle 13”. L’arma è “compatibile con un coltello da cucina”.

I carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche di Catania e del Ris di Parma stanno facendo i sopralluoghi nell’abitazione di Martina per risalire all’arma utilizzata per uccidere sua figlia. Il coltello utilizzato infatti non è ancora stato trovato.

Alessandro Del Pozzo

Il papà di Elena, Alessandro Del Pozzo, ha rotto il silenzio parlando di “omicidio premeditato e studiato in ogni particolare”. La sua ex “non si è nemmeno pentita di aver ucciso la bambina” infatti subito dopo “ha messo Elena dentro dei sacchi della spazzatura, l’ha sotterrata e si è ripulita e ha ripulito”.

Inscenando il “sequestro” per crearsi “un alibi” e “ha colpito la sua macchina” ideando “un’aggressione” subita. In conclusione dice: “Elena vive ogni giorno dentro il mio cuore”.

Funerali

Il 22 giugno sono previsti i funerali a Catania presso la Cattedrale dalle ore 17. La scelta del posto non è casuale perché Alessandro è molto devoto a Sant’Agata. La funzione è officiata dall’Arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna. A Mascalucia, dove viveva la piccola, è stato proclamato lutto cittadino.