Ci sono opere d’arte e performance di artisti che riescono incredibilmente a rappresentare un momento storico e soprattutto restare sempre attuali. Questo è anche e soprattutto il caso della celebre pellicola intitolata Gli onorevoli. Un film girato nel lontano 1963 con la regia di Sergio Corbucci il quale, peraltro, si è occupato anche della stesura del soggetto e della sceneggiatura in collaborazione con altri nomi illustri del cinema italiano come Giovanni Grimaldi, Vittorio Metz e Vittorio Vighi.

Il cast è assolutamente stellare con tantissimi attori che hanno fatto la storia italiana come Totò, Franca Valeri, Peppino De Filippo, Gino Cervi, Walter Chiari, Franco Fabrizi, Aroldo Tieri e tantissimi altri ancora. La cosa interessante è che questa pellicola potrebbe essere stata tranquillamente girata ai giorni nostri. Infatti, la trama racconta delle vicende alterne di vari candidati a poltrone politiche in Parlamento che si ritrovano alle prese con divertenti tribune elettorali e comizi nelle quali si promettono cose che evidentemente non verranno poi mantenute. 

“Lei prometta e noi ci pappiamo gli appalti”

Nel film Gli onorevoli l’indimenticabile Totò sa raccontare alla sua maniera quella che era una brutta abitudine della politica di quel tempo e anche di quello attuale. I vari candidati nelle tribune elettorali e nei comizi, pur di ottenere il più ampio consenso possibile, promettono cose che puntualmente vengono disattese a tutto vantaggio del loro tornaconto personale. Questo sembrerebbe essere anche il caso del cavalier Antonio La Trippa interpretato per l’appunto da Totò, il quale sta per rivolgersi ai propri concittadini di Roccasecca per chiedere loro il voto. Il suo partito vuole sfruttare la sua indiscussa onestà per ottenere un vero e proprio plebiscito elettorale e riuscire a ottenere il posto in Parlamento. Tuttavia il segretario di partito e tutti gli altri esponenti non hanno fatto i conti con il buon cuore e l’onestà di La Trippa.

“Dove si trova questo do ut est?”

Nella piccola taverna presente a pochi passi dal palco sul quale La Trippa sta per tenere il comizio, i vari esponenti del partito gli fanno aprire gli occhi parlando di quello che succederà dopo il voto: “Pensiamo a noi piuttosto..io non ho sovvenzionato un partito per romantiche nostalgie.. io ho fatto un investimento che mi deve fruttare!”. La Trippa sconvolto risponde: “Ah sii”. L’esponente continua: “In Parlamento 3 voti possono essere determinanti per salvare un Governo. Ora noi applichiamo il do ut est”. La Trippa poco ferrato sull’argomento chiede “Oh, e questo do ut est dove si trova?”. Si intromette un altro esponente e spega: “io ti do 3 voti a te e tu mi dai 3 appalti a me..”.

Incalza nuovamente l’altro esponente: “senza contare che a Roccasecca ci sono degli ottimi terreni comunali che attraverso il suo prestigio noi possiamo comprare per pochi soldi”. La Trippa a questo punto chiede: “Scusate la mia ignoranza in questa specie di politica ma io so che il deputato deve fare gli interessi dell’elettore, di colui che gli ha dato la fiducia, il voto”. Gli ridono dietro evidenziando: “Cose d’altri tempi, cose passate. Prometta fogne, ponti, strade e noi ci pappiamo gli appalti!”. Il cavaliere La Trippa però non ci sta a questo modo di fare politica e durante il comizio denuncia tutto agli elettori.

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