Sapore di mare è un cult in quanto, tra le altre cose, rappresenta la pellicola apripista del filone “vacanze italiane“. Si tratta di uno di quei rari film che racchiudono quelle emozioni leggere e quei sentimenti anche un po’ frivoli, facilmente collegabili alla stagione estiva. Sapore di mare è il nostro Grease. Il film è stato ed è materiale di studio nelle università di Los Angeles perché è una di quelle pellicole che fotografa il cambiamento di un’era. La cinematografia del tempo usciva dagli anni di piombo e si introduceva, anche grazie a questo film, in un mondo finalmente a colori. Spensierato. Festoso. Gioioso. Leggero.

Quando uno è agli inizi non gli importa di nessuno, non ha menate, pippe mentali. Ci si diverte, ci si butta – disse Jerry Calà intervistato da Alvise Cagnazzo in un’emittente locale – Facevamo casino non andavamo mai a dormire, la mattina non sapevano dove venirci a prendere. Eravamo in piena gioventù goliardica. E anche il risultato sullo schermo è divertentissimo. Io ho dei ricordi bellissimi”.

Dello stesso parere Giorgio Vignali, che nel film interpreta Maurizio: “Ci siamo divertiti sul set perché c’era un’atmosfera leggera. Non eravamo convinti di interpretare un film così importante ma ci piaceva, parlava della memoria degli anni belli italiani”.

Sapore di mare: il significato del film, le curiosità, il ritrovo 20 anni dopo

Vedi anche: Sapore di Mare e i racconti di Christian De Sica e Jerry Calà: “All’inizio nessuno voleva fare Sapore di Mare”

Una pellicola che segna la linea di demarcazione tra un’epoca che se ne va e una che ne arriva. I flirt, gli amori, le ossessioni che si sviluppano sullo scenario dei tramonti sul mare, gli scherzi e la spensieratezza. Ma anche le incomprensioni, le scaramucce e i tradimenti. Poi arriva la pioggia che simboleggia il ritorno alla routine e, accompagnata dal vento, porta via con sé il divertimento e il romanticismo per introdurre la nuova stagione, lasciandosi alle spalle un velo di nostalgia.

E quindi il ritorno alla vita di sempre, magari con il “partner invernale”, forse un po’ cornuto ma felice. Nel ricco cast spiccano le presenze di Jerry Calà, Christian De Sica e i compianti Guido Nicheli (il Cummenda), Virna Lisi e Karina Huff. Ma vi sono anche la meravigliosa Marina Suma, una giovanissima e timidissima Isabella Ferrari, c’è Angelo Cannavacciuolo, poi quello che Vanzina ritiene il vero protagonista con il quale chiunque può immedesimarsi, Gianni Ansaldi. Ed ancora: Ennio Antonelli, una giovanissima e sconosciuta Alba Parietti, l’amatissimo Giorgio Vignali, Enio Drovandi ed Edoardo Vianello che interpreta sé stesso.

Il film è ambientato al 1964 e ripercorre le vicende di un gruppo di ragazzi che vivono la loro estate spensierata all’insegna dell’amore, dei flirt e della leggerezza. Lo stesso gruppo che alla fine del film si ritrova diciotto anni dopo con i volti più cupi e quel velo di malinconia. Fisicamente diversi, ma soprattutto con la nostalgia dei tempi andati. Il tutto sotto le celebri note di “Celeste nostalgia” di Riccardo Cocciante. Con l’immortale sguardo di Calà, da molti ritenuto uno dei pezzi più toccanti, malinconici e nostalgici della cinematografia italiana e non solo.

Luca, interpretato da Jerry Calà

Il finale con lo sguardo di Jerry Calà: Carlo Verdone gli disse “che fijo de ‘na mign***a…

Alla fine del film, quando i protagonisti si ritrovano anni dopo a “La Capannina di Franceschi“, Luca (Calà), è accompagnato da Alba Parietti e incontra Marina, che nel frattempo si è sposata. Lei lo saluta e lui non la riconosce. Quando però Luca realizza le manda un biglietto di scuse ricordandole l’amore vissuto anni prima e l’amarezza di non averlo approfondito, il tutto sulle note della canzone di Cocciante.

La pellicola si chiude con il nostalgico sguardo di Calà. L’attore ha ricordato l’effetto di quella scena alla prima del film e lo ha fatto nello speciale per la versione home video. Ha detto che era seduto affianco a Carlo Verdone che durante il finale, dopo aver visto quello sguardo, gli strinse il ginocchio sussurrandogli: “Che fijo de ‘na mignotta…“.

Lo sguardo finale di Luca a Marina

Una frase che Jerry definisce “il più grande complimento” sebbene potesse risuonare “come un insulto“. Calà interpretò solo in un’altra occasione un ruolo con lati drammatici in “Diario di un vizio“, del 1993, per la regia di Marco Ferreri, con una performance che sapeva di “rivincita nei confronti della critica” come disse lo stesso attore.

Roberto Benigni: “Spostiamo il mio film che questi ci ammazzano…”

Giorgio Vignali ha più volte raccontato un aneddoto relativo a Roberto Benigni e al suo film, “Tu mi turbi“, in uscita proprio in quel periodo. “Andammo a pranzo con Roberto Benigni a Testaccio, dove abitava all’epoca – era con il suo amico Enio Drovandi – Ci disse: ‘Ragazzi voi non sapete quello che mi avete costretto a fare. Dovevo uscire a febbraio con il mio film ‘Tu mi turbi’, vidi l’anteprima ‘Sapore di mare’, e dissi: ‘Ragazzi spostiamo il film che questi ci ammazzano’’. Il film era divertente, era bello e si sentiva che vi divertivate’“.

Enrico Vanzina a Bologna: il ricordo del film al 36esimo anniversario dall’uscita e le parole in memoria del fratello

Cardo ed Enrico Vanzina

Nel 2019, al 36esimo anniversario della pellicola a Bologna, Enrico Vanzina ha presentato alcuni aneddoti legati al film ricordando con affetto e commozione il fratello scomparso l’anno precedente. “Ci guarda da qualche parte – disse – e assiste con voi alla proiezione“.

Sapore di mare è un film amatissimo da tutte le generazioni e ancora oggi appassiona giovanissimi che non si perdono le continue repliche annuali delle varie emittenti nazionali. Lo stesso Jerry Calà si dice stupito di come i giovani riescano a comprendere cos’erano gli anni Ottanta senza averli vissuti.

Ancora oggi, durante i suoi spettacoli, Calà dal palco gli dice: “Voi non state bene”. Perché la gente gli urla di aver visto “Sapore di mare” infinite volte e che conoscono a memoria le canzoni di un tempo. Secondo Jerry “comprendono la magia di allora“. Gli chiedono continuamente di ripetere i suoi migliori pezzi del repertorio o ricordare gli sketch epici del film, ma anche di tutta un’epoca che non hanno vissuto.

Sapore di mare è un fenomeno da studiare” e quell’aggressione a Calà da parte del tassista: “Con Marina siete stato nu scurnacchiato!

I giovani non hanno vissuto gli anni Ottanta eppure ne evincono la leggerezza. “È un fenomeno da studiare – disse Calà ospite a Quinta Colonna – Questi ragazzi sognano. Dicono: ‘Che facevate? Perché si vede che vi divertivate’. Oggi i ragazzi sono annoiati, nascono impalati”.

C’è stato anche chi si è affezionato sin troppo alla pellicola, come il tassista che aggredì verbalmente Calà. Lo rivelò lo stesso attore: “Una cosa divertente mi capitò a Napoli con un tassista dopo Sapore di mare. Mi disse: ‘Io a voi vi conosco, l’avete trattata male a Marina Suma! Siete stato nu scurnacchiato’. Non voleva caricarmi!”.

Sapore di mare: la trama e il significato del film

L’estate del 1983 è stata una delle più belle per l’Italia, così come tutta l’annata. Si viveva il periodo d’oro. Era facile immedesimarsi nel film. Una pellicola “con tratti autobiografici“, come lo stesso Enrico Vanzina ha rivelato. L’estate era sinonimo di lunga vacanza, di villeggiatura. Si partiva e si stava fuori un mese. “Oggi lo vivono più come uno sforzo”, mentre un tempo “era spontaneo”. La produzione cercava attori che non avessero un gran cachet, a parte De Sica e Calà, capitati poi nel cast per caso.

L’intento era di raccontare una storia semplice ed a basso budget. Tuttavia il film ebbe un successo enorme e ancora oggi è ritenuto uno dei migliori dei fratelli Vanzina. Sapore di mare è ambientato nella Versilia degli anni Sessanta ed è un capolavoro della commedia condito da personaggi caratterizzati con estrema finezza.

Sulla spiaggia c’è la famiglia Pinardi, composta da attori come Gianfranco Barra e Annabella Schiavone, scuola De Filippo. La coppia ha due figli: Paolo e Marina, rispettivamente Angelo Cannavacciuolo e Marina Suma.

Paolo resta folgorato da Susan (Hunt) che arriva con Luca e Felicino Carraro (Calà e De Sica). Felicino è discendente dell’imprenditore milanese, Carraro, e fratello di Luca che a sua volta è un combina guai: “Il più scatenato mascalzone di tutta la Versilia” come viene introdotto nel film stesso.

Marina e Luca si prendono, si conoscono, si innamorano e si salutano, tornando dai rispettivi “amori invernali“. L’epilogo è di diritto nella storia del cinema. Tutti si ritrovano lì, nello stesso posto, 18 anni dopo. Cambiati e invecchiati ma con i ricordi ancora vivi. Come lo rivive Luca quando riconosce la sua vecchia amata.

E nasce uno dei più memorabili e romantici “cosa sarebbe successo se...” della storia del cinema, con lo sguardo finale di Calà che vale più di mille parole.

La scommessa dei Vanzina

Sapore di mare è un film nato da un’idea venuta in mente a due fantastici fratelli, Carlo ed Enrico Vanzina, che hanno fatto la storia della commedia italiana. “Era una scommessa, non ci credeva quasi nessuno e il primo a non farlo fu Gino Paoli”, ha detto Gianni Ansaldi. Ma non solo lui. Era un po’ il pensiero di tutti gli addetti ai lavori. Anche se era facile che tutti pensassero e dicessero le stesse cose come spesso hanno rivelato le molte interviste rilasciate nel corso degli anni.

Perché a quell’età, a quei tempi, Sapore di mare è stato ben più di un normale set. Loro erano tutti ragazzi e si divertivano. Era come se tutti avessero una sola testa, un solo pensiero, un solo cuore. Un film “autobiografico” per certi versi, come lo ha definito Enrico Vanzina. Il film ripercorre il ricordo delle vacanze con il fratello Carlo a Castiglioncello insieme alla famiglia. La sera prendevano la Vespa e raggiungevano la Versilia per vivere l’estate italiana degli anni Sessanta.

Nel 2023 si celebra un anniversario importante (40 anni) per questo cult della commedia all’italiana. Sapore di mare ha sedotto due generazioni: gli yuppies e gli Xennials (i nati tra il 1977 e il 1983). I primi al cinema, nel 1983, data d’uscita, gli altri sul piccolo schermo grazie alle numerose repliche degli anni Novanta.

Una scommessa che rischiò di non essere neanche piazzata. Nessuno proprio voleva fare il film. Christian De Sica era ancora sconosciuto. Jerry Calà era un profilo “poco interessante“. Anche il patron della Capannina, Gherardo Guidi, disse di no all’inizio. “Ci fu bisogno di convincerlo…” ricordava Enio Drovandi, nel film è Cecco, il fotografo. L’unica che riusciva a suscitare interesse era Virna Lisi, anche se “un po’ grande…”.

Vanzina: “Il film ci rivelò cosa avremmo fatto da grandi

Enrico Vanzina ha ricordato il film a più riprese nei tanti omaggi alla pellicola. Ha sempre spiegato che si è trattato di un lavoro che ha rivelato cosa avrebbero fatto “da grandi” lui e il fratello Carlo, scomparso di recente.

Giorgio Vignali: “Sapore di mare ripescava la felicità degli anni Sessanta

Sapore di mare ripescava la felicità degli anni Sessanta, riproponendola in versione più attuale in un film giovanilistico che ridava la voglia di divertirsi anche in maniera pulita perché non c’era volgarità né nudo”, disse Giorgio Vignali (Maurizio nel film) a GAM TV.

Enio Drovandi: “Una volta c’erano le tv in bianco e nero avevamo i sentimenti a colori. Oggi abbiamo le televisioni a colori ma i sentimenti in bianco e nero…”

Enio Drovandi, alla reunion dello scorso anno a Perugia al Love Film Festival, ha detto: “Quando c’erano le tv in bianco e nero, noi avevamo i sentimenti a colori. Oggi abbiamo le televisioni a colori ma i sentimenti in bianco e nero. Secondo me ‘Sapore di mare’ è un film a colori che racconta un mondo in bianco e nero, ma ovviamente dà dei sentimenti ancora a colori“.

Enrico Vanzina nella reunion a Perugia al Love Film Festival del 2021: “La vita, in fondo, sono ‘venti estati’…”

Nella stessa reunion del film, il regista raccontò un episodio capitatogli con lo sceneggiatore Leo Benvenuti, “un grande amico“: “Tanti anni prima del film, mi disse: ‘La vita in fondo sono venti estati utili’. È vero, ci sono venti estati di una vita dove succede tutto: dove scopriamo l’amicizia, l’amore, il futuro. Si gioca in discesa, ma ci sono venti estati in cui veramente cambia la vita. Senza saperlo, molti anni dopo, con Carlo, abbiamo fatto ‘Sapore di mare’“.

Le difficoltà con la pellicola, l’intervento di Bonivento che salvò la produzione del film

La pellicola non partì sotto buoni auspici e, anzi, secondo i produttori Pio Angeletti e Adriano De Micheli, vi era il concreto rischio di non poter realizzare il film a causa del costo delle riprese. Fu però decisivo l’intervento del produttore Claudio Bonivento, all’epoca agente di Calà, che sbloccò la situazione firmando da garante qualora il film avesse superato il budget.

Successivamente a questa esperienza però i Vanzina scelsero di passare alla Filmauro a causa del comportamento di Angeletti e De Micheli. Con la casa di produzione dei De Laurentiis i Vanzina girarono il primo storico e immortale “Vacanze di Natale” del 1983.

L’altra scommessa, quella di Jerry…

Fu lo stesso Jerry a raccontare come andò attraverso i social: “Mentre stavo doppiando ‘Vado a vivere da solo‘ passai negli uffici della produzione. Su un tavolo vidi un copione che portava scritto in copertina ‘Sapore di mare’. Sarà che ho il sesto senso per i titoli, però la cosa mi intrigò e chiesi di cosa si trattasse…”.

Gli dissero che non era “robba” per lui. Gli parlarono marginalmente del progetto, spiegandogli che si trattava di una pellicola ambientata negli “anni Sessanta”. E poi lui costava “troppo“. “Già dobbiamo spendere ’na cifra per i diritti d’autore delle canzoni che usiamo – gli dissero – Questo è un film low budget. Stiamo prendendo attori che costano meno“.

Tra gli attori c’era De Sica, “che allora costava davvero meno di me“. L’attore romano aveva solo preso parte ad alcuni film “senza mai essere stato protagonista“. Jerry insistette molto per leggerne il copione, tanta era la curiosità, “al punto che il produttore cedette e me lo diede“. Realizzò che il film fosse davvero “molto carino” in quanto c’erano “due personaggi settentrionali” che lo “intrigavano”.

Così “ne parlai a Claudio Bonivento, che era co-produttore del film, e gli dissi: ‘Il film mi piace. Se unite i due personaggi del Nord in uno solo, lo faccio. Giuro che mi accontento di quanto può darmi il budget. Però oltre a questo minimo garantito voglio una cosa: una bella percentuale dopo i primi otto miliardi di incasso’“.

La produzione credeva talmente poco nel film che scoppiò in una “grassa risata” e “si fregarono le mani“. Così “prepararono il contratto” e si cominciò a registrare. “Quando uscì al Cinema, a Roma, a un certo punto intervenne la polizia, perché la gente voleva entrare a tutti i costi“, sebbene la sala fosse piena.

Jerry se ne stava “buonino da parte” mentre seguiva “gli incassi: tre miliardi, quattro, cinque, sei, sette…otto!“. Ed a “otto miliardi e una lira” si presentò “nell’ufficio della produzione“, contratto in mano e…: “Ah Je’, che desideri?“. L’attore ha commentato ironicamente dicendo che “facevano gli svagati”, ma poi si arresero scoppiando “a ridere”: “Ah paraculo… c’avevi visto bbene, c’avevi visto!“. Dentro di sé Jerry nel frattempo si diceva: “Uè Gino, vai a stappare cinque o sei boccioni di champagne“.

Il nome del film: “Sapore di mare” e non “Sapore di sale” come la canzone di Gino Paoli, ecco perché

All’inizio il film avrebbe dovuto chiamarsi “Sapore di sale“. Tuttavia, a causa di un altro progetto in programma con quel nome da parte di un’altra casa di produzione cinematografica che ne aveva registrato il titolo e acquisito i diritti della canzone di Gino Paoli, si scelse di trasformarlo in quello che lo stesso Enrico Vanzina definisce un più appropriato “Sapore di mare”.

Una costrizione che ha portato solo del beneficio. Il film in cantiere non fu mai realizzato, lo avrebbe diretto Neri Parenti. Quando l’anno seguente uscì il sequel, “Sapore di mare 2 – Un anno dopo“, fu lo stesso Gino Paoli a voler cantare la canzone “Sapore di sale” comparendo a fine film.

Oltretutto un po’ “pentito, perché aveva capito”, ha detto Enrico alla reunion al Love Film Festival di Perugia nel 2021. Gino spinse per apparire anche durante il film. “Gino poi si è pentito e nel secondo addirittura c’era lui dentro il film…”.

Il cast di Sapore di mare

  • Non fu facile mettere insieme tutto il cast. In particolar modo a rischiare furono le figure di Christian De Sica, al tempo ancora attore poco conosciuto e affermato, e Virna Lisi, perlopiù riconosciuta come attrice del genere drammatico. L’attore romano ha rivelato di aver rifiutato a girare “Il conte Tacchia” di Corbucci, dove avrebbe guadagnato molto di più. La scelta di De Sica era dettata dalla sua convinzione e speranza che la parte nel film “Sapore di mare” fosse perfettamente calzante per lui e che gli avrebbe dato la spinta per emergere definitivamente come attore.
  • Non solo la Dean Film dubitava di Virna Lisi, ma era la stessa attrice a non essere convinta della parte. Tuttavia, quando ascoltò il copione, letto dal figlio, rise a tal punto da convincersi ad accettare di prendere parte alle riprese.
  • La partecipazione di Jerry Calà nel film è totalmente casuale. Lesse per caso una bozza di un copione che gli capitò sotto mano curiosando nell’ufficio della produzione. Rimase talmente colpito dalla trama che contattò Carlo Vanzina il quale però specificò immediatamente che, trattandosi di un film a basso budget, non si sarebbe potuto permettere di coprire il costo del suo cachet. Tuttavia Calà accettò di girare a compenso ridotto a patto di poter firmare un contratto secondo il quale avrebbe ottenuto una grossa percentuale di guadagno qualora la pellicola avesse superato gli 8 miliardi di lire di incasso al botteghino. Il regista non ci pensò due volte, convinto che il film avrebbe faticato già a raggiungere la metà di quella cifra. “Con quel film diventai il simbolo della ‘vacanza italiana’” disse Jerry Calà in una intervista a Barbadillo. Il film incassò 10 miliardi di lire e Jerry ci aveva visto lungo.
  • Massimo Ciavarro venne preso in considerazione per interpretare Paolo Pinardi, ruolo poi andato quasi per caso ad Angelo Cannavacciuolo. Quest’ultimo era il fidanzato reale di Marina Suma ai tempi, si presentò al provino solo in veste di accompagnatore dell’attrice. Nel film sono fratelli. Tuttavia Ciavarro fu introdotto nel sequel dell’anno dopo per il ruolo di Fulvio Comanducci, grazie al regista Bruno Cortini.
  • Alba Parietti compare solo nelle ultime scene della pellicola e in parti molto brevi. Al tempo era la moglie di Franco Oppini nonché amica di Calà, ma ancora sconosciuta al pubblico. Nel film appare anche uno dei doppiatori più noti e capaci in Italia, Angelo Maggi.
  • Quando Carlo Vanzina fece il casting, chiese alla troupe un consiglio su un attore in grado di impersonare il personaggio romano di Maurizio. Jerry disse: “Io ho un amico che si chiama Giorgio“. Bruno Cortini disse: “Io ho un amico che si chiama Vignali”. Stavano suggerendo la stessa persona: appunto Giorgio Vignali.

Location

Il film venne girato in Versilia, a Forte dei Marmi (stabilimenti balneari Marechiaro e Dalmazia) e a Ostia e Fregene. Enrico Vanzina ha rivelato che sebbene la trama fosse ambientata a Forte dei Marmi, il 70% delle scene sono state girate a Fregene. Di recente lo stabilimento Marechiaro è tornato aperto al pubblico dopo essere stato rilevato dal gruppo “Blu Hotels“. Il ruolo di chef della cucina è stato affidato a Cristian Tomei, noto per “La prova del cuoco” e “Il re della griglia“.

Al Love Film Festival nel 2021, in occasione della reunion del cast, Enrico Vanzina ha ricordato come il film diede a lui e al fratello Carlo la “cittadinanza onoraria di Forte dei Marmi”. “Il 30% delle scene sono state girate a Forte dei Marmi, il resto a Fregene“. Era una cosa che gli abitanti di Forte dei Marmi non riuscivano a comprendere: “Quando molto dopo ho cominciato a rivelare questa cosa, non ci potevano credere in quanto era talmente aderente a Forte dei Marmi… Nessuno si era accorto di questo“.

Jerry Calà a Lost in Location: “Il film è stato al 75% girato a Fregene. A Forte dei Marmi siamo stati una settimana a fare l’ambientazione, gli esterni, la Capannina che a Fregene non c’era. Ma tutto il resto era girato a Fregene dove hanno ricostruito la spiaggia che era uguale a quella di Forte dei Marmi, la pineta era uguale. Anche la gara in motocicletta è stata girata a Fregene”.

Altre curiosità

  • Il film proiettato all’aperto è “I due colonnelli“, del 1962, diretto da Steno, padre di Carlo ed Enrico Vanzina. Nella scena Gianni, interpretato da Gianni Ansaldi, va a fare pace con Selvaggia, interpretata da Isabella Ferrari. In una scena precedente viene proiettato “Sodoma e Gomorra” di Robert Aldrich.
  • Proprio Isabella Ferrari nel film ha soli 19 anni e la pellicola segna il suo debutto cinematografico. I fratelli Vanzina la selezionarono dopo averla apprezzata nel programma di Gianni Boncompagni, “Sotto le stelle“. Al tempo la mamma della Ferrari fece partecipare l’attrice a molti concorsi di bellezza a Piacenza e in Emilia-Romagna.
  • I Vanzina fecero fare un provino a Isabella in un piccolo hotel e le offrirono la parte di Selvaggia. L’attrice arrivò a Roma accompagnata dallo zio camionista, aveva con sé i soldi della prima comunione.
  • Sapore di mare fece guadagnare la copertina di Intrepido a Jerry, storica rivista per ragazzi dell’epoca. “Avere una copertina lì una volta valeva più di ogni cosa. C’era scritto: ‘Jerry Calà con gli anni Sessanta è diventato il divo degli anni Ottanta’”, ha detto Jerry.
  • I fratelli Vanzina riproposero nel film le loro vacanze trascorse a Castiglioncello. È un film “un po’ autobiografico” come lo stesso Enrico ha detto. Ne ha parlato anche a Camaiore, assistendo alla versione restaurata di Sapore di mare. Una iniziativa per ricordare Carlo Vanzina scomparso l’anno precedente. “Nell’83 mettemmo in scena un’estate del ’65 ripercorrendo in parte i ricordi della nostra gioventù quando da ragazzi venivamo in vacanza a Castiglioncello insieme alla famiglia ma la sera in sella alla Vespa, raggiungevamo la Versilia. Avevamo realizzato un film sincero per raccontare il passaggio dell’età della spensieratezza a quella più adulta”.
  • Claudio Bonivento investì molto denaro per l’acquisizione dei diritti delle canzoni: “Abbronzatissima“, “Una rotonda sul mare” e “Una carezza in un pugno“.
  • La scena finale del film è realizzata su campo e controcampo. Carrello avanti e zoom indietro.
  • I costumi che si vedono degli anni Sessanta non sono stati realizzati dai costumisti, ma andarono i Vanzina in persona nei mercatini di Roma a prendere i vestiti “di una volta”.
  • Marina Suma e Angelo Cannavacciuolo nel film sono fratelli ma nella realtà ai tempi delle riprese erano sentimentalmente legati.
  • Virna Lisi vinse un David di Donatello e un Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.