Renato Pozzetto: “I primi passi li ho mossi in un’osteria“, nello specifico l’Osteria dell’Oca d’oro di Porta Romana. Veniva dai cabaret “delle cantine disperate dove spesso mettevamo giù le sedie per far sedere i nostri avventori“. E quell’amicizia divenuta poi un sodalizio artistico imprescindibile con Cochi, forse anche troppo per Renato: “Io e Cochi ci eravamo arrivati proprio perché non avevamo soldi. Con un bicchiere di vino si stava tutto il pomeriggio o la serata. L’oste si chiamava Pino, il posto era frequentato da pittori“. Lì conobbero Piero Manzoni, “era nostro amico“. “Un altro disperato come noi“.

Massimo Boldi ha iniziato la propria carriera grazie a lui, come lo stesso attore ha riconosciuto. “Massimo era nell’orchestrina, nel complesso, e ci accompagnava nei nostri spettacoli al Derby Clubha raccontato Renato nel 2021 ospite della trasmissioneDa noi… a ruota libera” – Lui suonava la batteria e suo fratello la chitarra. Poi ci hanno seguito negli spettacoli che si facevano in giro. Attraverso la tv abbiamo raggiunto la notorietà“.

Renato è uno degli interpreti della comicità italiana più apprezzati per la sua comicità spontanea con venature surreali ma mai volgare. Sebbene una grande carriera cinematografica, l’attore ha rivelato che i suoi nipoti quasi lo snobbano, ne danno per scontati i successi. Figlio della guerra, Renato Pozzetto è nato a Laveno-Mombello, sulle rive del Lago Maggiore, vicino Varese, il 14 luglio del 1940. È il quarto e ultimo della famiglia Pozzetto. Il padre era di origini italiane mentre la madre era svizzera, originaria di Malvaglia, Cantone Ticino.

Gli inizi

In tenera età Renato si era rifugiato con la sua famiglia a Germonio in seguito ai bombardamenti di Milano della seconda guerra mondiale. L’attore ha trascorso l’infanzia sempre nel comune della provincia di Varese, stesso destino di Aurelio Ponzoni, detto Cochi, conosciuto proprio a Germonio. Dopo esser tornato nel capoluogo lombardo con la famiglia, Renato ha conseguito il diploma all’istituto tecnico per geometri, “Carlo Cattaneo“, e ha iniziato a dilettarsi nel cabaret. Proprio con Cochi formò un duo che nel 1964 esordì all’Osteria dell’Oca, a Milano.

Al Club 64 c’erano anche Enzo Jannacci, Felice Andreasi, Bruno Lauzi e Lino Toffolo. Da lì il passo al Derby di Milano è stato breve, luogo dal quale sono passati quasi tutti gli artisti dell’epoca. In quel momento il duo venne riconosciuto con il nome di “Cochi e Renato“. L’ascesa fu immediata. Il duo veniva apprezzato per lo stile comico semplice ma poetico, a tratti prevedibile ma originale e divertente. In breve tempo il duo si ritrovò ad apparire frequentemente in televisione alla Rai, compresa “Canzonissima“, sia in qualità di conduttori che di ospiti e protagonisti.

La separazione da Cochi: “La gente non ci distingueva: mi chiamavano ‘Cochi e Renato'”

In quel periodo incisero anche delle canzoni insieme a Enzo Jannacci. Tra queste indimenticabile “E la vita, la vita“. Da metà degli anni Settanta Renato iniziò la sua carriera da solista. L’attore di recente ha spiegato che la divisione dal collega non fu frutto di una lite: “Non ci distinguevano“, ha detto qualche anno fa. “Nacque la mia Francesca – raccontò l’attore – e l’infermiere gridò in sala parto: è nata la figlia di Cochi e Renato“. Esordì dunque al cinema in “Per amare Ofelia“, del 1974.

Pozzetto mise in mostra immediatamente quelle che sarebbero state le sue caratteristiche di recitazione in futuro, basandosi molto sulla mimica. Anche nelle successive sceneggiature il personaggio mantenne quel tipico umorismo surreale. L’attore, da sempre appassionatissimo di auto e di guida, così come confermava il suo amico Paolo Villaggio, vinse al Giro automobilistico d’Italia del 1978 insieme a Riccardo Pratese.

Renato Pozzetto alla Parigi-Dakar del 1987

La Parigi-Dakar

Nove anni dopo arrivò quinto nella categoria camion alla Parigi-Dakar (il noto rally che da quasi 15 anni si corre in Sud America) insieme a Giacomo Vismara, che aveva vinto l’edizione del 1986.

Gli anni Ottanta furono quelli del massimo splendore per Renato Pozzetto in cui interpretò molti film, cinque dei quali seduto anche in cabina di regia. Si ricordano in particolar modo le collaborazioni cinematografiche con Adriano Celentano, Ornella Muti, Carlo Verdone, Diego Abatantuono, Massimo Boldi e Paolo Villaggio.

L’amicizia con Paolo Villaggio

Con quest’ultimo girò “Le comiche“, ma non fu un’idea sua. Lo fece per mantenere l’amicizia con l’amico. Anni dopo rivelò di non andare particolarmente fiero di quei film con “trovate un po’ infantili“. Sebbene il carattere notoriamente burbero di Villaggio, i due erano piuttosto amici e Paolo non la prese male ma, anzi, comprese l’amico, senza nascondere un velo di stupore.

Paolo lo ha sempre descritto come una bellissima persona devota all’amicizia vera. “Ha un grande senso dell’amicizia e degli amici che gli mostrano amicizia – disse il compianto collega – Un aspetto molto dolce di Renato che mi piace“. Lo stesso lo definì “maniaco della guida“.

Potete approfondire l’amicizia tra i due qui: Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, un legame speciale: “Siamo rimasti amici tutta la vita”

Anni Novanta e Duemila

Gli anni Novanta segnarono il declino del personaggio e a metà decennio Renato scelse di fermarsi. Tornò nel 2000 di nuovo insieme a Cochi Ponzoni, esibendosi come ai vecchi tempi in spettacoli teatrali e televisivi. Nel biennio 2009 e 2010 si fece portavoce della campagna radiotelevisiva del Governo contro il fumo. Nel 2013 tornò sul piccolo schermo nella fiction “Casa e bottega“.

Di recente lo ricordiamo come ospite non annunciato del Festival di Sanremo del 2019 con il gruppo musicale “Lo Stato Sociale“, esibendosi a cappella con la celebre “E la vita, la vita” proprio all’ingresso dell’Ariston. Nel 2020 ha dichiarato di voler lavorare su un nuovo film. Lo scorso anno ha impersonato Giuseppe Sgarbi in “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati, interpretazione che gli ha dato la nomina per il David di Donatello.

Il ragazzo di campagna, la nascita del “taaac”

Tra i film più celebri di Renato ricordiamo “Il ragazzo di campagna” del 1984, che rischiò di non fare perché prima di lui venne scelto Enrico Montesano, all’epoca volto piuttosto noto. Tuttavia quest’ultimo rifiutò in quanto impegnato sul set de “I due carabinieri“. Senza questa coincidenza non avremmo mai conosciuto il celebre “taaac“. A proposito dell’interiezione, ad ispirare Renato fu un cliente del “Bar Gattullo” che lui e Cochi frequentavano sempre. “Da Gattullo, un cliente parlava e ci puntava il dito in gola, in faccia – disse una volta al Corriere Ne ho fatto un taac e l’ho usato diversamente, per dire: fatto!“.

Prima della pandemia i fan dell’attore, e del film, erano soliti radunarsi in massa nei luoghi dove sono state girate le scene. In particolar modo nel luogo del set all’ingresso di Cascina Casoni, località di Carbonara al Ticino, dove è stato esposto un cartello che recita: “Cascina Casoni – Il ragazzo di campagna“. Il luogo è ormai meta di veri pellegrinaggi. Nel 2018 Pozzetto si palesò tra loro per la gioia dei presenti. Gli chiedevano in continuazione di replicare qualche battuta: “E io taaac, le ripetevo“. Tra le più richieste: “Il treno è sempre il treno“.

La casa stregata, il rapporto con “Gaetano“, l’alano

Un altro sodalizio dell’attore fu quello con il cane Gaetano. L’alano del film “La casa stregata” era amico dell’attore che, ironizzando, lo definì così: “Un attore indipendente, molto bravo“. Come rivelò lo stesso Renato, l’alano era “un cane del cinema, abituato a recitare“. Il loro era un rapporto intimo. L’amico a quattro zampe veniva ospitato dall’attore sul proprio camper con il quale cenava insieme. Renato ha detto di essersi informato per adottarlo ma non ve ne fu possibilità. L’alano lo abbiamo rivisto in “Grandi Magazzini“, ancora protagonista nella scena con Renato. Lo ricordiamo anche in “Prestami tua moglie” e “Roba da ricchi“.

La somiglianza tra Renato Pozzetto e Sylvester Stallone

Il web è un posto curioso, si sa. E molte sono le narrative che genera, di solito storie a sé, meme, accostamenti che entrano ormai facilmente nell’immaginario collettivo. Su Internet è possibile cercare l’attore milanese e imbattersi in curiose foto che lo accostano a Sylvester Stallone. Secondo gli utenti della rete si rileva una certa somiglianza. I meme sono ormai piuttosto virali.

La Locanda Pozzetto

Insieme al fratello Achille l’attore ha dato luogo alla Locanda Pozzetto a Laveno Mombello. “Ce ne siamo innamorati“, aveva raccontato Renato al Corriere nel 2019. Avevano visto questa “cascina andata all’asta” e decisero di comprarla. “Adesso ho preso uno chef bravo – ha detto Renato in merito – mi piacerebbe portarci i turisti e non solo i milanesi con la casa del weekend“.

Lo striscione allo stadio con il volto di Renato Pozzetto

Nel film “Agenzia Riccardo Finzi praticamente detective” del 1979, Renato è un supporter della squadra del Monza e dice: “Io sono del Monza e non andremo mai in serie A“. Qualche anno fa l’attore è stato omaggiato dai tifosi che esponevano uno striscione con il suo volto e i colori della squadra brianzola. Prima finita in Serie B e quest’anno il Monza disputerà addirittura la serie A.

L’aneddoto con Marcello Mastroianni

Con Mastroianni ha condiviso il set di “Giallo napoletano” nel 1979. Marcello una volta andò a trovare Renato nella sua casa nei pressi del Lago Maggiore. “Lo portavo sul lago col mio Super Tritone Riva tutto di legno – ha ricordato Pozzetto – Laggiù c’era una fabbrica di cappelli che s’affacciava sull’acqua: era piena di operaie, quando ci passavamo davanti e lo vedevano, urlavano come matte, un casino che non ti dico“.

Renato Pozzetto: i film dai maggiori incassi e patrimonio dell’attore

Secondo Renato i suoi film più belli sono “Oh Serafina” di Alberto Lattuada, del 1976, e “Sono fotogenico“, di Dino Risi, del 1980. Tra i film di maggior successo per l’attore sicuramente si considera quello d’esordio, “Per amare Ofelia“, che nella classifica degli incassi al botteghino si attestò al 20° posto nella top 100 della stagione cinematografica in corso al tempo (1973-1974). Nella stagione 1979-1980 con “Sono fotogenico” il film fu il 53esimo tra quelli dai maggiori incassi.

Mia moglie è una strega” del 1980 ottenne il settimo posto con un incasso complessivo di 1,835 miliardi di lire. Nel 1981 l’attore recitò in “Culo e camicia“, quarto negli incassi della top 100 e in “Nessuno è perfetto“, sesto. L’anno dopo lo vediamo ne “La casa stregata“, ventesimo al botteghino. Degni di nota anche “Testa o croce“, del 1982, che incassò oltre ben 10 miliardi di lire; “Lui è peggio di me“, del 1985; “Noi uomini duri“, del 1987; “Da grande“, ancora del 1987, che incassò quasi 7 miliardi di lire. Più recentemente l’attore ha preso parte in “Oggi sposi“, che ha incassato quasi 5 milioni di euro nel 2009 e “Ma che bella sorpresa“, che nel 2015 incassò oltre i 5 milioni di euro.

Renato Pozzetto: età, altezza, dove abita, chi è la moglie, figli

Renato Pozzetto ha 82 anni. L’attore è alto circa 1,73 m. Sposato dal 1967 con Brunella Gubler, morta il 21 dicembre del 2009, Renato è tornato a vivere nella zona del Lago Maggiore una volta vedovo. Lo stesso posto d’infanzia dove ha anche conosciuto Brunella dalla quale ha avuto due figli: Giacomo e Francesca. Con Brunella aveva un legame sentimentale fortissimo, l’aveva conosciuta quando aveva 16 anni. I due non passarono mai un momento di crisi: “Ho fatto il pendolare tutta la vita, ho amato solo lei“.